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== L'incidente ==
== L'incidente ==
La simulazione del 27 gennaio 1967 era molto importante, ché avrebbe consentito di testare il funzionamento della capsula in fase di volo, una volta distaccata da tutti gli ausili di lancio; le operazioni non erano considerate particolarmente pericolose, in quanto né il razzo vettore né la capsula avevano imbarcato carburante liquido o [[criogenia|materiali a bassa temperatura]]
Alle ore 13:00 [[Eastern Time Zone|EST]] Grissom, Chaffee e White si accomodarono nel modulo di comando, allacciandosi le cinture di sicurezza e attivando i sistemi di comunicazione e respirazione assistita. In questo frangente Grissom avvertì nell'atmosfera viziata della capsula uno strano odore, che comparò a quello del [[latte]] inacidito; alle ore 13:20 la simulazione venne quindi sospesa per consentire di campionare l'aria entro la navicella. Le analisi non riscontrarono tuttavia alcuna contaminazione atmosferica (né successivamente si potè stabilire una correlazione tra l'incidente e tale odore), sicché alle 14:42 l'esercitazione riprese.
Alle 14:45 il personale di rampa provvide a chiudere il portello della
Una volta sigillato il portello, l'aria nel modulo di comando fu sostituita da [[ossigeno]] puro a {{convert|16.7|psi|kPa|abbr=on|lk=on}}, ovvero {{convert|2|psi|kPa|abbr=on}} in più rispetto alla pressione atmosferica.<ref name="SP4029" /><ref name="aibreport"/>
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[[File:Apollo 1's Command Module - GPN-2003-00057.jpg|thumb|upright|Exterior of the Command Module was blackened from eruption of the fire after the cabin wall failed]]
Alle 18:31 uno dei cavi elettrici della capsula andò in sovraccarico, facendo scoccare una scintilla; nove secondi dopo un astronauta (probabilmente Grissom, secondo quanto appurato dagli inquirenti) proruppe in un'esclamazione indistinta ("Hey!" seguito da un termine assimilabile a "Fire!",<ref name="aibreport"/>
{{citazione|Abbiamo del fuoco in cabina!||We've got a fire in the cockpit!|lingua=en}}
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Alcuni uomini del personale della sala di controllo affermarono di aver visto nei monitor di servizio (collegati a una telecamera piazzata all'interno dell'abitacolo) White slacciarsi dal sedile e tentare di aprire il portello<ref name="SP4029" />, mentre le fiamme si levavano dalla sinistra della cabina.<ref name="aibreport"/>
Complice l'atmosfera di ossigeno puro l'incendio si sviluppò molto rapidamente: l'aumento di temperatura e di pressione - stimato fino a {{convert|29|psi|kPa|abbr=on}} - fece collassare la struttura interna del modulo di comando. Fiamme e gas arroventati
Il collasso strutturale della capsula agevolò il consumo dell'ossigeno puro, che venne sostituito da normale aria atmosferica: a tal punto le fiamme declinarono, ma l'ambiente si saturò di [[monossido di carbonio]] e [[cenere]], che si depositò in grande quantità sia nel modulo di comando che all'esterno<ref name="SP4029"/><ref name="aibreport"/>. Solo a quel punto le squadre di soccorso poterono avvicinarsi alla capsula devastata e aprire a viva forza il portello, per fare la qual cosa occorsero altri cinque minuti. Sebbene le luci interne al modulo di comando fossero rimaste accese, l'abitacolo era tanto pieno di fumo che era impossibile distinguere dove fossero gli astronauti; solo allorché furono riusciti a diradarlo li trovarono, ormai morti. Grissom e White avevano lasciato il loro sedile e giacevano sul pavimento della navicella: il secondo in particolare era riverso a ridosso del portello, rendendo evidente come fosse stato lui a tentare di aprire invano una via di fuga. Chaffee venne invece trovato ancora legato al suo sedile: la procedura in caso di emergenza del resto prevedeva che egli dovesse mantenere il contatto radio col personale di controllo. Il grande calore dell'incendio aveva inoltre parzialmente sciolto le tute dei tre astronauti, al pari dei cavi e dei tubi di respirazione: i cadaveri erano praticamente incollati all'abitacolo e per asportarli occorsero circa 90 minuti.<ref name="SP4029" />
Deke Slayton was possibly the first NASA official to examine the spacecraft interior.<ref name="Leopold">{{cite book |last=Leopold |first=George |title=Calculated Risk: The Supersonic Life and Times of Gus Grissom |year=2016 |publisher=[[Purdue University Press]] |___location=West Lafayette, Indiana |isbn=978-1-55753-745-4 |pages=259–260}}</ref> His testimony contradicted the official report concerning the position of Grissom's body. Slayton said of Grissom and White's bodies, "It is very difficult for me to determine the exact relationships of these two bodies. They were sort of jumbled together, and I couldn't really tell which head even belonged to which body at that point. I guess the only thing that was real obvious is that both bodies were at the lower edge of the hatch. They were not in the seats. They were almost completely clear of the seat areas."<ref name="Leopold"/><ref>{{cite web |url=https://history.nasa.gov/Apollo204/appendices/AppendixB.pdf |title=#72 D. K. Slayton February 8, 1967 |page=B - 162 |work=Apollo 204 Review Board Final Report |publisher=NASA |format=PDF |accessdate=August 17, 2018}}</ref>
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