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Nel suo periodo giovanile Hegel aveva creduto alla validità dell'[[etica]] antica che era nata quando il mondo greco aveva abbandonato la credenza che fossero gli dei gli autori delle leggi, sacre e immutabili, che li governavano e avevano scoperto invece, come la diversità delle norme tra Stato e Stato dimostrava, che quelle non erano state formulate dagli dei ma dagli uomini e da loro manipolate per loro vantaggio.
[[Friedrich Hölderlin]] e [[Friedrich Schiller]] <ref>F.Schiller, ''Lettere sull’educazione estetica'' (1795), sesta lettera</ref>, sono ora i modelli di riferimento per Hegel che polemizza nei confronti della [[Critica della ragion pratica|filosofia morale]] e la filosofia del diritto di [[Kant]] concepite astrattamente nel loro rapporto tra l'individuo e lo Stato. L'etica kantiana è criticata da Hegel per il [[Rigorismo]] ed il [[Formalismo]]:
La morale kantiana è soggettivistica e individualista e trova riscontro, secondo Hegel, nello Stato moderno dove la libertà è prerogativa dell'individuo considerato in maniera atomistica. Se in Kant, il cittadino è considerato sempre come persona morale e giuridica indipendentemente dal suo rapporto con la società e lo Stato, in Hegel l'individuo ha significato solo nel rapporto con la famiglia, la società civile e lo [[Stato etico]].
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