Zelda Sayre Fitzgerald: differenze tra le versioni

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Isa B.Zecchi (discussione | contributi)
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|Nazionalità = statunitense
|Immagine = Zelda Fitzgerald portrait.jpg
|Didascalia = Zelda a 17 anni
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== Biografia ==
=== GioventùOrigini ===
[[File:Zeltutu.gif|thumb|Zelda Sayre in abito da ballo]]
Nata a [[Montgomery (Alabama)|Montgomery]], [[Alabama]], Zelda Sayre era la più giovane della famiglia; la madre Minerva Buckner "Minnie" Machen (23 novembre 1860 – 13 gennaio 1958), decise di darle questo nome in onore a due piccole fiabe: ''Zelda: A Tale of the Massachusetts Colony'' di Jane Howard (1866) e ''Zelda's Fortune'' di Robert Edward Francillon. Bambina viziata e presuntuosa, Zelda era amatissima dalla madre, ma non dal padre Anthony Dickinson Sayre (1858–1931),<ref>{{cita|Cline|p. 27|Cline}}.</ref> un famoso magistrato dell'Alabama dal carattere severo ed assente. Le radici della famiglia affondano nei coloni di [[Long Island]], che si trasferirono nell'Alabama, presagendo l'inizio della [[Guerra di secessione americana|guerra civile americana]]. Numerosi altri erano i membri di spicco della famiglia di Zelda: lo zio [[John Tyler Morgan]] era un celebre senatore; il nonno paterno fondò un noto quotidiano di Montgomery; il nonno materno, [[Willis Benson Machen]], rivestì un importante ruolo nella politica del [[Kentucky]].<ref>{{cita|Milford|pp. 1–7|Milford}}.</ref><ref>{{cita|Bruccoli|p. 89|Bruccoli}}.</ref> I fratelli di Zelda erano Anthony Dickinson Sayre, Jr. (1894–1933), Marjorie Sayre (Mrs. Minor Williamson Brinson) (1886–1960), Rosalind Sayre (Mrs. Newman Smith) (1889–1979) e Clothilde Sayre (Mrs. John Palmer) (1891–1986).
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{{citazione|Perché la vita dovrebbe essere tutta lavoro, quando possiamo tutti prendere in prestito.<br />Pensiamo tutti a oggi, senza preoccuparci del domani.||Why should all life be work, when we all can borrow.<br />Let's think only of today, and not worry about tomorrow.|lingua=en}}
 
=== Francis Scott Fitzgerald ===
[[File:F. Scott Fitzgerald, 1921.png|thumb|[[Francis Scott Fitzgerald]] ritratto nel [[1921]] da [[Gordon Bryant]] per ''[[Shadowland Magazine]]'']]
{{vedi anche|Francis Scott Fitzgerald}}
Zelda e Scott si incontrarono nel luglio 1918, durante un ballo del Country Club di Montgomery. Francis Scott subito si innamorò della personalità di Zelda, con cui parlava dei suoi progetti di diventare famoso; addirittura, plasmò il personaggio di Rosalind Connage in ''[[Di qua dal Paradiso]]'' basandosi sulla fidanzata, di cui rappresenta un fedele ritratto. Scrisse che «tutte le critiche su Rosalind terminano nella sua bellezza»<ref>{{cita|Cline|p. 45|Cline}}.</ref> e disse a Zelda che «l'eroina ti somiglia in più di quattro modi diversi».<ref>{{cita|Milford|p. 32|Milford}}.</ref> La fiducia che Zelda nutriva nei confronti di Francis Scott emerge nella sua scelta di mostrargli il diario, che lo ispirò addirittura nella redazione del [[soliloquio]] finale del protagonista Amory Blaine nel cimitero.<ref>{{cita|Cline|p. 65|Cline}}.</ref>
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Durante il soggiorno newyorchese, i due si scrissero di frequente: questa corrispondenza epistolare sfociò nella [[promessa di matrimonio]], avvenuta attraverso il dono dell'anello (mandato via posta).<ref>{{cita|Milford|p. 42|Milford}}.</ref> Nella cerchia di amici e parenti di Zelda, erano molti a non approvare la relazione: oltre all'alcolismo di Scott, veniva criticata anche la sua vocazione [[cattolicesimo|cattolica]] (essendo la famiglia della ragazza [[Chiesa episcopale degli Stati Uniti d'America|episcopale]]).<ref>{{cita|Milford|p. 43|Milford}}.</ref>
 
