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A questa iniziativa, che non si concretizza, segue la proposta dell'esponente del regime fascista Natale Prampolini: trasformare il Consorzio Reggiano in una Federazione Reggiana di [[Cooperative Nazionali]]. Il rifiuto da parte del Consorzio Reggiano spinge il regime cercare altre soluzioni.
 
Nel 1924 le otto cooperative che lavorano sulla tratta ferroviaraferroviaria Reggio-Boretto si costituiscono nel Consorzio tra Cooperative di Produzione e Lavoro fasciste ([[CCPLF]])<ref>Elenco delle otto cooperative fasciste che danno vita al Consorzio e loro presidenti. Cooperativa Muratori “L'indipendente” di Guastalla (Domenico Bassi), Cooperativa Braccianti agricoli di Guastalla (Luigi Benfatti), Cooperativa Birocciai di Guastalla (Giovanni Folloni), Cooperativa Muratori “La Vittoria” di Castelnuovo Sotto (Angelo Vezzani), Cooperativa braccianti “La Concordia” di Castelnuovo Sotto (Oliviero Macinini), Cooperativa Braccianti ed Affini di Boretto (Giuseppe Bonora), Cooperativa di Produzione e Lavoro Braccianti di Lentigione (Demetrio Manfrini), Cooperativa Nazionale Edile Fascista di Reggio Emilia (Mario Rinaldini). Cfr. Amus Fontanesi, CCPL 1904-1994, cit. p. 25.</ref>, l'atto porta la data 11 settembre 1924, d.l. n. 1516; la sede è a Reggio in via De Amicis, 22.
Il Consiglio di amministrazione del Consorzio fascista è presieduto da Luigi Benfatti mentre il direttore è l'ing. Enrico Nasi di Rolo.
L'amministrazione provinciale, oramai controllata dal regime, priva il Consorzio Reggiano della concessione per darla alla SAFRE, la quale avoca a sé la gestione della linea e cede i lavori di costruzione al [[CCPLF]].