Simone Veil: differenze tra le versioni

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=== La deportazione ===
LeiDi fureligione [[ebraismo|ebraica]], durante l'[[Campagna di origineFrancia|Occupazione ebraicanazista]] masubì dure persecuzioni. nonostanteNonostante questo riuscì a conseguire la maturità nel marzo [[1944]] ma subito dopo<ref name=Veil1 /> fu deportata insieme alla famiglia nel [[Campo di concentramento di Auschwitz]].Simone<ref conname=Veil1 /> Con la sorella, fu l'ultima sopravvissuta, con il numero 78651 tatuato sul braccio, ad Auschwitz, da cui fu liberata il 27 gennaio [[1945]],<ref name=Veil1 /> attuale [[Giorno della Memoria]] in tutti gli [[Stati membri dell'Unione europea|Stati]] dell'[[Unione europea]].
 
Laureata in [[giurisprudenza]], [[Magistratura|magistrato]], sposò nel [[1946]] [[Antoine Veil]] dal quale ebbe tre figli. Fu tra i soci fondatori e Presidente onorario della [[Shoah Foundation|Fondation pour la Mémoire de la Shoah]], organizzazione non-profit che si occupa della promozione della [[memoria collettiva|memoria]] e degli studi sulla tragedia della [[Olocausto|Shoah]].<ref>{{Cita web |url = http://www.fondationshoah.org/memoire/collection/discours-2002-2007-simone-veil |titolo = Discours 2002-2007 - Simone Veil |editore = Fondation pour la Mémoire de la Shoah |lingua = fr |accesso = 30 giugno 2017 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170630113923/http://www.fondationshoah.org/memoire/collection/discours-2002-2007-simone-veil |dataarchivio = 30 giugno 2017 |urlmorto = no }}</ref>
Laureata in giurisprudenza, sposò nel [1946] Antoine Veil dal quale ebbe tre figli.
===la carriera politica===
In questo periodo riuscì ad ottenere l'approvazione della legge sull'aborto,ma con violenti attacchi da parte dei deputati più oltrazionisti.
 
===la carrieraCarriera politica ===
Nel luglio [1979], lasciò il governo Barre per guidare la lista dell'Unione per la Democrazia Francese alle prime elezioni a suffragio universale per il Parlamento europeo. Fu la capofila dello schieramento europeista, liberale e centrista, sostenuto apertamente da Giscard d'Estaing. Alla prima riunione del Parlamento europeo nel luglio del [1979] fu eletta Presidente del Parlamento europeo. Alle elezioni del [1989] non si ripresentò.
Abbandonata nel [[1974]] la carriera di magistrato, dopo l'elezione di [[Valéry Giscard d'Estaing]] a Presidente della Repubblica francese, fu nominata [[ministro]] della [[Sistema sanitario|sanità]] nel governo di [[Jacques Chirac]], confermata nell'incarico in quello successivo di [[Raymond Barre]]. Ebbe anche l'incarico della Famiglia e della Sicurezza Sociale. La nomina di Simone Veil rappresentò una novità, anche perché fu una delle prime donne ministro. In quel periodo riuscì a ottenere l'approvazione della legge sull'[[aborto]], sia pure subendo nel corso di un lungo ed estenuante dibattito all'[[Assemblea nazionale (Francia)|Assemblée Nationale]] violenti attacchi da parte dei deputati più oltranzisti (un parlamentare del centrodestra arrivò a deporre un feto sotto formalina sul banco dei ministri).
Nel marzo del [1993] fu nominata ministro di Stato, ministro della Sanità, degli Affari Sociali e delle Aree Urbane nel governo di Édouard Balladur.
In quanto ministro di Stato, aveva una posizione protocollare che la collocava immediatamente dopo il primo ministro. Restò in carica fino al maggio [1995].
In occasione del referendum per l'approvazione della Costituzione europea del 29 maggio [2005] chiese di essere sospesa temporaneamente dal [Consiglio costituzionale] per fare campagna per il voto favorevole dei francesi. Il 9 aprile 2008 fu designata dal consiglio dei ministri alla presidenza del ''Comité de réflexion sur le préambule de la Constitution''.
 
