Utente:Federica Lucia/sandbox: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 1:
==Ecloga VII==
 
Di nuovo una gara di canto, dopo le ecloghe III e IV. Il modello è [[Teocrito]], dalle ''Talisie''; ma al posto dell'ambientazione di [[Coo|Cos]], si trovano, qui, i cenacoli romani degli amici e nemici virgiliani. Melibeo, Coridone e Dafni, anche se ''nomina ficta'', rimangono sostanzialmente uguali a se stessi: Coridone continua ad amare Alessi<ref>V. 55.</ref> come nella ecloga II; Dafni ad essere il principe dei pastori, maestro e giudice di gare come nella V (dove si parla della sua morte e [[apoteosi]]) e Melibeo continua a dilettarsi, come nella I, nella poesia.
 
Melibeo, Coridone e Dafni, anche se ''nomina ficta'', rimangono sostanzialmente uguali a se stessi: Coridone continua ad amare Alessi<ref>V. 55.</ref> come nella ecloga II; Dafni ad essere il principe dei pastori, maestro e giudice di gare come nella V (dove si parla della sua morte e [[apoteosi]]) e Melibeo continua a dilettarsi, come nella I, nella poesia.
 
Più volte nel corso dell'opera troviamo un ''[[Hysteron Proteron|hysteron proteron]]'', dove si anticipano avvenimenti che dovrebbero essere invece posposti e se ne posticipano altri avvenuti prima: questo è il rapporto tra la VII e la I egloga.
Riga 9 ⟶ 7:
I contendenti non sono così ingiuriosi come Menalca e Dameta, svolgono ognuno il proprio canto in strofe alterne di quattro esametri: Coridone, che cantava lamenti d'amore sui monti e nelle selve, ora sostiene una parte più raffinata; invece Tirsi, indulgendo nelle volgarità, sarà dichiarato perdente perché non considerato al pari di Coridone<ref>"Questo ricordo, e che Tirsi vinto gareggiava inutilmente. Da allora Coridone è per noi Coridone": vv.69-70, trad. F. Della Corte.</ref>.
 
Una differenza importante fra i due riguarda l'ambito religioso: Coridone nomina gli alberi sacri ad [[Ercole]], a [[Bacco]], a [[Venere (divinità)|Venere]] e a [[Apollo|Febo]]<ref>"Carissimo è il pioppo ad Alcide, la vite a Bacco, il mirto alla bella Venere, a Febo il suo alloro; Filli ama i nocciòli; fin tanto che li amerà Filli, né il mirto né l'alloro di Febo vinceranno i nocciòli": vv.61-64, trad. F. Della Corte.</ref>; Tirsi invece dice di preferire i pastori arcadi, così che lo adornino di edera, in quanto è un poeta esordiente; con queste parole si dimostra poco devoto agli déi. L'unica divinità che incontri le sue simpatia è [[Priapo|Priapo.]] C'è un forte contrasto di tono, pacato quello di Coridone, aggressivo e volgare quello di Tirsi. Coridone, infatti, invoca le [[Ninfe]] affinché gli concedano un canto al pari di quello di Coro, poi come Micone cacciatore, consacra a [[Diana]] la testa di cinghiale e le corna di un cervo. Dopo aver celebrato la caccia, invoca la sua amata [[Galatea (Nereide)|Galatea]], dicendole di raggiungerlo, se lo ama davvero. La sua modestia fa sì che l'invito non appaia come un'imposizione, anzi al contrario mostra tutta la sua dedizione.
 
C'è un forte contrasto di tono, pacato quello di Coridone, aggressivo e volgare quello di Tirsi. Coridone, infatti, invoca le [[Ninfe]] affinché gli concedano un canto al pari di quello di Coro, poi come Micone cacciatore, consacra a [[Diana]] la testa di cinghiale e le corna di un cervo. Dopo aver celebrato la caccia, invoca la sua amata [[Galatea (Nereide)|Galatea]], dicendole di raggiungerlo, se lo ama davvero. La sua modestia fa sì che l'invito non appaia come un'imposizione, anzi al contrario mostra tutta la sua dedizione.
 
==Ecloga VIII==