Telefono: differenze tra le versioni

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=== Innocenzo Manzetti, e il probabile primato sull'invenzione del telefono ===
Il primato sembra spettare però ad un valdostano, [[Innocenzo Manzetti]], che riuscì a realizzare un apparecchio elettrico in grado di comunicare a distanza già negli anni cinquanta dell'Ottocento, catturando l'attenzione dei giornali anche esteri ma senza riuscire a diffondere ulteriormente l'invenzione. Manzetti battezzò la sua invenzione, basata sull'[[induzione elettromagnetica]]. Innocenzo Manzetti, come riportano numerose testimonianze dell'epoca (giornali italiani e internazionali che parlarono della dimostrazione pubblica del 10 luglio 1865)<ref>Diario d'Italia 1815-1994, compact De Agostini-Il Giornale, 1994, pagina 153</ref>, riuscì a realizzare un apparecchio elettrico in grado di comunicare a distanza utilizzando il principio di {{chiarire|[[induzione magnetica]]|cos'è?}}elettromagnetica mentre il primo dispositivo di Meucci consisteva in due fili attorcigliati e stretti tra i denti. Meucci, avuta notizia dai giornali, scrisse a Manzetti parlando di idee simili. [[File:Oldphone.ogg|thumb|Questo video mostra il funzionamento di un vecchio telefono a disco ([[Ericofon|Ericsson LM]])]]Manzetti morì a 52 anni nel [[1877]] (un anno dopo la prima attribuzione a Bell dell'invenzione del telefono), tutti i suoi prodotti scientifici (bussole, barometri, termometri ed il prototipo del "téléphone") vennero ceduti dalla moglie Maria Rosa Anzola, con atto notarile del 7 febbraio [[1880]], a due viaggiatori americani: Max Meyer, uomo d'affari, e Horace H. Eldred che si scoprì essere direttore dei telegrafi di [[New York]].
 
=== Altri precedenti alla trasmissione a distanza della voce ===