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===Datazione===
Secondo la tradizione storiografica, iniziata nel [[XVII secolo|Seicento]] da [[Bernardino Baldi]] e ripresa fino a tutto l'[[XIX secolo|Ottocento]], la costruzione del palazzo risalirebbe addirittura al [[1008]]. Tale ipotesi sarebbe stata suffragata dall’esistenza di tale numero scritto a caratteri dorati in [[Alfabeto arabo|cifre arabe]] (introdotte in Italia in epoca successiva) sulla porta della sala del Consiglio di Valle. Tale scritta rimase fino al principio del [[XIX secolo]], quando la sala venne adibita a carcere. Questa data non trova però fondamento nel contesto dell’[[XI secolo]]; anche considerando un precoce movimento di emancipazione dall’autorità vescovile, questa era ancora forte nel [[XII secolo]]. Già dal [[1190]] la comunità di [[Clusone]] assunse la configurazione istituzionale di [[Comune medievale|Comune]] autonomo, retto da propri consoli (documentati a partire dal [[1196]]), senza peraltro che siano noti i margini entro cui si espresse concretamente tale autonomia, certamente concessa dal [[Vescovo]].
[[File:Clusone - panoramio (15).jpg|
===XII-XIV secolo===
▲[[File:Clusone - panoramio (15).jpg|destra|thumb|La torre dell'[[Orologio planetario Fanzago|Orologio]] di [[Clusone]]]]
I rilievi stratigrafici compiuti in occasione del progetto di rifacimento del Palazzo fanno risalire al [[XII secolo]] il primo nucleo affiancato ma distinto dalla preesistente torre, ove oggi si colloca l’[[Orologio planetario Fanzago|Orologio Fanzago]]: si trattava di un piccolo edificio a pianta rettangolare probabilmente a due piani, con accesso dal lato sud attraverso un portale ancora oggi in parte visibile (oggi sull’entrata secondaria della ''Turismo Pro Clusone''). Verso la fine del [[XIV secolo]] fu dotato di un piccolo portico con ampio [[Arco (architettura)|arco]] a sesto ribassato (quello tuttora esistente, contiguo alla torre dell’Orologio); sicuramente in questo periodo l’edificio aveva già funzioni pubbliche. A nord erano sorti anche altri due nuclei originariamente isolati.
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Il palazzo venne progressivamente ampliato, ma, secondo la tradizione storiografica, al tempo del [[Podestà (medioevo)|Podestà]] Gio. Francesco Contarini, eletto nel [[1485]] andò parzialmente in rovina, tanto che il comune di Clusone radunava il suo Consiglio (detto [[Arengo]]) sopra la pubblica piazza del mercato. Risale a questo periodo il rifacimento, confermato anche dai rilievi stratigrafici, che tendono ad anticipare di qualche decennio l’intervento: l’impianto originale prevedeva al piano inferiore un portico seminterrato molto profondo a due navate, privo di partizioni interne, coperto con un solaio di legno. Al piano superiore si trovava un unico grande salone, cui davano luce le [[Bifora|bifore]] ogivali poste in [[facciata]]. Questa venne decorata con affreschi (tre grandi stemmi e i contorni delle finestre) già subito dopo la costruzione, ed in seguito arricchita di nuove decorazioni. Allo stesso periodo risale il sistema di portici sui lati nord e ovest e probabilmente anche sul lato est del cortile, chiuso da un portale, in parte ancora visibile, tagliato successivamente da quello che ancora oggi funge da accesso alla Piazza Sant’Andrea.
Quest’ultimo, in pietra con dieci [[Bassorilievo|bassorilievi]] che rappresentano altrettante armi antiche, fa parte dei rimaneggiamenti eseguiti nel [[XVI secolo|Cinquecento]] e che riguardano soprattutto la parte est. Una [[Loggia|loggetta]] collegava l’ufficio del [[Podestà (medioevo)|Podestà]] con il tribunale, collocato nella parte nord dell’edificio e sul cui ingresso è scolpita la data del [[1597]].
[[File:Quadro bana.jpg|
===XIX secolo===
▲[[File:Quadro bana.jpg|sinistra|thumb|Il quadro del 1802 che rappresenta la fucilazione di Luigi Bana nel 1797]]
L’aspetto del palazzo all’inizio dell’[[XIX secolo|Ottocento]] si può ricostruire dal quadro datato [[1802]] che mostra la fucilazione, eseguita nel [[1797]], di Luigi Bana, colpevole dell’abbattimento dell’[[Albero della libertà]]. Il quadro è visibile al piano terra del Museo della Basilica ed una sua copia nella sala del Consiglio Comunale. E’ una testimonianza preziosa, perché poco dopo il palazzo venne completamente trasformato, con la sopraelevazione di un piano, la chiusura delle finestre ogivali originali e l’apertura di nuove rettangolari, che cambiarono completamente l’aspetto del palazzo, dandogli quello attuale.
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