Nella cittadina morì il grande geografo [[Abu Muhammad al-Hasan al-Hamdani|al-Hamdānī]].
Al 2009, la comunità ebraica assommava a 266 persone.<ref name=YO2>Arrabyee, Nasser. {{collegamento interrotto|1=[http://www.yobserver.com/front-page/10015885.html Blood money for Killing Yemeni Jew] {{webarchive|dateurl=gennaio 2018https://web.archive.org/web/20090306002531/http://www.yobserver.com/front-page/10015885.html |botdata=InternetArchiveBot6 marzo 2009 }}, ''Yemen Observer'', 3 marzo 2009. Retrieved l'8 marzo 2009.</ref> La comunità vantava tre [[sinagoghe]] (segno di una passata maggior consistenza della popolazione israelitica) e due scuole.<ref>[http://www.alarabiya.net/articles/2009/02/19/66775.html Fear grips Yemen's Jewish minority after murder], ''AlArabiya.net'', 19 febbraio 2009. Retrieved l'8 marzo 2009.</ref> Durante la [[Operazione Piombo fuso|Guerra di Gaza]] [[2009|dello stesso anno]], vi fu un sensibile innalzamento delle tensioni della maggioranza [[musulmana]] verso la comunità ebraica, ritenuta sempre e comunque solidale e moralmente complice delle azioni dello Stato d'Israele. Un estremista [[Fondamentalismo islamico|fondamentalista]] - ʿAbd al-ʿAzīz Yaḥyā al-ʿAbdī, un musulmano già pilota di [[Mikoyan-Gurevich MiG-29|MiG-29]] dell'[[Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Yamaniyya|Aeronautica Militare yemenita]] - assassinò in quell'occasione un maestro israelita e un "macellaio rituale" (''[[Shohet]]'')<ref>Come per la religione [[islam]]ica, anche quella ebraica prevede la liceità del consumo delle carni di alcuni animali solo se sgozzati secondo modalità previste dalla [[Torah]].</ref> della comunità ebraica, Moshe Yaʿish al-Nahari, dopo avergli ingiunto (del tutto illegittimamente secondo la ''[[Shari'a|Sharīʿa]]'') di convertirsi all'[[Islam]].<ref>Nel processo che seguì alla sua cattura, il suo avvocato si appellò al fatto che il suo difeso era mentalmente malato, facendosi forte anche della solidarietà espressa dal gruppo tribale di appartenenza di ʿAbd al-ʿAzīz Yaḥyā al-ʿAbdī. Dopo una prima decisione della Corte, che riconobbe la malattia mentale dell'assassino, un nuovo giudizio lo condannò invece a morte. La pena non poté però essere eseguita, dal momento che il criminale era evaso in circostanze quanto meno dubbie. Tuttora il colpevole dell'omicidio risulta latitante.</ref>
Un precedente del tutto simile era stato nel 1986 l'uccisione, sempre a Rayda, di due ebrei yemeniti. A seguito di tale crimine, la comunità ebraica lamentò la propria vulnerabilità nei confronti dell'estremismo [[Fondamentalismo islamico|fondamentalista]], denunciando le intollerabili minacce che continuamente erano rivolte agli ebrei (che da innumerevoli secoli avevano vissuto senza problemi in un contesto come quello yemenita), chiedendo quindi di essere protetti dalle autorità governative.