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==Storia==
Nel 749 d.C. il re longobardo [[Astolfo (re)|Astolfo]] incaricò il cognato [[Anselmo di Nonantola|Anselmo]], duca del Friuli di costituire una via di comunicazione da nord a sud nella retrovia del confine con l'[[Esarcato d'Italia#La caduta dell.27Esarcato|impero Bizantino]], che all'epoca correva lungo la valle del fiume [[Reno (Italia)|Reno]]. Dopo aver fondato un monastero benedettino e un ospizio, come strutture di supporto in prossimità del crinale appenninico a [[Fanano]], Anselmo nel 752 fondò un secondo monastero nella pianura fra Mutina, Bononia ed il fiume Po, sul sito della colonia romana di Nonatula. InSi brevetrattò l’abbaziadi divennericostituire unala delleromana piùMutina-Pistoria, importantiche eper potentii d’Europa,[[longobardi]] aldivenne parifondamentale diper quellecollegare dila [[AbbaziaLangobardia diMaior|Langobardia Cluny|Clunymaior]] ealla [[AbbaziaDucato di Sant'AgostinoTuscia|CanterburyTuscia]], luogo privilegiato per<nowiki/>attraverso il passaggio[[Gastaldati deglilongobardi#Ducato imperatoridi carolingi e dei papi, che vi trovarono rifugio nel passaggio con le loro corti, al pariTuscia|gastaldato di mercanti e viandanti. [[Carlo MagnoPistoia]] la dotò di beni e privilegi, dichiarandola Abbazia imperiale, e probabilmente vi soggiornò nell'800 urante il suo viaggio a Roma. Nell'883 papa Marino la scelse come luogo di incontro con Carlo il grosso, mentre Papa Adriano III vi morì poco distante nell'855, mentre si recava alla Dieta imperiale a Worms
 
In breve l’abbazia divenne una delle più importanti e potenti d’Europa, al pari di quelle di [[Abbazia di Cluny|Cluny]] e [[Abbazia di Sant'Agostino|Canterbury]], luogo privilegiato per il passaggio degli imperatori carolingi e dei papi, che vi trovarono rifugio nel passaggio con le loro corti, al pari di mercanti e viandanti. [[Carlo Magno]] la dotò di beni e privilegi, dichiarandola Abbazia imperiale, e probabilmente vi soggiornò nell'800 urante il suo viaggio a Roma. Nell'883 [[Papa Marino I|papa Marino]] la scelse come luogo di incontro con [[Carlo il Grosso|Carlo il grosso]], mentre [[Papa Adriano III]] vi morì poco distante nell'855, mentre si recava alla [[Dieta (storia)|Dieta imperiale]] a [[Worms]].
La strada che collegava i due Monasteri fondati da Anselmo divenne in breve uno dei principali assi di comunicazione fra il nord Italia (e l’Europa centrale) e Roma. In particolare a partire dall'XI secolo, nell'epoca di grande sviluppo del [[pellegrinaggio cristiano]] si svilupparono ulteriormente gli ''hospitalia'' (ospizi), come ad esempio quello di [[Spilamberto]]. Tuttoggi rimangone nella toponomastica evidenti segni dell'epoca, come ad esempio le frazioni di Ospitaletto, sopra Marano sul Panaro e Ospitale di Fanano, che ne costituiscono un chiaro esempio). Anche più tardi, nelle lotte fra guelfi e ghibellini la Via rimase un passaggio fondamentale fra la pianura padana centrale e la Toscana, evitando il passaggio nelle terre assoggettate al Papato<ref>R. Stopani, ''La via romea nonantolana'', Centro Studi Romei, Firenze 2007</ref>.
 
