Akrotiri (Santorini): differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
template cita "xxxx"; elimino parametri vuoti |
|||
Riga 40:
[[File:Christos Doumas at Akrotiri 2010-10-09.jpg|thumb|273x273px|Christos Doumas a Akrotiri nel 2010]]
[[File:Prehistoric Site of Akrotiri, Santorini - Greece.jpg|thumb|272x272px|Vista generale di una parte degli scavi]]
Le antiche rovine di Akrotiri furono scoperte nel 1860 dai lavoratori delle cave di roccia vulcanica per il [[Canale di Suez]], ma gli scavi su larga scala non ebbero inizio prima del 1967.<ref name=":1">{{Cita web|autore = Pierluigi Montalbano|url = http://pierluigimontalbano.blogspot.it/2011/09/akrotiri-santorini-la-pompei-minoica.html|titolo = Akrotiri, Santorini: la Pompei Minoica|accesso
Nonostante i 10000 metri quadrati scavati non ci sono segni indicatori dei margini della città. Alcuni insediamenti che si trovano a più di 1 km dal sito di Akrotiri potrebbero essere interpretati come periferie o sobborghi, come la cava Mavromatis, le rovine di Balos o il sito di Zahn, facendo pensare a una superficie della città di 200.000 metri quadri.<ref name=":0" /> Un test geologico fatto sul sito nel 2005 attraverso la [[tomografia]] ad alta risoluzione - un metodo per ottenere immagini da sotto la superficie con onde di energia - ha individuato cavità sotterranee artificiali e naturali.<ref name=":1" /> Nel 2012 sono cominciate anche le ricerche dell'antico porto di Akrotiri poiché si ipotizza che molta parte della città e delle attività debbano venire ancora scoperte. Pare che sia stato scavato solo il 5% della città.<ref name=":2" />
[[File:Map Akrotiri 1600 BC-en.png|thumb|Mappa di Akrotiri nell'età del Bronzo, 1600 a.C.]]
Riga 52:
=== L'arte e gli affreschi ===
[[File:Spring fresco 16th c BC, NAMA BE 1974.29 102908.jpg|thumb|282x282px|"Affresco della Primavera" con rondini e fiori, edificio Delta]]
Il sito archeologico ha fornito molto materiale pittorico, sia interamente conservato che in frammenti. La tecnica delle pitture su muro era quella utilizzata anche a [[Creta]]. Nei piani superiori, sulla parte superiore, le pareti erano coperte da un sottile strato di intonaco di calce applicato sul normale strato di paglia mista a argilla. Spesso l'intonaco bianco veniva lasciato a modo di sfondo. All'interno dei bagni sulla superficie delle pareti l'intonaco era di colore ocra. In molti casi non si può parlare di veri e propri affreschi perché l'artista cominciava a dipingere quando l'intonaco era ancora bagnato per poi concludere quando l'intonaco era asciutto, per questo motivo in certi punti la pittura è penetrata nell'intonaco e in altri punti invece si è sfaldata. I pigmenti sembrano esser stati tutti di origine minerale. In ogni affresco si può notare come l'artista volesse che la pittura fosse delimitata, e ciò viene realizzato disegnando dei limiti propri, in modo indipendente dal muro. È probabile che esistessero scuole di artisti, ma questi avevano molta libertà nello svolgimento delle loro opere, libertà che invece non avevano riguardo alla scelta dei temi, imposti dai committenti.<ref name=":0" /> L'arte egea, minoica e poi micenea, preferiva una visione complessiva dando l'impressione di sorvolare la scena.<ref name=":3">{{Cita pubblicazione|autore = Mario Benzi|titolo = "Gli affreschi dell’ammiraglio a Thera"|rivista = “Prospettiva. Rivista di storia dell’arte antica e moderna”
[[Civiltà bizantina|bizantine]] e affreschi Greci, insieme ai suoi collaboratori si occupò degli affreschi. I primi frammenti di pittura su muro furono ritrovati nel 1968 nel settore Alfa, ma l'entusiasmo crebbe ancora di più con la scoperta della pittura delle “Scimmie blu”, nel 1969, nella stanza Beta 6, il paesaggio roccioso che le scimmie stanno scalando assomiglia molto alle rocce vulcaniche vicine al sito. Il culmine fu raggiunto con la scoperta dell' “Affresco della Primavera”, nella stanza Delta 2, il primo e l'unico affresco interamente conservato e ancora nella sua posizione originale. Dopo che fu ripulito venne staccato dal muro, che si trovava in cattive condizioni, con una delicata operazione di rimozione. Gli affreschi ritrovati sul pavimento invece venivano localizzati e i frammenti venivano raccolti, portati nel laboratorio vicino, ripuliti e rimessi insieme come un enorme puzzle in verticale, con l'aiuto di sistemi a griglia e della matematica per calcolare la posizione in terra relativa a dove i frammenti sarebbero stati sulla parete.<ref name=":0" /> Gli affreschi sono stati trasferiti al [[Museo Archeologico Nazionale di Atene]], nonostante Santorini cerchi di riaverli.<ref name=":1" />
Riga 248:
“granaio” si tratta di una sorta di boccale sormontato da un cono chiuso, ad
eccezione di un foro laterale, decorato da applicazioni plastiche oblunghe,
variamente interpretate come chicchi di grano o api.<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Lucia Alberti|titolo = "La raccolta del croco a Thera: un tipo particolare di iniziazione femminile?"|rivista = “SMEA”
=== Xestè 4 ===
Riga 408:
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.isole-greche.com/2016/03/akrotiri-santorini.html|titolo=Il sito archeologico di Akrotiri
* {{cita web|url=http://odysseus.culture.gr/h/3/eh351.jsp?obj_id=2410|titolo=Sito ufficiale del sito archeologico|lingua=en}}
|