P2: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 1:
{{Nota disambigua}}{{Citazione|Nessuno può negare che la P2 sia un'associazione a delinquere.|[[Sandro Pertini]], [[Presidente della Repubblica]], 1981<ref name=":9">{{Cita libro|titolo = Licio Gelli: Vita, misteri, scandali del capo della Loggia P2|url = https://books.google.it/books?id=P4hcCwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|accesso = 10 ottobre 2016|editore = Edizioni Dedalo srl|ISBN = 9788822063304|autore = Mario Guarino, Fedora Raugei}}</ref>}}La '''Propaganda due''' (meglio nota come '''P2''') era una [[Massoneria|loggia massonica]] aderente al [[Grande Oriente d'Italia]] (GOI).
{{Nota disambigua}}
 
La '''Propaganda due''' (meglio nota come '''P2''') era una [[Massoneria|loggia massonica]] aderente al [[Grande Oriente d'Italia]] (GOI).
 
Fondata nel [[1877]] con il nome di '''Propaganda massonica'''<ref name=Arrigo1>Dino P. Arrigo, ''Fratelli d'Italia. Cronache, storie, riti e personaggi (per capire la Massoneria)'', Soveria Mannelli, Rubbettino, 1994, p. 45.</ref>, assunse forme deviate rispetto agli statuti della massoneria ed eversive nei confronti dell'[[ordinamento giuridico]] italiano, nel periodo della sua conduzione da parte dell'imprenditore [[Licio Gelli]]. La P2 fu sospesa dal GOI il 26 luglio [[1976]]: successivamente, la [[Commissione parlamentare d'inchiesta]] [[Tina Anselmi|Anselmi]] ha concluso il caso P2 denunciando la loggia come una vera e propria «[[Criminalità organizzata|organizzazione criminale]]»<ref>Willan, ''Puppetmasters'', p. 50.</ref> ed «eversiva». Fu sciolta con un'apposita legge, la n. 17 del 25 gennaio 1982<ref>{{cita web|url=http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1982;17!vig=|titolo=LEGGE 25 gennaio 1982, n. 17|editore=''normattiva.it''|accesso=19 novembre 2011}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.esoteria.org/documenti/massoneria/sentenzastrasburgo.htm|titolo=GRANDE ORIENTE D'ITALIA DI PALAZZO GIUSTINIANI C. ITALIA|editore=''esoteria.org''|data=2 agosto 2001|accesso=25 settembre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20020606065644/http://www.esoteria.org/documenti/massoneria/sentenzastrasburgo.htm|dataarchivio=6 giugno 2002}}</ref>.
Riga 161 ⟶ 159:
 
== La bufera politica ==
Lo scandalo conseguente al ritrovamento delle liste della P2 fu senza precedenti. Nel giugno [[1981]], al posto del dimissionario Presidente del Consiglio [[Arnaldo Forlani]], fu insediato il [[Partito Repubblicano Italiano|repubblicano]] [[Giovanni Spadolini]], che divenne così il primo Presidente del Consiglio non appartenente alla [[Democrazia Cristiana]] della Storia repubblicana<ref name="MontanelliCervi"/>, mentre il Presidente della Repubblica [[Sandro Pertini]] dichiarò: «Nessuno può negare che la P2 sia un'associazione a delinquere»<ref name=":1">{{Cita libro|autore=Mario Guarino|autore2=Feodora Raugei|titolo=Licio Gelli. Vita, misteri, scandali del capo della Loggia P2|città=Bari|editore=Dedalo|anno=2016}}</ref>».
 
