Pascasio Radberto: differenze tra le versioni

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== Le opere ==
Le sue opere comprendono un ''Commento al libro delle Lamentazioni'' e la più nota ''De Corpore et Sanguine Domini'' ([[831]] - [[844]]): scritta per istruzione dei monaci sassoni, rappresenta la prima monografia dottrinale sull'[[eucaristia]]. Sostiene Pascasio che nel [[pane]], dopo la consacrazione, è veramente presente Cristo col suo corpo storico. Non parla ancora di [[transustanziazione]], ma sostiene che nel pane e nel vino consacrati si rende davvero presente la carne nata da [[Maria (madre di Gesù)|Maria]], che patì sulla croce e risorse; nella celebrazione eucaristica esso si moltiplica grazie all'onnipotenza divina. Egli insiste tuttavia sul fatto che nell'[[ostia (liturgia)|ostia]] è presente il vero corpo di Cristo e dunque il suo corpo spirituale che, unendosi con il comunicato, ne «...nutre l'anima ed eleva la carne stessa all'immortalità e all'incorruttibilità».
Questa dottrina è stata altrimenti detta identità tra Corpo storico e Corpo eucaristico di Cristo, di cui secoli dopo il [[miracolo eucaristico di Bolsena]] e altri furono considerati la conferma fattuale.
 
LaQuesta concezione eucaristica di Pascasio fu attaccata da [[Ratramno di Corbie]] che nel suo scritto, che porta lo stesso titolo, considera invece l'eucaristia una semplice commemorazione della Passione di Cristo, e da [[Rabano Mauro]], per il quale invece il corpo presente nell'ostia non è il corpo storico di [[Gesù]] ma un corpo prodotto dalla consacrazione dello [[Spirito Santo]].
Pascasio non utilizzò la parola "[[transustanziazione]]" (termine usato per la prima volta da [[papa Alessandro III]] nel 1159), ma sostenne che nel pane e nel vino consacrati si rende davvero presente il Gesù Cristo incarnato nel grembo di [[Maria (madre di Gesù)|Maria]] Vergine, alla quale dedicò altri importanti trattati teologici.
 
La [[Preesistenza di Cristo]] all'Incarnazione era già stata affermata dal Concilio di Nicea I nel 325 a.C., quale preesistenza personale, e nella stessa sostanza rivelata poi nell'esistenza terrena (''nato dal Padre prima di tutti i secoli, ...generato, non creato, della stessa sostanza del Padre'').
 
Il Cristo che patì fino alla morte di croce e risorse, nella celebrazione eucaristica si moltiplica grazie all'opera miracolosa di Dio onnipotente, poiché in ogni singola particella delle specie del pane e del vino consacrato è sempre presente l'intero Corpo di Gesù Cristo Dio. Secoli più tardi, [[Tommaso d'Aquino]] sviluppò questo tema nel ''De venerabili sacramentu altaris''.
 
Pascasio insiste tuttavia sul fatto che nell'[[ostia (liturgia)|ostia]] è presente il vero corpo di Cristo quale è il Suo corpo spirituale che, unendosi con il comunicato, ne «...nutre l'anima ed eleva la carne stessa all'immortalità e all'incorruttibilità».
 
La dottrina della pre-esistenza è stata da alcuni autori anche intesa come una sorta di "post-esistenza" alla morte di croce, dello stesso Corpo e della sostanza di Gesù Cristo Dio, perché Dio è immutabile. Il corpo "spirituale" che apparve ai discepoli di Emmaus e agli apostoli dopo la resurrezione, che non necessitava di nutrirsi, e che poteva apparire con una teofania in un luogo e in un altro un istante dopo, non sarebbe altro e diverso dal corpo terreno di Gesù fino alla morte di croce. </br>
Nella [[Trasfigurazione di Gesù|Trasfigurazione]] sul monte Tabor, Gesù rivelò un Corpo spirituale che mediava, rendeva possibile la prima e unica apparizione di Elia e Mosè (e di due morti in genere) nel Nuovo Testamento. Dopo la resurrezione, Gesù mostrò all'apostolo Tommaso i segni dei chiodi della croce e della lancia che gli trafisse il costato, come portava il Suo corpo terreno.
 
La concezione eucaristica di Pascasio fu attaccata da [[Ratramno di Corbie]] che nel suo scritto, che porta lo stesso titolo, considera invece l'eucaristia una semplice commemorazione della Passione di Cristo, e da [[Rabano Mauro]], per il quale invece il corpo presente nell'ostia non è il corpo storico di [[Gesù]] ma un corpo prodotto dalla consacrazione dello [[Spirito Santo]].
 
Nell'[[847]] dedicò alle monache di Soissons il ''De partu virginis'', dove sostiene la realtà dell'evento e insieme il suo carattere sovrannaturale. A Pascasio viene attribuita la IX epistola dello Pseudo-Gerolamo, ''Cogitis me'', un documento storicamente importante sull'idea dell'[[Assunzione di Maria]] esistente già allora in Occidente, oltre all'ipotesi che egli sia stato uno degli autori delle false ''Decretali'' dello Pseudo-Isidoro.
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Iniziò anche una cronaca degli eventi riguardanti l'[[Abbazia di San Gallo]], la ''Casus Sancti Galli'', che venne poi proseguita, per il periodo che va dalla sua morte al [[972]], dal monaco sangallese [[Eccardo IV di San Gallo|Ekkeard IV]].
 
Canonizzato dalla [[Chiesa cattolica]] come Santo, la sua memoria è celebrata il [[26 aprile]].
 
== Bibliografia ==