=== Matrimonio ===
A settembre Scott completò il suo primo romanzo, ''[[Di qua dal Paradiso]]''; il manoscritto fu prontamente accettato dal suo redattore, Maxwell Perkins. Fece ritorno in Alabama a novembre, tronfio del successo raggiunto. Zelda concordò a sposarlo solo dopo la pubblicazione del libro;<ref>{{cita|Bruccoli|p. 109|Bruccoli}}.</ref> Scott, similmente, le promise di portarla a New York, con «tutta l'iridescenza dell'inizio del mondo».<ref>{{cita|Milford|p. 57|Milford}}.</ref> La coppia arrivò a New York il 30 marzo 1920 (quattro giorni dopo la pubblicazione del romanzo) e, il 3 aprile 1920, con una favolosa cerimonia alla [[Cattedrale di San Patrizio (New York)|Cattedrale di San Patrizio]], i due si unirono finalmente al [[matrimonio]].<ref>{{cita|Milford|p. 62|Milford}}; {{cita|Cline|p. 75|Cline}}; {{cita|Bruccoli|p. 128|Bruccoli}}.</ref> Così ebbe inizio, secondo la testimonianza di [[Fernanda Pivano]], «la grande leggenda della bellissima coppia, eroina, simbolo e interprete di tutte le prodezze sofisticate dell'età del jazz».
[[File:Zelda Fitzgerald, 1922.png|left|Zelda in un ritratto del [[1922]]|thumb]]
Scott e Zelda diventarono in poco tempo delle celebrità a New York, sia per il successo riscosso da ''Di qua dal Paradiso'' che per il loro comportamento selvaggio. Vennero addirittura cacciati da due celebri hotel di New York, il Biltmore e il Commodore, per il loro evidente stato di [[ubriachezza]].<ref>{{cita|Cline|p. 87|Cline}}.</ref> Il loro comportamento anticonformista, che scandalizzava gli anziani ed esaltava i giovani, si manifestava nei modi più disparati: Zelda, una volta, si immerse nella fontana di [[Union Square]], ed entrambi i coniugi una volta attesero la scrittrice [[Dorothy Parker]] sedendo su un taxi. La Parker ricordò la coppia positivamente: «sembra che siano entrambi appena usciti del sole: la loro gioventù è impressionante. Tutti vogliono incontrarli».<ref>{{cita|Milford|p. 67|Milford}}.</ref> La loro esistenza era scandita dall'alcol, dai debiti e da una vita tanto folle quanto irresponsabile, tanto che i due erano descritti dai giornali di New York come gli emblemi della giovinezza e del successo - ''enfants terribles'' dell'[[età del jazz]].<ref>{{cita|Milford|p. 69|Milford}}; {{cita|Cline|p. 81|Cline}}; {{cita|Bruccoli|p. 131|Bruccoli}}.</ref>
 
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In questo periodo, Zelda scriveva racconti brevi e aiutava il marito nella redazione di nuove opere. Fondamentale fu il suo contributo per la commedia ''The Vegetable'', che però - rivelatosi un grande insuccesso - portò i coniugi sull'orlo del indebitamento. Per sopperire al fabbisogno economico, Scott (costretto a patire un grave [[disturbo depressivo]])<ref>{{cita|Bruccoli|p. 185|Bruccoli}}.</ref> iniziò a scrivere una serie di lavori mediocri. Nell'aprile del 1924, illudendosi di diminuire le spese, la coppia si trasferì a [[Parigi]].<ref>{{cita|Milford|p. 103|Milford}}.</ref><ref>{{cita|Cline|p. 130|Cline}}.</ref>
 
