Lago della Duchessa: differenze tra le versioni
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Il lago divenne noto a livello nazionale per un tentativo di [[depistaggio]] avvenuto nell'aprile del [[1978]] durante il [[Cronaca del sequestro Moro#Falso messaggio BR|sequestro di Aldo Moro]].
Un falso comunicato delle [[Brigate Rosse]] (il falso comunicato nº 7) il [[18 aprile]] [[1978]] indicava di cercare il cadavere di Moro
Quando arriva il falso comunicato delle Br sul lago della Duchessa, "prova generale dell'assassinio di Moro, non solo Berlinguer crede alla sua autenticità, ma è il ministero dell'Interno a confermarla. Berlinguer e [[Gerardo Chiaromonte|Chiaromonte]] si recano poi da [[Andreotti]], Galloni e Salvi, i quali pensano che Moro sia già morto"<ref>Francesco Barbagallo, ''Il Pci dal sequestro di Moro alla morte di Berlinguer'', Studi Storici, Anno 42, No. 4, L'Italia repubblicana negli anni Settanta (Oct. - Dec., 2001), p. 841.</ref>.
Nello stesso giorno fu scoperto il covo brigatista di via Gradoli, 96 a [[Roma]]<ref name="laghilaz"/><ref>[http://www.brigaterosse.org/brigaterosse/ Brigate Rosse] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090413034320/http://www.brigaterosse.org/brigaterosse/ |data=13 aprile 2009 }}</ref>.
Già dopo una settimana la stampa internazionale avanzò sospetti sulla sua veridicità: "il [[Le Canard enchaîné|Canard Enchaîné]] non esita ad affermare con sicumera che l'affare del Lago della Duchessa (cioè la voce fatta circolare a un certo punto circa la presenza del cadavere di Moro in quello sperduto luogo, con la conseguente massiccia operazione di polizia) altro non era stato che una montatura degli specialisti dell'antiterrorismo, i quali di fronte ad una insostenibile situazione di stallo avevano voluto indurre i terroristi a rompere il silenzio e mostrarsi all'opinione pubblica in piena azione"<ref>Nicole Braun Condorelli, ''L'ITALIA NELLA STAMPA FRANCESE: IL CASO MORO (16 MARZO - 9 MAGGIO 1978)'', Il Politico, Vol. 44, No. 2 (GIUGNO 1979), p. 238. Andreotti, nei ''Diari 1976-1979'', p. 198, "ha anzi affermato che i dirigenti Dc speravano in un cedimento di Moro quale premessa per la sua liberazione e successivamente ha precisato: "speravamo che calcolando l'impatto polemico dell'epistolario e posto che davvero Moro fosse tanto contro la Dc avrebbero avuto convenienza a rilasciarlo" (''Governare'', p. 258). Sarebbe dunque da collegare a questa speranza il singolare episodio del falso comunicato Br, relativo all'abbandono del cadavere di Moro nel lago della Duchessa, che fu posto in essere - per il tramite di elementi della criminalità comune - dai servizi segreti, in base a un'idea del giudice Vitalone, collaboratore di Andreotti. Moro e le Br invece intesero il falso come macabra prova generale della sua morte e elemento di pressione per una conclusione in quel senso (Pellegrino, ''Segreto di Stato'', p. 174). Sorprendente l'analogia col caso [[Mario Sossi|Sossi]], in cui pure l'ostaggio aveva cominciato a collaborare con i rapitori e gli apparati di Stato giocarono la carta di un falso comunicato Br per affrettare, secondo Franceschini, la chiusura tombale del caso": Giuseppe Cotturri, ''"Non interferenza e non indifferenza". Le memorie dell'ambasciatore americano e il "Caso Moro"'', Studi Storici, Anno 45, No. 4 (Oct. - Dec., 2004), p. 977, nota 46.
scritti di Aldo Moro dalla prigionia e l’anatomia del potere
italiano'', Einaudi, Torino 2011, "Andreotti ... fu l’ispiratore, per Gotor, del primo e più
celebre depistaggio del caso Moro, quello del falso comunicato
del lago della Duchessa, concepito per accertare
l’esistenza in vita dell’ostaggio e procedere con la trattativa
segreta del Vaticano" (così Taviani Ermanno, ''L'autobiografia della nazione : Taviani legge Gotor'', Viella,
Storica : rivista quadrimestrale : 52, 2012, p. 170).</ref>.
Il falso messaggio era in effetti stato rivendicato da più soggetti, ma fu l'emanazione del nuovo comunicato n. 7 tre giorni dopo che indusse a sospettarne la natura di apocrifo; esso fu verosimilmente realizzato dal [[falsario]] d'arte [[Antonio Chichiarelli|Tony Chichiarelli]], legato alla [[Banda della Magliana]]<ref>"Nel 1979, nel cuore del sistema P2, si dipanano altri accadimenti (...) l'omicidio di [[Carmine Pecorelli]], il ritrovamento del borsello contenente simbolici riferimenti al sequestro Moro, ritrovamento che dà il via al tormentone di avvertimenti che si succedono dall'omicidio Pecorelli fino al periodo successivo all'omicidio Chichiarelli nel 1984 (autore del falso volantino delle Br che annunciava la morte di Moro e indicava il lago della Duchessa come luogo per il ritrovamento)": Elisabetta Cesqui, ''La [[P2]]. 1979: Un servizio di informazione nella gestione della transizione'', Studi Storici, Anno 39, No. 4, ''Doppia lealtà e doppio Stato nella storia della Repubblica'' (Oct. - Dec., 1998), p. 1025.</ref>.
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