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===Francesco Centonze===
Francesco Centonze. Negli anni '20 - giovane fascista in Umbria - polemizzò contro le le organizzazioni giovanili cattoliche<ref>{{cita libro|autore=Alberto Monticone|titolo=Cattolici e fascisti in Umbria: (1922-1945)|editore=Il Mulino|città=Bologna|anno=1978|p. 308 ss.}}</ref>. Nel 1928 pubblicò il saggio ''Il diritto al nome''<ref>{{cita libro|autore=Francesco Centonze|titolo=Il diritto al nome|città=Città di Castello|editore=Leonardo Da Vinci|anno=1928}}</ref>. Divenuto magistrato, nel 1939 è pretore in Puglia<ref>{{cita libro|titolo=Italy Zone Handbook: Apulia|editore=Foreign Office|anno=1943| p=17}}</ref>. Dopo l'8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana. A Milano fu pubblico ministero del Tribunale Militare Straordinario che emise decine di condanne a morte contro i partigiani. Nel 1947 fu processato per questo assieme al presidente del tribunale - generale Pasquale Spoleti - e al tenente Giuseppe Libois, giudice a latere. Tutti e tre erano latitanti. Spoleti venne condannato a 30 anni di reclusione, Libois a 10 anni, mentre Centonze venne assolto per amnistia<ref>{{cita news|pubblicazione=Corriere della Sera|data=11 gennaio 1947|titolo=Trent'anni di reclusione al generale Spoleti|p=2}}</ref>. tornato a fare il magistrato, nel 1959 - mentre ricopriva la carica di consigliere della Corte d'Appello di Genova - si candidò alle prime elezioni per il [[Consiglio Superiore della Magistratura]], non venendo eletto<ref>{{cita news|titolo=Le elezioni per il Consiglio superiore della Magistratura|pubblicazione=Corriere della Sera|data=20 gennaio 1959|p=4}}</ref>. Centonze andò in pensione nel 1972 col titolo onorifico di magistrato di Corte di Cassazione<ref>{{cita libro|titolo=Il Consiglio superiore della magistratura|volume=2|editore= Istituto poligrafico dello Stato|città=Roma|anno=1972|pp=59, 93}}</ref>.