=== Espatrio ===
Nella ''[[Parigi|Ville Lumière]]'' i due consorti conobbero Gerald e Sara Murphy, una facoltosa coppia di americani espatriati, che li invitarono a trascorrere l'estate ad [[Antibes]], in [[Costa Azzurra]]. Approfittando dell'assenza del marito, assorto nella scrittura de ''[[Il grande Gatsby (romanzo)|Il grande Gatsby]]'', Zelda si invaghì di un giovane aviatore francese, Edouard Jozan;<ref name=jozan>{{cita|Bruccoli|p. 195|Bruccoli}}.</ref> fu con lui che trascorse gran parte del soggiorno ad Antibes, nuotando oppure ballando nelle discoteche più in voga. Fu qui che iniziarono le incomprensioni e i litigi, che si protrassero per lungo tempo per poi risolversi in una richiesta di [[divorzio]] (incompiuta) da parte di Zelda. Jozan, che non era a conoscenza di questi dissidi, lasciò la Riviera Francese lo stesso anno: i Fitzgerald non lo videro mai più. Secondo la biografa Milford, ogni sintomo di infedeltà era immaginario, sicché «avevano entrambi bisogno di un po' di dramma; l'hanno fatto, per poi rivelarsi le vittime principali della loro fantasia instabile e forse un po' malsana».<ref>{{cita|Milford|pp. 108–112|Milford}}.</ref> Le certezze di Francis iniziarono inesorabilmente a svanire, tanto che lui stesso disse che quell'estate si sentiva «troppo vecchio ... tutti gli oneri che comporta la scrittura di questo romanzo - la perdita di quelle illusioni che danno tale colore al mondo che non t'importa della loro effettiva sincerità fintanto che partecipano di quella magica sensazione di gloria». ''Il Grande Gatsby'', ancora allo stato di bozza durante la crisi matrimoniale, fu concluso prima dell'ottobre 1924, mese in cui fu mandato il manoscritto a Scribners.
{| class="toccolours" style="float: right; margin-left: 1em; margin-right: 2em; font-size: 85%; background:#c6dbf7; color:black; width:25em; max-width: 40%;" cellspacing="5"
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L'ambiente coniugale fu turbato violentemente quando Zelda additò Scott come «frocio», interpretando l'amicizia con Hemingway come una relazione [[omosessualità|omosessuale]]. Non vi è alcuna prova dell'eventuale omosessualità di Scott, ma per riaffermare la propria virilità egli non esitò a fare sesso con una [[Prostituzione|prostituta]]. Appena Zelda scoprì l'intrigo ebbe inizio un'altra lite, ancora più aspra e violenta delle precedenti.<ref>{{cita|Bruccoli|p. 275|Bruccoli}}.</ref> Successivamente la donna tentò addirittura il suicidio gettandosi da una rampa di scale a una festa, turbata dal marito che, coinvolto da una chiacchierata con [[Isadora Duncan]], la stava ignorando.<ref>{{cita|Milford|p. 117|Milford}}.</ref>
 
=== Malattia ===
[[File:Zelda Sayre.jpg|Zelda Sayre]]
Sebbene Scott nei suoi romanzi modellasse molti personaggi basandosi sul carattere vivace della moglie, Zelda mal gradiva la sensazione di vuoto e isolamento che avvertiva quando il marito scriveva. Il rapporto fra i due si fece più infelice e travagliato che mai: in Scott iniziarono a manifestarsi i primi segni di una sostanziale dipendenza dall'alcol, che iniziò ad accompagnare, con alti e bassi, il resto della sua vita. Zelda, nel frattempo, all'età di 27 anni rimase vittima di una sorta di ossessione per la [[danza]], nata forse per contraccambiare il talento del marito. Sebbene nella sua giovinezza la donna venisse spesso lodata per le sue abilità nel ballo, Scott bocciava questa dote considerandola una perdita di tempo.<ref>{{cita|Milford|pp. 147–50|Milford}}.</ref>
 
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Zelda, uscita dalla clinica nel settembre del 1931, fece subito ritorno con il marito in Alabama, dove il padre della donna, Judge Sayre, stava morendo. Nonostante le circostanze, Scott decise comunque di recarsi a [[Hollywood]],<ref>{{cita|Milford|p. 193|Milford}}.</ref> dove era stato chiamato per redigere una sceneggiatura: il padre di Zelda morì proprio durante la sua assenza. La salute della donna peggiorò ulteriormente, e nel 1932 fu ricoverata al [[Johns Hopkins Hospital]] di [[Baltimora]].<ref>{{cita|Milford|p. 209|Milford}}.</ref>
 
=== ''Lasciami l'ultimo valzer'' ===
[[File:F Scott Fitzerald and wife Zelda atSeptember Dellwood1921.jpg|thumb|Zelda e Scott anel settembre del [[Dellwood (Minnesota)1921]] prima del ricovero di Zelda]]
La degenza in clinica non impedì a Zelda di completare in quello stesso anno il suo unico romanzo, a contenuto parzialmente autobiografico, dal titolo ''[[Lasciami l'ultimo valzer]]'' (''Save Me the Waltz'').
 
