Apollo 8: differenze tra le versioni

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[[File:Apollo_8_Lovell_at_Guidance_and_Navigation_station.jpg|thumb|Jim Lovell si occupa della navigazione durante la missione Apollo 8.]]
 
Durante il viaggio, il principale compito principale dell'astronauta Jim Lovell come Pilota del Modulo di Comando era occuparsi della navigazione. Nonostante che il Controllo Missione eseguisse costantemente tutti i calcoli inerenti alla traiettoria, era necessario che un membro dell'equipaggio facesse da navigatore in modo che, se fossero state perse le comunicazioni, gli astronauti sarebbero comunque riusciti a tornare verso la Terra. Il lavoro di Lovell venivaconsisteva eseguitonello orientandosicontrollare attraversola letraiettoria stelledella ednavetta "a vista" stimando la posizione delle stelle utilizzando un [[sestante]] installato nella navetta spaziale, misurando cioè l'angolo tra i corpi celesti e l'orizzonte della Terra (o della Luna). Ciò si dimostrò un'operazione alquanto impegnativa poiché vi era una vasta quantità di detriti attorno al veicolo spaziale, formatisi dalla separazione dello stato S-IVB del Saturn V, che rendevano difficile distinguere le stelle.
 
Sette ore dopo l'inizio della missione., Ll'Apollo 8 si trovava circa un'ora e 40 minuti in ritardo rispetto al piano di volo per via dei problemi relativi alla separazione dall'S-IVB e per le difficoltà di Lovell nell'osservare le stelle. In questoquel momento l'equipaggio mise la navetta nell'assetto ''Passive Thermal Control'' (PTC), chiamato anche "''barbecue roll''", innel cuiquale il veicolo veniva fattoposto ruotarein intornorotazione attorno al suoproprio asse maggiorelongitudinale, con una voltavelocità all'oradi circa un giro l'ora, affinché il colorecalore irradiato dal soleSole si distribuisse uniformemente sulla sua superficie. Se non fosse stata attuata una tale strategia, la parte della navetta esposta alla luce solare diretta potevaavrebbe riscaldarsipotuto oltresuperare i 200&nbsp;°C, mentre quella in ombra arrivare a -100&nbsp;°C. QuesteA tali temperature, estremesia avrebbero potuto causare danni allolo [[scudo termico]], esia allele linee di rifornimento del propellente avrebbero potuto subire dei danni. Poiché era impossibile ottenere un movimento rotatorio perfetto, ogni mezz'ora l'equipaggio doveva apportare dei piccoli aggiustamenti.<ref name="journal day 1 Maroon">{{Cita web|url=https://history.nasa.gov/ap08fj/04day1_maroon.htm |titolo=Day 1: Maroon Team |cognome1=Woods |nome1=W. David |cognome2=O'Brien |nome2=Frank |opera=Apollo 8 Flight Journal |editore=NASA |data=22 aprile 2006 |accesso=4 febbraio 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080107002315/https://history.nasa.gov/ap08fj/04day1_maroon.htm |dataarchivio=7 gennaio 2008 |urlmorto=sì}}</ref>
 
[[File:As08-16-2593.jpg|thumb|La prima immagine della Terra nel suo intero presa da un essere umano, probabilmente da [[William Anders]];<ref name="Apollo8FlightJournalDay1">{{Cita web|url=https://history.nasa.gov/ap08fj/03day1_green_sep.htm |titolo=Day 1: The Green Team and Separation |cognome1=Woods |nome1=W. David |cognome2=O'Brien |nome2=Frank |anno=2006 |opera=Apollo 8 Flight Journal |editore=NASA |accesso=29 ottobre 2008 |urlmorto=yes |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080923012425/http://history.nasa.gov/ap08fj/03day1_green_sep.htm |dataarchivio=23 settembre 2008}} TIMETAG 003:42:55.</ref> Il sud è in alto e il sud America è in centro.]]
 
La prima correzione di rotta (''mid-course correction'') venne effettuata ad 11 ore daldopo il decollo. L'accensione del motore del Modulo di Servizio., il ''[[Service Propulsion System]]'' (SPS), svenneavvenne per una durata di 2.,4 secondi chee servìdeterminò perun aumentare[[Delta-v|incremento ladella velocità]] di 6,2 m/s nella direzione di marcia.<ref name="orloff1" /> QuestaIl modificarisultato si dimostròrisultò inferiore ai 7.,6 m/s preventivati, poiché una bolla di [[elio]] nelle linee dell'[[ossidante]] aveva inaspettatamente abbassato la pressione. L'equipaggio corresse l'inconveniente utilizzando i motori del sistema [[Reaction control system|RCS]]. Le ulteriori due accensioni programmate non vennero eseguite poiché la traiettoria dell'Apollo 8 si era dimostratarivelata già ottimale.<ref name="journal day 1 Maroon"/>
 