Nel luglio [[1979]], lasciò il governo Barre per guidare la lista dell'[[Unione per la Democrazia Francese]] alle prime elezioni a [[suffragio universale]] per il [[Parlamento europeo]]. Fu la capofila dello schieramento europeista, liberale e centrista, sostenuto apertamente da Giscard d'Estaing. Alla prima riunione del [[Parlamento europeo]] a [[Strasburgo]] nel luglio del [[1979]] fu eletta [[Presidente del Parlamento europeo|Presidente dell'assemblea]].<ref>{{Cita libro|autore=Tulli, Umberto|titolo=Un Parlamento per l'Europa. Il Parlamento europeo e la battaglia per la sua elezione, 1948-1979|annooriginale=2017|editore=Le Monnier|p=}}</ref> Venne eletta al secondo turno ottenendo 192 voti, tre più della maggioranza richiesta, dal blocco comprendente liberali, democristiani, conservatori inglesi e una parte dei gollisti. Restò in carica fino al gennaio [[1982]]. Fu rieletta al [[Parlamento europeo]] nel [[1984]], stavolta con la lista unitaria di centro-destra RPR-UDF capeggiata da lei (in qualità di illustre esponente dell'UDF) e da [[Jacques Chirac]] (in qualità di leader del RPR). Alle elezioni del [[1989]] non si ripresentò.[[File:Simone Veil (1993) by Erling Mandelmann.jpg|thumb|Simone Veil nel 1993]]
=== Ultimi anni===
Nel marzo del [[1993]] fu nominata ministro di Stato, ministro della Sanità, degli Affari Sociali e delle Aree Urbane nel governo di [[Édouard Balladur]].<ref>{{Cita web
Il 20 novembre [2008] fu eletta all'Académie française
|url = http://www.corriere.it/esteri/17_giugno_30/francia-morta-89-anni-simone-veil-e71cd100-5d75-11e7-a3ba-28ae329eb765.shtml |titolo = Francia, morta a 89 anni Simone Veil |editore = [[Corriere della Sera]] |data = 30 giugno 2017 |accesso = 30 giugno 2017
|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170630184239/http://www.corriere.it/esteri/17_giugno_30/francia-morta-89-anni-simone-veil-e71cd100-5d75-11e7-a3ba-28ae329eb765.shtml |dataarchivio = 30 giugno 2017 |urlmorto = no }}</ref> In quanto ministro di Stato, aveva una posizione protocollare che la collocava immediatamente dopo il primo ministro. Restò in carica fino al maggio [[1995]]: avendo sostenuto la candidatura di [[Édouard Balladur]] alla presidenza della repubblica, fu esclusa dal neoeletto presidente Chirac dal nuovo governo. Nel marzo [[1998]] fu nominata membro del [[Consiglio costituzionale (Francia)|Consiglio costituzionale]] dal presidente del Senato [[René Monory]]. Il suo mandato durò nove anni e terminò nel marzo del [[2007]].
 
In occasione del referendum per l'approvazione della [[Costituzione europea]] del 29 maggio [[2005]] chiese di essere sospesa temporaneamente dal [[Consiglio costituzionale (Francia)|Consiglio costituzionale]] per fare campagna per il voto favorevole dei francesi. Nel febbraio [[2007]] espresse il suo sostegno alla candidatura di [[Nicolas Sarkozy]] alla Presidenza della Repubblica, smarcandosi dal candidato dell'UDF [[François Bayrou]]. Il 9 aprile 2008 fu designata dal consiglio dei ministri alla presidenza del ''Comité de réflexion sur le préambule de la Constitution''. Nell'ottobre 2012 battezzò come "madre nobile" la neonata formazione di centrodestra UDI, capeggiata da Jean-Louis Borloo.<ref>{{Cita web |url = http://www.lepoint.fr/politique/udi-simone-veil-l-invitee-surprise-de-borloo-21-10-2012-1519377_20.php |titolo = UDI : Simone Veil, l'invitée-surprise de Borloo |editore = [[Le Point]] |data = 21 ottobre 2012 |lingua = fr |accesso = 30 giugno 2017 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160303223112/http://www.lepoint.fr/politique/udi-simone-veil-l-invitee-surprise-de-borloo-21-10-2012-1519377_20.php |dataarchivio = 3 marzo 2016
|urlmorto = no }}</ref>
 
=== Accademica di Francia ===
Il 20 novembre [[2008]] fu eletta all'[[Académie française]] al primo turno dello scrutinio, con 22 voti su 29 (5 schede bianche e 2 nulle), occupando il seggio che fu di [[Pierre Messmer]], deceduto il 29 agosto [[2007]].
 
=== Ultimi anni ===
Nel 2013, dopo il decesso del marito e della sorella, decise di ritirarsi dalla vita pubblica. Muore a Parigi il 30 giugno 2017 poco prima di compiere 90 anni.
 
Diversi esponenti politici hanno chiesto che fosse tumulata nel [[Pantheon (Parigi)|Pantheon]], una sorta di cimitero laico delle grandi personalità francesi. A febbraio 2018 il presidente francese [[Emmanuel Macron]] annuncia che sia lei che il marito riposeranno nel [[Pantheon]]. Si tratterà della prima coppia di sposi e della quinta donna dopo circa 100 anni.
<ref>{{Cita web |url = https://www.francetvinfo.fr/politique/simone-veil/simone-veil-entrera-au-pantheon-le-1er-juillet_2618984.html |dataarchivio = 19 febbraio 2018 |urlmorto = no}}</ref>
La cerimonia è prevista per il 1 luglio 2018.
 
== Riconoscimenti ==