Rom in Italia: differenze tra le versioni

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Un altro documento interessante è datato [[1506]] e riferisce del seppellimento ad [[Orvieto]] di tale "''Paolo Indiano, capitano dei cingari''", che aveva prestato servizio nell'esercito veneziano.<ref>L. Piasere, "I rom d'Europa. Una storia moderna, pag. 33, Laterza, 2004</ref>
 
La prima testimonianza scritta di [[lingua romaniromaní]] in [[Italia]] è datata al [[1646]] e si trova in una [[commedia]] di [[Florido dei Silvestris]], nella quale è riportata la frase "''tagar de vel cauiglion cadia dise''" (ritrascrivibile in: "''t(h)agar devel, k aviljom kadja disë''"), che significa "Signore Iddio, che sono giunto (in) questa città".<ref>L. Piasere, "I rom d'Europa. Una storia moderna, pag. 24, Laterza, 2004</ref> Questa espressione corrisponderebbe al secondo "strato" della classificazione linguistica fatta da [[Lingua romani|Marcel Courthiade]] e costituirebbe un elemento per sostenere che i Rom siano arrivati in Italia dai [[Balcani]].
 
Nelle varie cronache che raccontano dell'incontro con queste comunità di "pellegrini", un importante aspetto è legato al [[dono]] della [[divinazione]] o della predizione del futuro, così come il commercio dei cavalli, che i rom accompagnavano alle loro richieste di aiuto.