Armando Diaz: differenze tra le versioni

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==== La ristrutturazione dell'esercito ====
Al momento della sua nomina a capo dell'esercito Diaz aveva 11 anni meno di Cadorna e un'esperienza diretta della guerra di trincea del Carso (cosa che mancava al predecessore). Non è sorprendente quindi che avesse un'idea molto più realistica e moderna della condotta della guerra<ref name=":0" />. Memore dell'esperienza nello Stato Maggiore di Cadorna, decentrò molte funzioni ai sottoposti, riservandosi un ruolo di controllo ed appoggiandosi ai due sotto-capo di Stato Maggiore (vice-comandante) che lo affiancavano, i generali [[Gaetano Giardino]] (rimosso nel febbraio del 1917) ma soprattutto [[Pietro Badoglio]]. Quest'ultimo protetto da Diaz dall'inchiesta sulle sue colpe nella disfatta di Caporetto. I continui siluramenti dei comandanti sotto Cadorna avevano favorito la salita di grado di ufficiali giovani all'interno dell'esercito creando quindi un ambiente più pronto ad accettare i radicali cambiamenti che Diaz aveva in mente di attuare<ref name=":0" />. Il nuovo Comando supremo dell'esercito italiano sotto Diaz fu meglio organizzato (il generale napoletano fu probabilmente aiutato in questo dalla sua carriera pre-bellica negli uffici dello stato maggiore dell'esercito)<ref name=":0" /> dando fiducia ai collaboratori ed ai sottoposti. Fu favorita la cooperazione e lo spirito di squadra venendo attribuite ad ognuno responsabilità concrete e definite. Fu potenziato il servizio informativo dell'esercito retto dal colonnello [[Odoardo Marchetti]], che divenne un elemento decisivo nella pianificazione delle operazioni, mentre l'Ufficio Operazioni, retto dal colonnello [[Ugo Cavallero]], assicurò poi il controllo effettivo di quanto accadeva al fronte, grazie anche a una rete di ufficiali di collegamento, come non succedeva sotto Cadorna. Diaz si occupò personalmente dei rapporti, cercando sempre di mantenerli buoni, con il re ed il [[governo Orlando]] riconoscendo la necessità di una stretta collaborazione fra le forze politiche e l'esercito, pur continuando, come il predecessore, a non accettare nessuna ingerenza esterna nella sua sfera di responsabilità e comando. Stessa cosa avvenne anche nei confronti dei rapporti con gli altri stati [[Alleati della prima guerra mondiale|Alleati]].
 
Diaz e Badoglio cercarono, con discreti risultati, di migliorare l'addestramento della fanteria italiana e di svilupparne l'armamento (distribuendo ai singoli reparti mitragliatrici [[Fiat-Revelli Mod. 1914]], [[Pistola mitragliatrice|pistole mitragliatrici]] [[Villar Perosa (pistola mitragliatrice)|Villar Perosa]], [[Mortaio Stokes|mortai Stokes]], [[lanciafiamme]], cannoncini da 37&nbsp; mm e bombe a mano)<ref name=":0" />. Sotto Diaz furono sperimentati i primi moschetti automatici, furono distribuite 3 milioni delle migliori [[maschere antigas]] di fabbricazione inglese, fu avviata la progettazione dei primi carri armati [[Fiat 3000]] su modello del francese [[Renault FT]] e fu potenziata l'aviazione fino a conseguire il dominio dei cieli. Fu inoltre potenziata l'artiglieria migliorando l'addestramento, le tecniche d'impiego e l'intensità del fuoco<ref name=":0" />. Si procedette anche ad una riorganizzazione ed un potenziamento del corpo degli [[Arditi]].<ref name=":0" />