Verdicchio: differenze tra le versioni

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Alla fine del XIX secolo, il Comitato centrale ampelografico dà alle stampe il libro "''L'Ampelografia Italiana''" (1879-1890)<ref>[https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5997/GPI/0#GPContent Vedi la scansione sul sito del Ministero delle Politiche Agricole]</ref>, che rappresenta in tutto 28 vitigni italiani, compreso il Verdicchio bianco. Altri vitigni italiani rappresentati sono [[Grignolino]], [[Barbera]], [[Dolcetto (vitigno)|Dolcetto]], [[Sangiovese|Sangioveto]], [[Trebbiano]], [[Glera|Prosecco]], [[Raboso]], [[Susumaniello|Sommariello]] e [[Frappato|Frappato di Vittoria]].
 
Il Verdicchio viene ammesso nel [[Registro Nazionale delle Varietà di Vite]] il 25 maggio [[1970]].
 
Recentemente, l'analisi genetica<ref>''1991: Calò A., Costacurta A., Cancellier S., Forti R.: Verdicchio bianco, Trebbiano di Soave: un unico vitigno. Vignevini, 11: 49-52''</ref> ha evidenziato una parentela molto stretta tra il Verdicchio e il [[Trebbiano di Soave]]: si è dunque ipotizzato che il Verdicchio sia stato introdotto nelle Marche da coloni veneti, giunti alla fine del Quattrocento per ripopolare le campagne dopo un'epidemia di peste.