Giosuè Carducci: differenze tra le versioni
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Non bisogna confondere la prima edizione dell'opera omnia con l'edizione nazionale delle Opere |
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=== La nomina a senatore ===
Altri importanti avvenimenti venivano naturalmente a sovrapporsi, letterari e non: il 2 settembre Libertà, l'ultimogenita, si sposò, mentre il 31 ottobre fu la volta delle ''Terze Odi barbare'', che al loro interno contenevano una nuova poesia in lode della regina, ''Il liuto e la lira''. Né si dimentichi la vita politica di Giosuè; entrato nel Consiglio vent'anni prima, vi era stato sempre rieletto, ma quell'anno la votazione fu straordinaria. Il 10 novembre le elezioni comunali lo premiarono, vedendogli ricevere 7965 preferenze su 10128. I bolognesi volevano evidentemente ricambiare l'affetto del poeta, che aveva sempre respinto le sirene capitoline preferendo rimanere nella città petroniana, da cui non avrebbe ormai più saputo distaccarsi.<ref>G.Chiarini, pp.281-282; scriveva Carducci ad Adriano Lemmi: «Se ho da fare ancora il professore, sento di non poter farlo utilmente che a patto di poter salutare, ogni volta che vado alla scuola e ne esco, la torre degli Asinelli».</ref> In maggio, dopo quattordici anni abbandonò l'abitazione di strada Maggiore e si trasferì nella terza e ultima dimora felsinea, lungo le mura nel tratto tra Porta Maggiore e Porta Santo Stefano, all'altezza di via Dante, nella piazzetta oggi denominata "Carducci". Vi rimase fino alla morte, in quella oggi nota come [[Casa Carducci]], in cui si trova il museo a lui dedicato e si conservano la biblioteca e l'archivio privato dello scrittore.
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Nel [[1904]] fu costretto a lasciare l'insegnamento per motivi di salute. L'impegno svolto gli valse la stessa pensione che fu data nel [[1859]] al [[Alessandro Manzoni|Manzoni]].<ref>G.Basilone, p.13</ref> Gli succedette [[Giovanni Pascoli]]. Nel [[1906]] l'[[Accademia Svedese]] gli conferì il [[Premio Nobel per la letteratura]], ma il poeta, già ammalato, non si recò a [[Stoccolma]], limitandosi a ricevere in casa propria l'ambasciatore di [[Svezia]] in Italia. La [[morte]] (per [[cirrosi epatica]]) lo colse nella sua abitazione di Bologna il 16 febbraio [[1907]].<ref>Nello stesso 1907 nacque a Roma un suo pronipote, chiamato anch'egli Giosuè Carducci in onore dell'illustre predecessore. Cfr.
''Carducci. Albero Genealogico'', Roma, Ferraresi, 1989, p.22</ref> Fu tumulato con esequie solenni alla [[Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna|Certosa di Bologna]]<ref>[http://goirsaa.it/goirsaa_Giosu%E8%20CARDUCCI.htm Giosuè CARDUCCI - Grande Oriente d'Italia. In calce all'articolo è la foto che ritrae il poeta sul letto di morte con i paramenti del 33° del Rito Scozzese della Massoneria]</ref>.
Tra gli onori e i monumenti che gli furono innalzati dopo la sua morte c'è l'[[edizione nazionale]] delle ''Opere'' in 30 volumi (Bologna, N. Zanichelli, 1935-40) e delle ''Lettere'' in 22 volumi (Bologna, N. Zanichelli, 1939-68).
[[File:Carducci tomba.jpg|thumb|Tomba Carducci alla Certosa di Bologna]]
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