Città di Castello: differenze tra le versioni

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Questi ultimi due fenomeni sono più evidenti nel dialetto urbano di Città di Castello e della frazione Selci-Lama di [[San Giustino (Italia)|San Giustino]]. Qui è presente una parlata dialettale più conservativa, anche se ciò, come già accennato, è ormai avvertibile soprattutto tra le persone anziane e di sesso maschile, mentre tende ad essere rimosso dalle donne e dai giovani.
 
Altro aspetto peculiare, che ha avuto probabilmente proprio Città di Castello come centro di irradiazione, e che coinvolge anche le parlate vicine di San Giustino, [[Monte Santa Maria Tiberina]], [[Citerna]] e parzialmente quella degli anziani di [[Monterchi]], è l'isocronismo sillabico. In questo caso le vocali in sillaba complicata, terminante per consonante, vengono pronunciate tutte aperte (''štrèt-to, quèš-to, ròt-to, còr-šo''), mentre quelle in sillaba libera, terminante per vocale, vengono pronunciate tutte chiuse (''bé-ne, šé-dia, có-sa, štó-ria''). È un fenomeno costituente un unicum in tutta l'Italia centro-settentrionale, e non può avere alcuna relazione con situazioni analoghe di pronuncia presenti lungo la fascia adriatica centro-meridionale (tra [[Abruzzo]] e [[Puglia]]).
 
Pertanto la resa delle vocali si distingue a seconda della sillaba e lo schema sarà il seguente: