Mamma Ebe: differenze tra le versioni

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Fu soprannominata la ''santona di Carpineta'', dal nome della località in cui sorgeva la sua casa-tempio presso l'omonimo paese tra le colline romagnole di [[Cesena]]. Esercitò l'attività anche in un'altra delle sue dimore, presso San Baronto, frazione di [[Lamporecchio]], in [[provincia di Pistoia]].
 
La ''Pia Unione di Gesù Misericordioso'' operò nella zona di San Baronto, poi [[Borgo d'Ale]] in [[provincia di Vercelli]] e quindi [[Roma]] e Carpineta benché non fosse mai maistata approvata o in altro modo riconosciuta dalle autorità della [[Chiesa Cattolica]], anzi il [[diocesi di Pistoia|vescovo di Pistoia]] [[Simone Scatizzi]], il 29 settembre 1982 dichiarava il «''carattere non ecclesiale della Pia unione di Gesù misericordioso''» e il 24 maggio 1985 pronunciava l'interdizione canonica, diffidando i credenti a prendere parte alle attività della «''Pia unione''» e proibendo ai sacerdoti di frequentare la Giorgini e di dare i sacramenti a lei e ai suoi adepti.<ref>http://www.lastampa.it/2011/05/16/blogs/oltretevere/mamma-ebe-documenti-della-diocesi-di-pistoia-z2UKUAq2KrLCMAMtHVHVmM/pagina.html</ref>
 
Mamma Ebe fu a più riprese posta sotto accusa dal 1980 al 1994: i suoi reati andavano dall'[[estorsione]] a poveri anziani malati con la promessa di una guarigione, alla persuasiva suggestione psicologica dei seguaci, spesso donne. La sua vita ispirò, al regista [[Carlo Lizzani]], il [[Mamma Ebe (film)|film omonimo]], che venne poi presentato alla [[Mostra del Cinema di Venezia]] nel [[1985]]. Nel film di Lizzani, Mamma Ebe è interpretata dall'attrice Berta D. Domínguez.