Verdicchio: differenze tra le versioni

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Il fatto che i due autori (Mambrino Roseo e Bacci) fossero marchigiani, indica come nel XVI secolo il legame del vitigno col territorio marchigiano fosse da tempo consolidato.
 
Alla fine del XIX secolo, il Comitato centrale ampelografico dà alle stampe il libro "''L'Ampelografia Italiana''" (1879-1890), che rappresenta in tutto ventotto uve, di cui dieci vitigni italiani, compreso il Verdicchio bianco. Gli altri vitigni italiani rappresentati sono [[Grignolino]], [[Barbera]], [[Dolcetto (vitigno)|Dolcetto]], [[Sangiovese|Sangioveto]], [[Trebbiano]], [[Glera|Prosecco]], [[Raboso]], [[Susumaniello|Sommariello]] e [[Frappato|Frappato di Vittoria]]).
 
Recentemente, l'analisi genetica ha evidenziato una parentela molto stretta tra il Verdicchio e il [[Trebbiano di Soave]]: si è dunque ipotizzato che il Verdicchio sia stato introdotto nelle Marche da coloni veneti, giunti alla fine del Quattrocento per ripopolare le campagne dopo un'epidemia di peste.