Utente:Distico/Sandbox/7: differenze tra le versioni
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Peterson evidenzia dunque che il totalitarismo è – in fondo – una «malattia spirituale», intendendolo, in altre parole, come un risultato dell'aver trascurato o peggio negato la tradizione morale evolutivamente radicata nella mitologia umana. Per questo motivo ritiene che la soluzione agli orrori totalitari e alla "malattia spirituale" del totalitarismo sia – in puro rispetto del significato evolutivo della tradizione mitica umana – l'esaltazione dell'individuo eroico che media tra ordine e caos, affermando che: «una società fondata sulla credenza nella divinità suprema dell'individuo permette all'interesse personale di prosperare e di servire come potere che si oppone alla tirannia della cultura e al terrore della natura».<ref name="p483">''Ibid.'', p. 483</ref> Inoltre, secondo Peterson: «l'eroe rifiuta l'identificazione con il gruppo come ideale di vita, preferendo seguire i dettami della sua coscienza e del suo cuore. La sua identificazione con il [[significato (psicologia)|significato]] - e il suo rifiuto di sacrificare il significato per la sicurezza - rende accettabile l'esistenza, nonostante la dimensione tragica della vita».<ref name="p313">''Ibid.'', p. 313</ref>
===La «divinità dell'individuo»===
Quindi, secondo Peterson, il modo migliore per risolvere questo il problema "spirituale" dei totalitarismi è a sua volta in qualche modo "spirituale", ovvero basato sulla «divinità dell'individuo» – che è poi anche il cardine del [[liberalismo classico]] occidentale, che per Peterson è una positiva secolarizzazione [[laicismo|laica]] (o [[ateismo|atea]]) chi si fonda, più o meno inconsciamente, sul significato etico evoluto degli antichi sistemi di credenze umani. Peterson asserisce infatti che: «la morale e il comportamento occidentali, ad esempio, sono predicati sull'assunto che ogni individuo è sacro»,<ref name="p264">''Ibid.'', p. 264</ref> e che «tutte le etiche occidentali, incluse quelle formalizzate esplicitamente nei sistemi di legge occidentali, sono predicate su una visione del mondo mitologica, che attribuisce specificamente lo status divino all'individuo».<ref name="p480">''Ibid.'', p. 480</ref>
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