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==Nel mondo Greco-Romano==
===Diffusione===
[[File:Temple of Isis, Delos 02.jpg|thumb|right|alt=A hillside littered with broken columns. An intact set of columns, supporting a pediment, still stand.|I resti del tempio di Iside a [[Delo]]]]
La conquista di [[Alessandro Magno]] nel tardo [[IV secolo ba.C.]] portò alla creazione di regni ellenistici sul Mediterraneo e nel vicino est, incluso l'Egitto tolemaico, e mise la religione greca in stretto contatto con le religioni originarie di quei regni. La risultante diffusione di culture permise a molte tradizioni religiose di diffondersi per il mondo ellenistico nel corso degli ultimi tre secoli a.C.. Prima di allora, i culti legati ad una particolare città o nazione erano la norma nel mondo antico. I nuovi culti mobili, che includevano quelli di Iside e Serapide, si adattavano a seconda delle regioni e delle persone che venivano da molte diverse culture.<ref>Woolf, Greg, "Isis and the Evolution of Religions", in {{harvnb|Bricault|Versluys|2014|pp=73–79}}</ref>
 
Diffusi da mercanti e altri viaggiatori del mediterraneo, i culti di Iside e [[Serapide]] si stabilirono nelle città portuali greche verso la fine dedel [[IV secolo d.C.]] e si espansero attraverso la [[Grecia]] e l'[[Asia minore]] durante il III e II secolo. L'isola greca di [[Delo]] difu uno dei primi centri di culto di entrambe le dee, e il suo stato di centro di commercio la rese il punto da cui i culti egiziani si diffusero in Italia.<ref>[[Martin Bommas|Bommas, Martin]], "Isis, Osiris, and Serapis", in {{harvnb|Riggs|2012|pp=428–429}}</ref> Iside e Serapide erano anche venerate in siti sparsi per l'[[impero seleucida]], il regniregno ellenistico nel medio Oriente che si estendeva a est fino all'odierno [[Iran]], anche se scomparirono dalla regione quando i [[Seleucidi]] persero i territori al regno dei [[Parti]].<ref>Ma, John, "Les cultes isiaques en l'espace seleucide", in {{harvnb|Bricault|Versluys|2014|pp=133–134}}</ref>
 
I greci vedevano la religione egizia come esotica e a volte bizzarra, ma al tempo stesso piena di antica saggezza.<ref>{{harvnb|Hornung|2001|pp=19–25}}</ref> Come altri culti delle regioni dell'est del mediterraneo, il culto di Iside attrasse i greci e i romani, giocando sulle sue origini esotiche,<ref>{{harvnb|Bremmer|2014|pp=140–141}}</ref> ma la forma che assunse dopo aver raggiunto la Grecia era estremamente ellenizzata.<ref name="Bommas 431">Bommas, Martin, "Isis, Osiris, and Serapis", in {{harvnb|Riggs|2012|pp=431–432}}</ref> Molta di questa ellenizzazione era influenzata dal culto di [[Demetra]], con cui Iside fu sempre più comparata.<ref>{{harvnb|Pakkanen|1996|pp=94–100}}</ref>
 
Il culto di Iside raggiunse l'Italia e la sfera influente romana nel [[II secolo a.C.]].<ref name="Versluys 443">{{harvnb|Versluys|2004|pp=443–447}}</ref> Era uno dei molti culti che furono introdotti a Roma quando i territori della Repubblica romana si espansero negli ultimi secoli a.C.. Le autorità della Repubblica cercarono di definire quali culti fossero accettabili e quali no, tentando di definire una identità culturale romana nel mezzo dei cambiamenti culturali portati dell'espansione di Roma.<ref>{{harvnb|Orlin|2010|pp=3–7}}</ref> Nel caso di Iside, templi e altari a lei dedicati furono costruiti sul [[Campidoglio]], nel cuore della città, da privati all'inizio del [[I secolo a.C.]].<ref name="Versluys 443"/> L'indipendenza del suo culto dal controllo delle autorità romane lo rese una potenziale minaccia.<ref>{{harvnb|Beard|North|Price|1998|p=161}}</ref> Negli anni 40 e 50 a.C., quando la [[crisi della Repubblica]] fece temere ai romani che la pace fra gli dei si stesse sgretolando, il [[senato romano]] distrusse questi templi,<ref>{{harvnb|Takács|1995|pp=57, 64–67, 69}}</ref><ref>{{harvnb|Orlin|2010|pp=204–207}}</ref> Ancheanche se non bandirono completamente Iside dalla città.<ref name="Versluys 443"/>
 
I culti egizi si trovarono davanti ad altra ostilità durante la [[guerra finale della Repubblica romana]], quando Roma, sotto il comando di Ottaviano, futuro [[Augusto]], combatté l'impero Tolemaico di [[Cleopatra VII]].<ref>{{harvnb|Donalson|2003|pp=124–125}}</ref> Dopo la vittoria di Ottaviano, vennero banditi i templi di Iside e Serapide dall'interno del [[pomerium]], il confine del cuore sacro di Roma, permettendone la costruzione nella città ma al di fuori del pomerium, rendendo le dee egizie non romane, ma accettabili da Roma.<ref>{{harvnb|Orlin|2010|p=211}}</ref> Nonostante furono temporaneamente espulse fa Roma durante il regno di [[Tiberio]],{{refn|Tiberius' expulsion of the Egyptian cults was part of a broader reaction against religious practices that were regarded as a threat to order and tradition, including Judaism and [[Hellenistic astrology|astrology]]. [[Josephus]], a Roman-Jewish historian who gives the most detailed account of the expulsion, says the Egyptian cults were targeted because of a scandal in which a man posed as Anubis, with the help of Isis' priests, in order to seduce a Roman noblewoman. Sarolta Takács casts doubt on Josephus' account, arguing that it is fictionalized in order to convey a moral point.<ref>{{harvnb|Takács|1995|pp=83–86}}</ref>|group="Note"}} I culti egizi divennero gradualmente una parte accettata del panorama religioso romano. Gli imperatori della [[dinastia Flavia]] trattarono Serapide e Iside come protettrici del loro regno allo stesso modo dei dei tradizionali romani, come [[Giove (divinità)|Giove]] e [[Minerva]].<ref>{{harvnb|Donalson|2003|pp=138–139, 159–162}}</ref> Anche mentre veniva integrato nella cultura romana, il culto di Iside sviluppò nuove caratteristiche che enfatizzavano le sue origini egizie, includendo una maggiore enfasi su Osiride di quanta ce ne fosse in tempi ellenistici.<ref>{{harvnb|Wild|1981|pp=149–151}}</ref><ref>Bommas, Martin, "Isis, Osiris, and Serapis", in {{harvnb|Riggs|2012|p=431}}</ref>