Dalle sinistre si era prontamente levata un'intensa campagna d'accusa, che di fatto non sgradiva un eventuale riconoscimento del coinvolgimento di esponenti dei partiti di governo e del [[Partito Socialista Italiano|PSI]], antica «concorrente» a sinistra del partito di [[Enrico Berlinguer]]. Soprattutto i [[Partito Comunista Italiano|comunisti]] avevano da recriminare contro un organismo che clandestinamente lavorava per la loro espulsione dalla società civile, e non risparmiarono ai partiti di governo e ai loro esponenti accuse di [[Golpe|golpismo]] e di prono asservimento a interessi di potenze straniere.
Riga 184 ⟶ 182:
* Sottolineò come ci fossero «poche ma inequivocabili prove documentali» che provavano l'esistenza della Loggia di Montecarlo (ora Massonic Executive Committee) e della più elitaria P1, considerandole entrambe creazioni di [[Licio Gelli]].
 
Secondo la commissione d'inchiesta, la Loggia P2 e Gelli stesso godevano di «una sorta di cordone sanitario informativo posto dai Servizi a tutela ed a salvaguardia del Gelli e di quanto lo riguarda» a partire dal 1950 (anno in cui venne segnalato ai servizi il rapporto ''[[Cominform]]''", a cui però non seguirono indagini), che permise al gruppo di agire indisturbato, arrivando alla conclusione che Gelli stesso facesse parte dei servizi segreti:
 
{{Citazione|Tra le varie spiegazioni possibili di tale costante atteggiamento scartata quella della Inefficienza dei Servizi perché palesemente non proponibile – non rimane altra conclusione che quella di riconoscere che il Gelli è egli stesso persona di appartenenza ai Servizi, poiché solo ricorrendo a tale ipotesi trova logica spiegazione la copertura di questi assicurata al Gelli in modo sia passivo, non assumendo informazioni sull'individuo, sia attivo, non fornendone all'autorità politica che ne fa richiesta.
Riga 194 ⟶ 192:
Secondo la commissione, [[Licio Gelli]] mantenne fino al primo dopoguerra un atteggiamento ambiguo, che gli permise di legarsi a chiunque avesse avuto le redini del potere in [[Italia]] dopo la [[Seconda guerra mondiale|guerra]] (fossero i nazifascisti, fossero gli Alleati e i loro gruppi politici di riferimento o fossero i comunisti filosovietici) e il rapporto ''[[Cominform]]'', che lo denunciava come spia dormiente dei servizi segreti dell'Est (probabilmente posizione frutto di accordi durante questo periodo ambiguo), su cui i servizi non indagarono, sarebbe divenuto una garanzia sulla sua fedeltà che i servizi avrebbero potuto eventualmente usare, denunciandolo come spia filosovietica e distruggendo quindi la sua figura fortemente anticomunista che era venuta a crearsi nel tempo.
 
Circa le motivazioni per le quali personaggi tanto affermati avrebbero aderito alla P2, secondo taluni l'abilità di [[Licio Gelli]] sarebbe consistita nel sollecitare il diffuso desiderio di mantenere ed accrescere il proprio potere personale: a costoro, l'iscrizione alla Loggialoggia sarebbe apparsa di estrema opportunità per raggiungere posizioni di potere di primaria importanza, anche eventualmente partecipando ad azioni coordinate al fine di assicurarsi il controllo sia pure indiretto del governo e di numerose alte istituzioni pubbliche e private italiane.<ref name=":3">{{Cita libro|autorenome=Marco |cognome=Marsili|titolo=Dalla P2 alla P4.: Trenttrent'anni di politica e affari all'ombra di Berlusconi|annourl=2011https://books.google.it/books?id=r2tRXwAACAAJ&dq=marco+marsili&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjsz9nJz8nZAhXCWxQKHSyfCCYQ6AEIQDAG|cittàaccesso=Milano2018-02-28|data=2011*|editore=Termidoro|pplingua=it|p=19-20|ISBN=9788897486008}}</ref>.
 
Secondo altre interpretazioni, la Loggia altro non sarebbe stata che un punto di raccordo trafra diverse spinte che già prima andavano organizzandosi per influire sugli andamenti politici dello Stato.<ref name=":3" />. Non va dimenticato che proprio in quegli anni da molte parti della società si auspicava una svolta politica di impronta decisa, capace di sopperire alla perniciosa inefficienza sociale, economica e pratica dell'impianto statale.
 
