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Nello stesso 1905 scrisse sulla stampa tedesca alcuni saggi di analisi della rivoluzione in corso in Russia. Individuò innanzitutto la differenza fra la Russia e l'Occidente nel fatto che la prima avesse seguito un modello di sviluppo "cinese", che avesse, cioè, una borghesia mercantile, ma non una borghesia professionale, colta: ed era quest'ultima la classe sociale che aveva gestito la rivoluzione borghese in Occidente. Vedeva perciò la società russa governata da un'autocrazia militare sostenuta dal capitale internazionale, cui si stava affiancando una borghesia in ascesa, priva di una vera base sociale<ref name=Strada>Vittorio Strada, ''La polemica tra bolscevichi e menscevichi'' in ''Storia del Marxismo'', Torino, Einaudi, 1979. Vol 2°, pagg. 472-6</ref>.
la rivoluzione russa era l'effetto delle contraddizioni del capitalismo, ma anche causa di ulteriori contraddizioni nello stesso sistema. Parvus prevedeva che la la rivoluzione in Russia avrebbe trasformato sul piano internazionale il conflitto fra capitalismo e proletariato<ref name=Salvadori/>.▼
Di particolare importanza fu la ''Premessa alla brochure di Trockij "Dopo il 9 gennaio 1905"'' per il ruolo che ebbe nell'elaborazione della teoria della [[rivoluzione permanente]]. Parvus, infatti, teorizzò che il passaggio dall'abbattimento dell'assolutismo zarista alla rivoluzione socialista dovesse avvenire senza un periodo intermedio di governo borghese. Non perché ritenesse i tempi maturi per un'immediata affermazione del socialismo,
ma perché riteneva che la socialdemocrazia per non perdere la fiducia degli operai dovesse puntare a fondare una repubblica democratica, da cui avrebbe potuto in seguito svilupparsi una rivoluzione sociale<ref name=Salvadori/>. La rivoluzione contro l'autocrazia zarista, ed anche la fase successiva, potevano essere condotte cercando di coinvolgere gli ambienti liberali e democratici, ma Parvus raccomandava di tenere costoro sotto controllo<ref name=Strada/>.
Benché Parvus avesse previsto grandi eventi storici, egli rifiutava quella che chiamava la "concezione fatalista" di certo [[marxismo ortodosso]]: l'
Nell'articolo ''Die Aufgaben der Sozialdemokratie Russlands'' ("I compiti della socialdemocrazia russa"), apparso nel dicembre 1905 sulla ''[[Die Neue Zeit|Neue Zeit]]'', Parvus innanzitutto approfondì l'analisi della teoria della rivoluzione permanente, precisando che la fase della "democrazia operaia" avrebbe realizzato il programma della borghesia radicale (libertà civili, suffragio universale) ma non era ancora la dittatura del proletariato. Con riferimento alla situazione russa, il pensatore marxista individuava la causa dell'impossibilità di un governo borghese nel fatto che la borghesia non fosse in grado di risolvere la questione contadina; perciò diventava compito degli operai dare un destino ai contadini. In proposito Parvus era ben conscio del fatto che i contadini rivendicavano la proprietà della terra, e d'altra parte riteneva che la distribuzione della terra ai contadini rappresentasse un ritorno a forme arcaiche di rapporti economici: perciò gli operai dovevano incanalare i contadini verso il socialismo<ref name=Salvadori/>.
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Nell'articolo ''Die gegenwärtige politische Lage Russlands und die Aussichten für die Zukunft'' ("La situazione politica attuale in Russia e le prospettive per il futuro"), apparso nell'aprile 1906 sulla ''[[Die Neue Zeit|Neue Zeit]]'' il rivoluzionario russo-tedesco esaminava l'esperienza dei ''soviet'' e ne apprezzava il fatto che fosse la prima organizzazione rivolta a combattere il governo che non agisse solo in senso distruttivo,
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