Iside: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→Nel mondo Greco-Romano: Corretto errore di battitura, Aggiunti collegamenti Etichette: Modifica da mobile Modifica da applicazione mobile |
→Relazione con altri dei: argomento ampliato Etichette: Modifica da mobile Modifica da applicazione mobile |
||
Riga 162:
Iside aveva anche un estesa rete di connessioni con dei Greci e romani, e con altri di altre culture. Non era completamente integrata nel [[Pantheon greco]], ma fu comparata diverse volte con una grande varietà di figure mitologiche greche, come [[Demetra]], [[Afrodite]] o [[Io(mitologia)|Io]]<ref>{{harvnb|Solmsen|1979|pp=16–19, 53–57}}</ref> Il culto di Demetra aveva una influenza ellenizzante particolarmente importante sul culto di Iside dopo il suo arrivo in Grecia.<ref>{{harvnb|Pakkanen|1996|pp=91, 94–100}}</ref> La relazione di Iside con le donne fu influenzata dalla sua frequente comparazione con [[Artemide]], che aveva un ruolo dualistico come dea vergine e prmotrice della fertilità.<ref>{{harvnb|Heyob|1975|pp=72–73}}</ref> A causa dei poteri di Iside sul Fato, era connessa con le personificazioni greche e romane della fortuna, [[Tiche]] e [[Fortuna (mitologia)|Fortuna]].<ref>{{harvnb|Donalson|2003|p=8}}</ref> A Biblo, in Fenicia, nel II millennio a.C., Ator era venerato come una forma della dea locale [[Baalat Gebal]]; Iside prese gradualmente il posto di Ator nel corso del I millennio a.C.<ref>{{harvnb|Hollis|2009|pp=3–5}}</ref> Nel [[Noricum]] nell'Europa centrale, Iside fu sintetizzata con la dea locale [[Noreia]],<ref>Woolf, Greg, "Isis and the Evolution of Religions", in {{harvnb|Bricault|Versluys|2014|p=84}}</ref> e a Petra potrebbe essere stata collegata con la dea araba [[al-Uzza]].<ref>{{harvnb|Lahelma|Fiema|2008|pp=209–211}}</ref> L'autore romano [[Tacito]] disse che Iside era venerata dai [[Suebi]], una popolazione germanica che viveva fuori dell'impero, ma avrebbe potuto scambiarla per una dea germanica perché, come lei, la dea era simboleggiata da una barca.<ref>{{harvnb|Rives|1999|pp=80, 162}}</ref>
Molte delle aretalogie includono una lunga lista di dee con cui Iside era connessa. Questi testi trattano tutte le divinità elencate come forme della dea, suggerendo che agli occhi degli autori era un essere [[summodeistico]]: una dea per l'intero [[oecumene]]<ref>Sfameni Gasparro, Giulia, "The Hellenistic Face of Isis: Cosmic and Saviour Goddess", in {{harvnb|Bricault|Versluys|Meyboom|2007|pp=54–56}}</ref><ref>{{harvnb|Smith|2010|pp=243–246}}</ref> Nel mondo religioso romano, molte divinità erano chiamate "uno" o "unico" in testo religiosi come questi. Allo stesso tempo, i filosofi ellenici vedevano frequentemente il principio unificatore e astratto del cosmo come divino. Molti di loro interpretavano le tradizioni religiose per farle adattare a questo concetto di un essere assoluto, come Plutarco aveva fatto con Iside e Osiride.<ref>van Nuffelen, Peter, "Pagan Monotheism as a Religious Phenomenon", in {{harvnb|Mitchell|van Nuffelen|2010|pp=17–21, 26–27}}</ref> Ne [[l'asino d'oro]] Iside dice: "la mia persona manifesta gli aspetti di tutti gli dei e le dee". Dice anche che è "venerata da tutto il mondo sotto forme diverse, con vari riti e molti nomi", anche se gli egizi e i Nubi usavano il suo vero nome.<ref>{{harvnb|Hanson|1996|p=299}}</ref><ref>{{harvnb|Griffiths|1975|pp=154–155}}</ref> Ma quando elenca le forme in cui i vari popoli del mediterraneo la venerano, menziona solo divinità femminili.<ref>{{harvnb|Griffiths|1975|pp=143–144}}</ref> Dignità greco-romane erano fermamente divise dal genere, limitando quindi quanto universale Iside potesse effettivamente essere universale. Una aretalogia evita questo problema chiamando Iside e Serapide, che era spesso identificata anche con divinità maschili, le due dee "uniche".<ref name="Versnel 299">{{harvnb|Versnel|2011|pp=299–301}}</ref><ref name="Belayche 151">Belayche, Nicole, "''Deus deum . . . summorum maximus'' (Apuleius): Ritual Expressions of Distinction in the Divine World in the Imperial Period", in {{harvnb|Mitchell|van Nuffelen|2010|pp=151–152}}</ref> Similmente, sia Plutarco che Apuleio limitano l'importanza di Iside, trattandola come subordinata ad Osiride.<ref>{{harvnb|Gasparini|2011|pp=706–708}}</ref> La pretesa che fosse unica aveva il fine di enfatizzare la sua grandezza, piuttosto che fare una precisa affermazione teologica.<ref name="Versnel 299"/><ref name="Belayche 151"/>
== Mito ==
|