Accordo di Charlottetown: differenze tra le versioni

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La campagna ottenne l'appoggio di vari gruppi per la nuova Costituzione. I [[Partito Conservatore Progressista del Canada|conservatori progressisti]], i [[Partito Liberale del Canada|liberali]] e il [[Nuovo Partito Democratico]] appoggiarono l'accordo, contrariamente al [[Partito Riformista del Canada]] e al [[Blocco del Québec]]. Le [[Prime Nazioni]] avallarono l'accordo come fecero i gruppi per la difesa delle donne e gli uomini d'affari. I diedi primi ministri provinciali l'appoggiarono. Nei media anglofoni, pressoché tutti gli editorialisti erano favorevoli. Dunque, la campagna sull'accordo cominciò bene perché era popolare da un oceano all'altro. I capi deimte più importanti partiti federali viaggiavano dappertutto in Canada per sostenere l'accordo, mentre impressionanti quantità di denaro furono investite sulla pubblicità pro Charlottetown. Parecchi dei suoi difensori ammisero che l'accordo conteneva parecchie falle, ma anche che era la sola maniera di mantenere il paese unito.
 
Gli oppositori dell'intesa di Charlottetown venivano da orizzonti molto diversi. Nel Québec, principalmente preoccupato da questa intesa a causa del fallimento dell'Accordo del lago Meech ne 1990, c'erano i sovranisti quebecchesi come [[Lucien Bouchard]], capo del [[Blocco del Québec]], e [[Jacques Parizeau]], capo del [[Parti québécoisQuébécois]]. Essi erano ferocemente contrari a questa intesa, perché credevano che il [[Québec]] non avrebbe ottenuto abbastanza poteri e che il processo, invece di concentrarsi sul Québec al fine di riparare riparare l'affronto del 1982 (rimpatrio della Costituzione), avrebbe preso la forma di una lista della spesa un tanto per ciascuno. Nel Canada, [[Preston Manning]], capo del nuovo [[Partito Riformista del Canada|Partito Riformista]], fece campagna contro l'intesa perché si opponeva al riconoscimento del Québec in quanto [[società distinta]] e alla riforma del [[Senato (Canada)|Senato]] che non era stata fatta correttamente. Un altro oppositore era l'ex [[primo ministro del Canada]], [[Pierre Elliott Trudeau]], colui che aveva proceduto al rimpatrio della Costituzione nel 1982 senza l'accordo del Québec. In una intervista pubblicata in origine sulla rivista [[Maclean's]], difese l'opinione che l'accordo avrebbe portato alla fine del Canada e alla dissoluzione del governo federale.
 
E mentre la campagna avanzava, l'accordo diventava continuamente sempre meno popolare. Troppo spesso, l'elettorato trovava une parte dell'accordo con la quale era in disaccordo. E ciò, senza contare l'estrema impopolarità di [[Brian Mulroney]] nel [[1992]] e l'antipatia generale della popolazione verso i dibattiti costituzionali. Vari critici, particolarmente quelli dell'ovest, affermarono che l'accordo era creato essenzialmente dalle élite politiche per codificare ciò che il Canada ''"avrebbe dovuto"'' essere. Il divulgatore [[Rafe Mair]] guadagnò un riconoscimento e una notorietà nazionali dichiarando che l'accordo rappresentava un tentativo di imprigionare il potere del Canada in Québec e in Ontario a vantaggio delle altre province come l'Alberta e la Columbia Britannica che già sfidavano la sua autorità. I difensori di questa opinione fecero campagna utilizzando l'antipatia del popolo verso gli interessi delle élite del Canada.