Iside: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→Relazione con altri dei: argomento ampliato Etichette: Modifica da mobile Modifica da applicazione mobile |
→Relazione con altri dei: argomento ampliato Etichette: Modifica da mobile Modifica da applicazione mobile |
||
Riga 164:
Molte delle aretalogie includono una lunga lista di dee con cui Iside era connessa. Questi testi trattano tutte le divinità elencate come forme della dea, suggerendo che agli occhi degli autori era un essere [[summodeistico]]: una dea per l'intero [[oecumene]]<ref>Sfameni Gasparro, Giulia, "The Hellenistic Face of Isis: Cosmic and Saviour Goddess", in {{harvnb|Bricault|Versluys|Meyboom|2007|pp=54–56}}</ref><ref>{{harvnb|Smith|2010|pp=243–246}}</ref> Nel mondo religioso romano, molte divinità erano chiamate "uno" o "unico" in testo religiosi come questi. Allo stesso tempo, i filosofi ellenici vedevano frequentemente il principio unificatore e astratto del cosmo come divino. Molti di loro interpretavano le tradizioni religiose per farle adattare a questo concetto di un essere assoluto, come Plutarco aveva fatto con Iside e Osiride.<ref>van Nuffelen, Peter, "Pagan Monotheism as a Religious Phenomenon", in {{harvnb|Mitchell|van Nuffelen|2010|pp=17–21, 26–27}}</ref> Ne [[l'asino d'oro]] Iside dice: "la mia persona manifesta gli aspetti di tutti gli dei e le dee". Dice anche che è "venerata da tutto il mondo sotto forme diverse, con vari riti e molti nomi", anche se gli egizi e i Nubi usavano il suo vero nome.<ref>{{harvnb|Hanson|1996|p=299}}</ref><ref>{{harvnb|Griffiths|1975|pp=154–155}}</ref> Ma quando elenca le forme in cui i vari popoli del mediterraneo la venerano, menziona solo divinità femminili.<ref>{{harvnb|Griffiths|1975|pp=143–144}}</ref> Dignità greco-romane erano fermamente divise dal genere, limitando quindi quanto universale Iside potesse effettivamente essere universale. Una aretalogia evita questo problema chiamando Iside e Serapide, che era spesso identificata anche con divinità maschili, le due dee "uniche".<ref name="Versnel 299">{{harvnb|Versnel|2011|pp=299–301}}</ref><ref name="Belayche 151">Belayche, Nicole, "''Deus deum . . . summorum maximus'' (Apuleius): Ritual Expressions of Distinction in the Divine World in the Imperial Period", in {{harvnb|Mitchell|van Nuffelen|2010|pp=151–152}}</ref> Similmente, sia Plutarco che Apuleio limitano l'importanza di Iside, trattandola come subordinata ad Osiride.<ref>{{harvnb|Gasparini|2011|pp=706–708}}</ref> La pretesa che fosse unica aveva il fine di enfatizzare la sua grandezza, piuttosto che fare una precisa affermazione teologica.<ref name="Versnel 299"/><ref name="Belayche 151"/>
===Iconografia===
[[File:Isis-Fortuna Walters 54751.jpg|thumb|upright|right|alt=Refer to caption|Statuetta romana in bronzo di Iside-Fortuna con una [[cornucopia]] e un timone, I secolo a.C.]]
Immagini di Iside fatte al di fuori dell'Egitto erano in stile ellenistico, come molte di quelle fatte in Egitto in tempi ellenistici e romani. I suoi attributi variavano ampiamente.<ref>Bianchi, Robert Steven, "Images of Isis and Her Cultic Shrines Reconsidered: Towards an Egyptian Understanding of the ''Interpretatio Graeca''", in {{harvnb|Bricault|Versluys|Meyboom|2007|pp=480–482, 494}}</ref> A volte indossava il copricapo con le corna di vacca di [[Hator]], ma i greci avevano ridotto la sua grandezza e lo avevano spesso interpretato come una luna crescente.<ref>Delia, Diana, "Isis, or the Moon", in {{harvnb|Clarysse|Schoors|Willems|1998|pp=542–543}}</ref> Poteva anche indossare copricapo con foglie, fiori o spighe di grano.<ref>{{harvnb|Griffiths|1975|pp=124–126}}</ref> Altri tratti comuni includevano ciuffi di capelli [[boccloli|boccolosi]] e un elaborato mantello legato con un nodo elaborato sul seno, che era originario del vestiario egizio, ma era trattato come un simbolo della dea al di fuori dell'Egitto.<ref>{{harvnb|Walters|1988|pp=5–7}}</ref>{{refn|This knot is sometimes called the "Isis-knot", although it should not be confused with the ''tyet'' symbol, which is also sometimes called the "knot of Isis".<ref>{{harvnb|Bianchi|1980|p=10}}</ref>|group="Note"}} Nelle sue mani poteva portare un [[ureo]] o un [[sistro]], entrambi derivanti dall'iconografia egizia,<ref>{{harvnb|Griffiths|1975|pp=132–135}}</ref> o una [[sistola]].<ref>{{harvnb|Walters|1988|pp=20–25}}</ref>
== Mito ==
|