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Il suo lavoro, tuttavia, non fu conosciuto né tantomeno apprezzato dalla critica. Le copie vendute furono solo 1.392 (con un ricavo di soli $120,73),<ref>{{cita|Milford|p. 264|Milford}}.</ref> e Scott non esitò a manifestare il proprio scontento definendo la moglie «plagiaria» e «scrittrice di terz'ordine».<ref>{{cita|Cline|p. 325|Cline}}.</ref> Zelda uscì distrutta dalla marea di critiche, che la sommerse completamente: si trattava dell'unico romanzo che avesse mai scritto.
=== Gli ultimi anni ===
 
=== Gli ultimi anni ===
Zelda Sayre trascorse i restanti anni in preda alla propria catastrofe psichica. Alcuni fra i dipinti che produsse negli anni precedenti, dentro e fuori le cliniche, vennero mostrati al pubblico per la prima volta nel 1934. Zelda rimase delusa dall'accoglienza fredda e distaccata: il ''[[The New Yorker]]'' addirittura descrisse le opere come «meri dipinti della quasi-mitica Zelda Fitzgerald, pregni di tutte quelle connotazioni emotive postume della cosiddetta età del jazz». A contribuire alla formazione delle critiche vi era anche la mancanza di pannelli informativi,<ref>{{cita|Milford|p. 290|Milford}}.</ref> che precludeva una comprensione del lavoro della pittrice a 360 gradi. Zelda, a questo punto, diventò violenta e solitaria. Scott, che nel 1936 trasferì la moglie all'[[Highland Hospital]] di [[Asheville]], ci fornisce una preziosa testimonianza dell'instabilità di Zelda:<ref>{{cita|Milford|p. 308|Milford}}.</ref>
{{citazione|Ora Zelda afferma di essere in contatto diretto con Cristo, Guglielmo il Conquistatore, Maria Stuarda, Apollo [...] ... Per tutto quello che è stata costretta a patire, non c'è mai una notte sobria durante la quale non abbia pagato un tributo netto di un'ora al buio. In un modo strano, forse incredibile per te, era sempre la mia bambina (ma ciò non era reciproco, come spesso accade nei matrimoni) ... ero la sua grande certezza, spesso l'unico agente di collegamento che avrebbe potuto renderle il mondo tangibile||Zelda now claims to be in direct contact with Christ, William the Conqueror, Mary Stuart, Apollo [...] ... For what she has really suffered, there is never a sober night that I do not pay a stark tribute of an hour to in the darkness. In an odd way, perhaps incredible to you, she was always my child (it was not reciprocal as it often is in marriages) ... I was her great reality, often the only liaison agent who could make the world tangible to her.|lingua=en}}
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Dopo un episodio pilota del 2015, viene rilasciata in tutto il mondo nel 2017 la serie TV ''[[Z: The Beginning of Everything]]'' che traccia un ritratto di Zelda e racconta i primi anni dell'amore tra lei e Scott<ref>{{Cita news|lingua=en-GB|nome=Sam|cognome=Wollaston|url=https://www.theguardian.com/tv-and-radio/2017/jan/28/z-the-beginning-of-everything-review-|titolo=Z: The Beginning of Everything review – come on Zelda, Scott, where's the passion?|pubblicazione=The Guardian|data=2017-01-28|accesso=2017-07-10}}</ref>.
 
=== Fortuna critica ===
Dopo la biografia di Nancy Milford, Zelda iniziò a essere apprezzata e amata in quell'America che, fino ad allora, l'aveva guardata con diffidenza. In una riedizione del 1968 di ''Lasciami l'ultimo valzer'', [[Matthew Bruccoli]] scrisse che «vale la pena leggerlo [''Lasciami l'ultimo valzer''] sia perché qualsiasi cosa illumini la carriera di Francis Scott vale la lettura, sia perché è l'unico romanzo scritto da una donna talentuosa e audace che però è ricordata solo per le sue sconfitte».<ref name=d>{{cita|Tavernier-Courbin|p. 23|Tavernier-Courbin}}.</ref> Altro fervente ammiratore fu [[Jacqueline Tavernier-Courbin]], secondo cui «''Lasciami l'ultimo valzer'' è un racconto toccante e avvincente che va letto con la stessa attenzione di ''Tenera è la notte''. Non vi sono giustificazioni per la sua eccellenza comparativa». Furono molti studiosi comunque ad essere profondamente attratti dalla mistica di ''Lasciami l'ultimo valzer'', considerata una preziosa testimonianza dei danni che la società causava nelle donne degli anni venti.<ref name=d/>