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In seguito al violentissimo impatto frontale i due locomotori si incastrarono l'uno nell'altro.
L'urto fece tremare le case circostanti svegliando molti degli abitanti della frazione San'Antonio che superato il primo sgomento si resero presto conto delll'incidente e cominciarono ad accorrere sul posto soccorrendo chi potevano. Intanto alcune cisterne del treno merci cariche di idrocarburi pesanti sfasciatesi iniziarono a rovesciare il denso liquido nel tunnel. Giunsero sul posto, personale medico e operatori del vicino ospedale di Barcellona, oltre a vigili del fuoco e personale della vicina raffineria<ref>{{Cita web|url=http://www.messinaweb.eu/rubriche/item/3944-lo-scontro-ferroviario-dimenticato-nella-galleria-di-barcellona-pozzo-di-gotto.html|titolo=Lo scontro ferroviario dimenticato nella galleria di Barcellona Pozzo di Gotto|autore=Marcello Crinò|accesso=27 febbraio 2018}}</ref>. I soccorsi si rivelarono subito difficili a causa delle esalazioni degli idrocarburi che rischiavano di innescare esplosioni o incendi impedendo l'uso della fiamma ossidrica e che provocarono l'intossicazione di sette vigili del fuoco<ref name="stampasera"/>.
Fu necessario far giungere sul posto delle macchine dotate di ventilatori per immettere aria nella galleria ed espellere i gas tossici<ref name="senato">{{cita|Senato|pp. 8533-8534|senato}}</ref>. Poco per volta venivano raggiunti i vagoni dove si trovavano i passeggeri feriti. Nessuno di essi era grave: la maggior parte aveva riportato soltanto contusioni in seguito all'urto contro le pareti<ref name="stampasera"/>. Nelle ore seguenti giungevano prima da Messina e poi da Palermo i treni con carro soccorso con attrezzature adatte<ref name="senato"/>. I soccorsi proseguirono per tutto il giorno ma fino al pomeriggio vi erano ancora circa sessanta viaggiatori nella galleria che non potevano uscire in quanto il catrame raggiungeva l'altezza dì mezzo metro. Solo durante la notte furono tutti portati all'aperto<ref name="stampasera"/>.
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