A posteriori, la Commissione parlamentare d'inchiesta ricostruì che verso la fine degli [[Anni 1970|anni settanta]] il rapporto tra Gelli e i suoi amici-alleati [[Stati Uniti d'America|statunitensi]] e dei servizi segreti si sarebbe incrinato, e sarebbero cominciate a circolare sollecitazioni a farsi da parte, inoltrate anche nella suggestiva forma di fornire al giornalista [[Mino Pecorelli]] (poi assassinato) il famoso rapporto ''Cominform'' perché lo pubblicasse e avanzasse così il sospetto che Gelli agisse per qualche servizio segreto di Paesi comunisti.
 
Gelli reagì rilasciando un'imprevista intervista, nella quale qualcuno ha supposto che abbia inviato messaggi in codice: ma sembra accertato che, poco dopo, un uomo di fiducia di [[Michele Sindona]] abbia fornito ai giudici di [[Milano]] elementi sufficienti per interessarsi del capo della Loggialoggia.<ref name=":3" />. Il giornalista e politico [[Massimo Teodori]], membro della succitata commissione, asserì: «La Loggia P2 non è stata un'organizzazione per delinquere esterna ai partiti ma interna alla classe dirigente. La posta in gioco per la P2 è stata il potere e il suo esercizio illegittimo e occulto con l'uso di ricatti, di rapine su larga scala, di attività eversive e di giganteschi imbrogli finanziari fino al ricorso alla eliminazione fisica».<ref name="Teodori"/>.
 
La P2 fu oggetto d'indagine anche della [[Commissione Stragi]] per un presunto coinvolgimento in alcune stragi, ma non portò a niente di rilevante. Gli appartenenti alla P2 e Gelli furono assolti con formula piena dalle accuse di «complotto ai danni dello Stato» con le sentenze della Corte d'assise e della Corte d'assise d'appello di Roma tra il [[1994]] e il [[1996]]<ref name="assoluzione">{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/03/28/la-p2-non-cospiro-contro-lo.html|titolo=La P2 non cospirò contro lo Stato|pubblicazione=la Repubblica|data=28 marzo 1996|accesso=18 novembre 2008}}</ref>.
 
== Le conseguenze e le inchieste giudiziarie ==
{{Citazione|La P2 è stata sciolta da una legge, ma può essere sopravvissuto il suo sistema di relazioni politiche, finanziarie e criminali [...]. Quanto al dottor Berlusconi, il suo interventismo attuale è sintomo della reazione di una parte del vecchio regime che, avendo accumulato ricchezza e potere negli anni Ottanta, pretende di continuare a condizionare la vita politica anche negli anni Novanta.|Luciano Violante, Presidente della Commissione Antimafia<ref name=":79">{{Cita libro|titolo = Dalla P2 alla P4. Trent'anni di politica e affari all'ombra di Berlusconi|cittàurl =Milano https://books.google.it/books?isbn=8897486002|accesso = 28 febbraio 2018|editore = Termidoro <!--spa-->|ISBN = 9788897486008|autore = Marco Marsili|anno=2011}}</ref>.}}
 