All'undicesima ora di volo, l'equipaggio era sveglio da oltre 16 ore. Durante la programmazione della missione, la NASA aveva stabilito che durante il volo almeno un astronauta sarebbe dovuto rimanere sveglio per affrontare eventuali problemi che sarebbero potuti sorgere. Borman fu il primo a cercare di addormentarsi, ma trovò difficoltoso prendere sonno a causa delle continue trasmissioni radio e del rumore meccanico.<ref name="journal day 1 Maroon"/> Dopo circa un'ora, Borman fu autorizzato dal Controllo Missione ad assumere una [[compressa]] di [[secobarbital]] per favorire il sonno, tuttavia con scarsi effetti. Alla fine Borman riuscì ad addormentarsi, ma sentendosi male al risveglio. Vomitò due volte e accusò diarrea, lasciando l'interno della navicella piena di piccoli pezzi di vomito e feci che l'equipaggiò cercò di pulire al meglio. Borman non avrebbe voluto che tutti sapessero dei suoi problemi di salute ed inizialmente cercò di celarlo al Controllo Missione; Lovell ed Anders tuttavia ritennero doveroso darne comunicazione al centro di controllo e convinsero infine Borman. Vista la situazione, l'equipaggio decise di usare il ''Data Storage Equipment'' (DSE) per trasmettere voce e telemetria ad alta velocità a terra. Dopo aver registrato i sintomi manifestati da Borman, chiesero al Controllo Missione di controllare la registrazione affermando che avrebbero «voluto una valutazione dei commenti vocali».<ref name="journal day 2 green">{{Cita web|url=https://history.nasa.gov/ap08fj/06day2_green.htm |titolo=Day 2: Green Team |cognome1=Woods |nome1=W. David |cognome2=O'Brien |nome2=Frank |data=22 aprile 2006 |opera=Apollo 8 Flight Journal |editore=NASA |accesso=30 gennaio 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080311114001/https://history.nasa.gov/ap08fj/06day2_green.htm |dataarchivio=11 marzo 2008 |urlmorto=sì}}</ref>
 
Circa un'ora dopo l'inizio del tentativo di addormentarsi, Borman venne autorizzato dal Controllo Missione ad assumere una [[compressa]] di [[Secobarbital]] per favorire il sonno, tuttavia con scarsi effetti. Alla fine Borman riuscì comunque ad addormentarsi per poi risvegliarsi sentendosi malato. Vomitò due volte e accusò diarrea, lasciando l'interno della navicella piena d piccoli pezzi di vomito e feci che l'equipaggiò cercò di pulire il meglio possibile. Inizialmente Borman non volle che tutti sapessero dei suoi problemi di salute, ma Lovell ed Anders ritenevano che il Controllo Missione andasse informato. L'equipaggio allora decise di usare il ''Data Storage Equipment'' (DSE) per trasmettere voce e telemetria ad alta velocità a Terra. Dopo aver registrato la descrizione della malattia di Borman chiesero al Controllo Missione di controllare la registrazione affermando che avrebbero "voluto una valutazione dei commenti vocali".<ref name="journal day 2 green">{{Cita web|url=https://history.nasa.gov/ap08fj/06day2_green.htm |titolo=Day 2: Green Team |cognome1=Woods |nome1=W. David |cognome2=O'Brien |nome2=Frank |data=22 aprile 2006 |opera=Apollo 8 Flight Journal |editore=NASA |accesso=30 gennaio 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080311114001/https://history.nasa.gov/ap08fj/06day2_green.htm |dataarchivio=11 marzo 2008 |urlmorto=sì}}</ref>
 
L'equipaggio dell'Apollo 8 e il personale medico del Controllo Missione tennero una riunione con quest'ultimi che utilizzarono la sala di controllo vuota al secondo piano (vi erano, a Houston, due sale di controllo identiche, una al secondo e una al terzo piano; solo una veniva utilizzata durante una missione). I partecipanti alla conferenza conclusero che non vi erano grasse preoccupazioni riguardo alla malattia di Borman era probabilmente solo un'[[influenza]] di 24 ore, come pensava Borman stesso, o una reazione alla pillola assunta per dormire.<ref>{{Cita|M. Collins|p. 306|Collins}}, 2001.</ref></ref> Ora i ricercatori ritengono che egli avesse sofferto di [[sindrome da adattamento spaziale]], una condizione che colpisce circa un terzo degli astronauti durante il loro primo giorno nello spazio fintantoché il loro [[Vestibolo (anatomia)|sistema vestibolare]] non si adatta allo [[assenza di peso]].<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Quine |nome=Tony |data=aprile 2007|titolo=Addicted to space: An appreciation of Anousheh Ansari, Part II |rivista= Spaceflight|volume=49 |numero=4 |p=144|issn=0038-6340 |editore=British Interplanetary Society}}</ref> Questa sindrome non si era mai verificata durante le missioni dei programmi precedenti ([[Programma Mercury]] e [[Programma Gemini]]) poiché le navette utilizzate erano dotate di uno spazio interno molto ridotto che non permetteva agli astronauti di fluttuare all'interno. L'incremento dello spazio nel Modulo di Comando Apollo permetteva agli astronauti di avere una grande libertà di movimenti, contribuendo all'instaurarsi dei [[sintomo|sintomi]] sperimentati da Borman e, più tardi, da [[Russell Schweickart]] in occasione dell'[[Apollo 9]].<ref>{{Cita web|url=http://lsda.jsc.nasa.gov/scripts/experiment/exper.aspx?exp_index=747 |titolo=The Effects of Long-Duration Space Flight on Eye, Head, and Trunk Coordination During Locomotion |cognome1=Kozlovskaya |nome1=Inessa B |cognome2=Bloomberg |nome2=Jacob J. |cognome3=Layne |nome3=Charles S. |anno=2004 |opera=Life Sciences Data Archive |editore=Lyndon B. Johnson Space Center |cid=LSDA Exp ID: 9307191 |accesso=28 giugno 2013 }}</ref>