La strada che collegava i due Monasteri fondati da Anselmo divenne in breve uno dei principali assi di comunicazione fra il nord Italia (e l’Europa centrale) e Roma. Non è da intersi con ciò una strada lastricata ben precisa, ma un itinerario diffuso lungo la valle del panaro, in cui pellegrini e viandanti si spostavano su un versante o sull'altro anche a seconda degli eventi politici, piuttosto che per la presenza di briganti o altri pericoli. Punti di passaggio obbligato rimanevano alcune località principali e la rete di ''hospitalia'' (ospizi). In particolare a partire dall'XI secolo, nell'epoca di grande sviluppo del [[pellegrinaggio cristiano]] si svilupparono ulteriormente gli ''hospitalia'' (ospizi)ospitali, come ad esempio quello di [[Spilamberto]]. Tuttoggi rimangone nella toponomastica evidenti segni dell'epoca, come ad esempio le frazioni di Ospitaletto, sopra [[Marano sul Panaro]] e Ospitale di Fanano, che ne costituiscono un chiaro esempio). Anche più tardi, nelle lotte fra guelfi e ghibellini la Via rimase un passaggio fondamentale fra la pianura padana centrale e la Toscana, evitando il passaggio nelle terre assoggettate al Papato<ref>R. Stopani, ''La via romea nonantolana'', Centro Studi Romei, Firenze 2007</ref>.
In epoca moderna, la via seguì le vicende dell'Abbazia di Nonantola, che perse progressivamente il suo ruolo e potere temporale, stritolata tra le lotte fra i comuni di Modena e Bologna, e con l'avanzare delle signorie rinascimentali, finendo per diventare un'[[abbazia]] ''[[in commendam]]''.
 
In epoca moderna, la via seguì le vicende dell'Abbazia di Nonantola, che perse progressivamente il suo ruolo e potere temporale, stritolata tra le lotte fra i comuni di Modena e Bologna, e con l'avanzare delle signorie rinascimentali, finendo per diventare un'[[abbazia]] ''[[in commendam]]''. Col venire meno del suo ruolo di via di comunicazione inserita nella grande storia europea, la via continuò per secoli una funzione di comunicazione soprattutto regionale, ed infatti una strada “''Mutina-Pistoria''” è citatain un trattato siglato nel 1225 tra i comuni di Modena e Pistoia.
 
== Riscoperta ==
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In alternativa, il pellegrino, una volta raggiunta la [[via Emilia]] può seguirla verso oriente ed oltrepassare l'Appennino in corrispondenza o di [[Bologna]] o di [[Forlì]], raggiungendo così o la via romea della Sambuca o la via romea dell'Alpe di Serra.
 
La nonantolana oggi
 
Provenendo dalle varie diramazioni della Romea Strata, che si riuniscono a [[Badia Polesine]], si entra nel tratto "nonantolano" della via per Roma attraversando il [[Po|fiume Po]] a [[Bondeno]], antica pertinenza dell'abbazia di Nonantola. Proseguendo sull'argine del Panaro si attraversano i centri di [[Finale Emilia]], [[Camposanto]] e [[Bomporto]], per giungere infine a Nonantola. Qui vi sono due opzioni: il ramo occidentale prosegue verso [[Modena]] (località storicamente non rientrante nell'itinerario, ma essenziale oggi per le sue connessioni con la grande viabilità stradale e ferroviaria), continuando per [[Castelnuovo Rangone|Castelnuovo]], [[Castelvetro di Modena|Castelvetro]] (rientrando qui pienamente nei domini nonantolani), Ospitaletto, [[Pavullo nel Frignano|Pavullo]] ed infine Fanano. Il ramo orientale invece si mantiene sulla riva destra del Panaro, attraversando [[San Cesario sul Panaro|San Cesario]], [[Spilamberto]], [[Vignola]], il [[Parco regionale dei Sassi di Roccamalatina|parco dei sassi di Rocca Malatina]] e [[Montese]], per poi ricongiungersi col ramo occidentale a Fanano. La presenza di questi due percorsi, vicini ma distinti, viene interpretata da alcuni camminatori anche come giro "ad anello", della durata di circa 7-10 giorni, seppur perdendo la connotazione di pellegrinaggio romipeto.
 
Da Fanano il percorso si inerpica per la Val di Lamola, giungendo ad Ospitale ed infine al crinale appenninico al Passo della Calanca, oppure al più agevole [[Passo della Croce Arcana]]. Di qui il percorso scende a [[Cutigliano]] e [[Pontepetri|Ponte Petri]], giungendo a Pistoia, nota nel medioevo come la "''Santiago minor''" per la presenza delle uniche relique di [[Giacomo il Maggiore|San Giacomo Maggiore]] fuori da [[Santiago di Compostela]]. Ripartendo per [[Lamporecchio|San Baronto]] si giunge sull'[[Arno]] a [[Fucecchio]] e [[San Miniato]], seguendo la [[Via Francigena]] sino alla città eterna.
 
== Note ==