Bringing It All Back Home: differenze tra le versioni
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Intanto Dylan e il produttore [[Tom Wilson (produttore)|Tom Wilson]] stavano facendo esperimenti sulla loro idea di fondere assieme il rock e la musica folk. A tal proposito, Dylan aveva già iniziato ad adocchiare un gruppo di musicisti canadesi che stavano lavorando su un disco di [[John P. Hammond]]: il chitarrista [[Robbie Robertson]], il batterista [[Levon Helm]], e l'organista [[Garth Hudson]] (membri degli Hawks, che in seguito diventeranno famosi come [[The Band]]).
Comunque, quando Dylan e Wilson iniziarono a lavorare al nuovo album, accantonarono temporaneamente le loro sperimentazioni elettriche. La prima seduta di registrazione, tenutasi il 13 gennaio 1965 nello Studio A della Columbia a New York, fu dedicata interamente ad una esibizione acustica del solo Dylan. Vennero portate a termine dieci canzoni, ma la quasi totalità fu in seguito scartata. Nessuna di queste registrazioni finì sull'album, solo tre di esse furono pubblicate: ''[[I'll Keep It
Il giorno seguente, Dylan si presentò con una band elettrica. Furono reclutati per l'occasione i chitarristi Al Gorgoni, Kenneth Rankin, e Bruce Langhorne, il pianista Paul Griffin, i bassisti Joseph Macho Jr. e William E. Lee, e il batterista Bobby Gregg. La seduta si concentrò sulla lavorazione di otto brani, molti dei quali già provati il giorno precedente. Secondo Langhorne, tutti i brani vennero completati e registrati al primo tentativo tranne poche eccezioni. Dopo tre ore e mezza (dalle 2:30 di notte alle 6:00 di mattina), furono preparati i master definitivi di ''Love Minus Zero/No Limit'', ''Subterranean Homesick Blues'', ''Outlaw Blues'', ''She Belongs To Me'', e ''Bob Dylan's 115th Dream''.
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