Michele II l'Amoriano: differenze tra le versioni

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== Carriera militare, politica ed ascesa al trono imperiale ==
== Regno ==
Nato nel 770 ad [[Amorio]] in [[Frigia]], Michele proveniva da una famiglia di contadini-soldati che avevano ricevuto terre dall'Impero come ricompensa per il lungo servizio militare offerto. Secondo quanto riportato da [[Teofane Confessore|Teofane]], la famiglia di Michele era legata alla setta degli [[Athinganoi]], la quale poteva contare su numerosi adepti in quell'era.
Da semplice soldato fece carriera nell'[[esercito]] fino ad arrivare al grado di generale durante il regno dell'amico [[Leone V l'Armeno]]. Imprigionato dopo un tentativo di colpo di Stato contro l'imperatore in carica venne liberato dalla prigionia dai suoi seguaci che l'aiutarono a prendere il potere e ad uccidere il suo predecessore. In seguito dovette fronteggiare la rivolta capeggiata da [[Tommaso lo Slavo]], un generale bizantino suo vecchio compagno d'arme.
 
Emulando la lunga tradizione familiare Michele fece carriera nell'[[esercito]]: partendo da soldato semplice arrivò a ricoprire, durante il regno di [[Niceforo I il Logoteta|Niceforo I]], l'incarico di [[spatharios]] del generale [[Bardanes Tourkos]]. In segno di stima, il suo generale gli concesse la mano di sua figlia [[Tecla (imperatrice)|Tecla]], mentre un'altra delle sue figlie fu data in sposa per le stesse ragioni all'altro ''spatharios,'' [[Leone V l'Armeno|Leone]]. L'amicizia con il suocero ebbe vita breve: nell'803 Bardanes Tourkos appoggiò una cospirazione contro l'imperatore regnante, il suddetto Niceforo I, a cui rimasero invece fedeli sia Michele che Leone. Come ricompensa, Niceforo I donò a Leone una lussuosa villa a [[Costantinopoli]] nominandolo anche ''Comes Foederatum'' (in greco κόμη των φοιδεράτων), ovvero Capo dei Federati, soldati di origine barbarica ormai integrati nell'Impero e che volontariamente si arruolavano nell'esercito bizantino sotto il comando di un generale bizantino. Michele invece, per le stesse ragioni, fu da Niceforo I nominato ''Conte della Tenda'' (in greco κόμης της κόρτης), ovvero responsabile notturno della tenda imperiale allestita negli accampamenti militari, in tempi di guerra.
Nonostante la sua simpatia dichiarata per l'[[iconoclastia]] fu tollerante con tutte le [[religione|fedi]] professate; si inimicò una parte della popolazione in occasione del suo secondo matrimonio con la figlia di [[Costantino VI]], dopo che la stessa era già stata consacrata monaca, e dovette reprimere una rivolta militare a [[Costantinopoli]] che lo voleva rovesciare.
[[File:Nicephorus sends an epistle to emperor Michael II in favour of the icons restoration Chronikon of Ioannis Skylitzes.jpg|thumb|upright=1.1|Niceforo I manda un'epistola all'imperatore Michele II in favore per la restaurazione delle icone.]]
 
Nell'813 al seguito di numerosi insuccessi contro i Bulgari, l'imperatore regnante [[Michele I Rangabe|Michele I]] abdicò in un contesto di crescenti pressioni e pericoli per la propria vita: Michele ''l'Amoriano'' fu determinante nello spingere all'abdicazione l'imperatore regnante, affinché salisse alla porpora l'amico e compagno d'armi Leone. Come ricompensa per il suo aiuto, il novizio imperatore [[Leone V l'Armeno|Leone V]] lo ricompensò nominandolo Domestico degli ''Excubitori'' (in greco, δομέστικος τῶν ἐξκουβιτόρων, ''domestikos tōn exkoubitorōn''), ovvero capo di uno dei battaglioni ([[tagma]]<nowiki/>ta) di difesa personale dell'imperatore.
Durante il suo regno la flotta bizantina fu sconfitta dagli [[Arabi]] che si impadronirono di [[Creta]] nell'[[826]] e di parte della [[Sicilia]] nell'[[829]]. Non si conoscono le cause della sua morte avvenuta nell'829; gli successe sul trono il figlio [[Teofilo (imperatore)|Teofilo]], frutto del suo primo matrimonio.
 