La Procura di Roma iniziò un procedimento contro Licio Gelli e una ventina di altre persone, accusate di cospirazione politica, associazione per delinquere ed altri reati. Dopo un'inchiesta durata quasi dieci anni, nell'ottobre 1991, il giudice istruttore presso il Tribunale penale di Roma chiese il rinvio a giudizio. Il processo durò un anno e mezzo e con sentenza in data 16 aprile 1994, depositata il successivo 26 luglio, la Corte proncunciò una sententa d'assoluzione di tutti gli imputati dal reato di attentato alla Costituzione mediante cospirazione politica perché il fatto non sussiste. L'appello, proposto, fu rigettato, e il 27 marzo 1996 la Corte d'appello confermò la sentenza<ref>Massimo Della Campa, ''Luce sul Grande Oriente'', Milano, Sperling & Kupfer, 2005, p. 180.</ref>.
Nonostante le successive inchieste giudiziarie abbiano (non senza ricevere critiche da più parti) in parte rinnegato le conclusioni della commissione d'inchiesta, tendendo a ridimensionare l'influenza della loggia<ref name="assoluzione"/><ref>{{Cita news|autore=Vittorio Feltri|titolo=, ''I 150 miliardi che imbarazzano il "Corriere"|pubblicazione='', ''[[il Giornale]]|data='', 31 maggio 2010}}.</ref>, la scoperta del caso della P2 fece conoscere in Italia l'esistenza, in altri sistemi ed in altri Paesi, del [[Gruppo di pressione|lobbismo]], cioè di un'azione di pressione politica sulle cariche detenenti il potere affinché orienti le scelte di conduzione della nazione di appartenenza in direzione favorevole ai [[Gruppo di pressione|lobbisti]].
 
In altri Paesi il lobbismo si applicava e si applica in modo pressoché palese, e nemmeno – d'ordinario – desta scandalo: per l'Italia il fenomeno, almeno in questa forma subdola, illegale e sovversiva e con questa evidenza, era inusitato. In più, la circostanza che l'associazione fosse segreta ha immediatamente evocato allarmanti spettri, che le conclusioni dell'inchiesta della commissione parlamentare non hanno fugato. Il caso P2 ha certamente sensibilizzato la società italiana sui meccanismi attraverso i quali le scelte ed il potere politico possono venir influenzati dagli interessi di gruppi di potere non eletti, e quindi non pienamente legittimati a prender parte al dialogo politico.
Riga 223 ⟶ 221:
Nel materiale presente negli atti della Commissione parlamentare di inchiesta vi sono gli stessi scritti inviati da Gelli agli aderenti della sua Loggia che, all'inizio degli anni settanta, invitavano ad azioni politiche di emergenza:
 
{{Citazione|Molti hanno chiesto – e non ci è stato possibile dar loro nessuna risposta perché non ne avevamo –, come dovremmo comportarci se un mattino, al risveglio, trovassimo i clerico-comunisti che si fossero impadroniti del potere: se chiuderci dentro una passiva acquiescenza oppure assumere determinate posizioni ed in base a quali piani di emergenza<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Commissione P2|titolo=Atti commissione parlamentare sulla P2, Doc. XXIII, n. 2 quater|volume=vol. III, tomo I, p. 457.}}</ref>.}}
 
Inseriti nella P2 furono molti ufficiali o politici coinvolti nel Golpe Borghese del 1970 (il generale Giovanni Torrisi, l'ammiraglio Gino Birindelli, il generale Vito Miceli) e/o in tentativi di ''golpe'' successivi come il generale Giovanbattista Palumbo (coinvolto anche nei depistaggi per l'attentato di Peteano, in cui morirono tre carabinieri) o Edgardo Sogno nel 1974 (e altri militari a lui collegati).
Riga 271 ⟶ 269:
* [[Luca Innocenti]], ''Italicus la bomba di nessuno. Una strage impunita tra depistaggi, eversione nera e complotti di Stato'', Arezzo, Fuori|onda, 2013.
* Luca Innocenti, ''Sciabole e tritolo. 1974, le stragi e il golpe bianco'', Arezzo, Fuori|Onda, 2017.
* Marco Marsili, ''Dalla P2 alla P4. Trent'anni di politica e affari all'ombra di Berlusconi'', Milano, Termidoro, 2011, ISBN 9788897486008.
* [[Alberto Mazzuca]], ''La Erre verde. Ascesa e decline dell'impero Rizzoli. Storia di una dinastia italiana e della guerra per il «Corriere»'', Milano, Longanesi, 1991.
* Aldo A. Mola, ''Storia della Massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni'', Milano, Bompiani, 1992.