Luca Casarini: differenze tra le versioni

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Ha cominciato a frequentare gli ambienti antagonisti di sinistra negli [[anni 1980]], prima presso il [[centro sociale]] "Pedro" di Padova, quindi al "Rivolta" di [[Porto Marghera]] (dove ha conosciuto [[Gianfranco Bettin]] e [[Giuseppe Caccia]])<ref>{{cita news|autore=Alda Vanzan|url=|titolo=Casarini: il guerriero si racconta|pubblicazione=[[il Gazzettino]]|data=18 dicembre 2002|accesso=7 gennaio 2018}}</ref>.
 
Nel [[1999]] si è candidato sindaco di Padova nel [[1999]]: nell'occasione, egli otterrà 1.807 preferenze pari all'1.4% dei voti<ref>[http://www.padovanet.it/consultazioni-elettorali/elezioni/europee-amministrative-1999/PDF/sindsint.pdf ''Elezioni comunali 1999''], Comune di Padova</ref>. È stato leader del "movimento delle [[Disobbedienti|Tute Bianche]]", uno dei gruppi più discussi all'interno del movimento no-global, che nel luglio [[2001]] ha cambiato nome in "[[Disobbedienti]]". Negli anni successivi, il gruppo si è caratterizzato per le numerose iniziative di contestazione condotte ("blitz", violazioni simboliche).
 
Nella sua veste di leader dei Disobbedienti, Casarini ha guidato azioni di protesta, tra le altre, nei confronti delle [[azienda di lavoro interinale|agenzie di lavoro interinale]], i [[centri di permanenza temporanea]], la [[Costituzione Europea]], la [[Invasione statunitense dell'Afghanistan|guerra in Afghanistan]] e in [[Guerra in Iraq|Iraq]], numerosi vertici internazionali, i [[NO TAV|Treni ad Alta Velocità]], [[No Dal Molin|la costruzione della nuova base USA a Vicenza]]. L'azione più nota in cui Casarini ha giocato un ruolo importante, sia sul campo che nel rapporto con i mezzi di informazione nazionali, è senz'altro la contestazione del [[Fatti del G8 di Genova|G8 di Genova]]: noto in precedenza soltanto all'interno del movimento e nella politica locale, Casarini è divenuto uno dei principali volti pubblici di quelle giornate nella sua veste di portavoce dei [[Disobbedienti]], gruppo distinto dal [[Genoa Social Forum]].