La duratura amicizia tra l'imperatore Leone V ed il Domestico degli ''Excubitori'' volse a termine quando il primo decise di divorziare dalla moglie, cognata del secondo: tra i due sorse un clima di sfiducia ed antipatia reciproco che culminò, nella [[Vigilia di Natale]] dell'820, con l'arresto di Michele. L'imperatore, condannatolo a morte, posticipò l'esecuzione a data da destinarsi dopo il Natale, ma Michele riuscì a mettersi in contatto con gli altri cospiratori ed a farsi liberare la notte stessa. Senza perdere tempo, insieme si precipitarono nella Cappella di Santo Stefano a Costantinopoli, dove l'imperatore Leone V stava formalmente presenziando alla Santa Messa: sotto gli occhi attoniti dei presenti, l'imperatore fu assassinato dai cospiratori. Pare che Michele non avesse avuto nemmeno il tempo di rimuovere le catene della prigionia dalle proprie caviglie: malgrado le condizioni inadeguate, tutti i cospiratori lo acclamarono imperatore.
 
Al patriarca di Costantinopoli Teodato I non rimase che incoronare formalmente il nuovo sovrano, nel giorno di Natale successivo, che assumerà il nome di Michele II. Nonostante fosse di confessione [[iconoclastia|iconoclasta]], l'imperatore si dichiarò da subito tollerante con tutte le [[religione|fedi]] professate nell'impero, inclusa quella cristiana [[Iconodulia|iconodula]].
 
Dal dicembre dell'821 fu alle prese con il tentativo d'usurpazione messo in atto da [[Tommaso lo Slavo]], il quale era stato insieme a Leone e Michele uno ''spathario'' di Bardanes Tourkos: dopo una decisiva battaglia ad Arcadiopoli (odierna [[Lüleburgaz]]) ottenuta nell'ottobre dell'823, Michele II poté finalmente porre fine al tentativo di usurpazione
 
La Basilissa Tecla morì nell'823 e allora Michele decise di sposare [[Eufrosina (imperatrice)|Eufrosina]], figlia di [[Costantino VI]]: con questa mossa Michele II cercò di rafforzare la propria posizione imperiale minata sia dalla lentezza con cui sconfisse Tommaso lo Slavo e sia dalle sue simpatie iconoclaste in un'epoca di rinascita icondoula. Alla fine però, questa scelta sortì l'effetto contrario, poiché al clero non andò giù l'idea che l'imperatore avesse scelto in sposa una donna che aveva ormai preso i voti, diventando suora.
 
Ad aggravare ulteriormente la stabilità dell'impero fu il fatto che, per sconfiggere Tommaso lo Slavo, l'esercito bizantino e le casse statali si erano indebolite così tanto che nulla si poté fare per impedire, nell'824, la conquista di [[Creta]] per mano araba. Nell'826 Michele II tentò di riannettere Creta all'impero, ma la spedizione militare si tradusse in una seconda vittoria araba che servì solamente a rafforzare le consapevolezze di questi: difatti, compreso il momento di difficoltà, pensarono bene di conquistare la [[Sicilia]] nell'827, sfruttando anche delle temporanee lotte intestine.
 
Durante il suo regno la flotta bizantina fu sconfitta dagli [[Arabi]] che si impadronirono di [[Creta]] nell'[[826]] e di parte della [[Sicilia]] nell'[[829]]. Non si conoscono le cause della sua morte avvenuta nell'829; gli successe sul trono il figlio [[Teofilo (imperatore)|Teofilo]], frutto del suo primo matrimonio.
 
== Matrimoni e discendenza ==
Michele ebbe dalla sua prima moglie, [[Tecla (imperatrice)|Tecla]]:
Michele sposò in prime nozze [[Tecla (imperatrice)|Tecla]], figlia di [[Bardanes Tourkos]], [[generale]] bizantino di origine [[armenia|armena]] al cui comando egli estesso aveva combattuto, dalla quale ebbe:
 
* [[Teofilo (imperatore)|Teofilo]], suo successore al trono imperiale.
 
Rimasto vedovo, Michele sposò [[Eufrosina (imperatrice)|Eufrosina]], figlia di [[Costantino VI]], dalla quale tuttavia non ebbe figli.
Dalla seconda sposa [[Eufrosina (imperatrice)|Eufrosina]] non ebbe alcun figlio.
 
==Note==