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Nominato diverse volte al [[Premio Nobel per la letteratura|Premio Nobel per la Letteratura]]<ref name=":9" />, Bei Dao è uno dei maggiori esponenti della poesia ''menglong'' nonché uno dei più influenti personaggi sul panorama letterario cinese contemporaneo. Le sue opere sono state tradotte in più di venticinque lingue<ref name=":9" /><ref>{{Cita web|url=https://www.poets.org/poetsorg/poet/bei-dao|titolo=Bei Dao|lingua=en|accesso=20 agosto 2018}}</ref>.
 
Inizia a scrivere a partire dagli anni Settanta, agli inizi della Rivoluzione Culturale, quando l'isolamento nelle campagne e la malinconia che ne deriva fanno emergere in lui l'impellente esigenza di esprimere i propri sentimenti. Diversamente da molti altri scrittori della sua generazione, le iniziali intenzioni di Bei Dao non sono dunque di fare della scrittura una professione, ma di usarla come personale mezzo di sfogo spirituale<ref>{{Cita|Gleichmann|p. 388}}</ref>. Prima della fine del decennio però si è già affermatoafferma sulla scena letteraria, soprattutto come poeta<ref name=":8" />. Le sue prime poesie e i suoi primi racconti vengono pubblicati su ''Jintian''<ref name=":8" />.
 
All'interno della corrente letteraria della poesia "''menglong''", oltre a Bei Dao, si distinguono altri poeti e poetesse quali Mang Ke, [[Shu Ting]], [[Gu Cheng]], [[Jiang He]] e [[Yang Lian]]. Si raccolgono tutti attorno alla rivista ''Jintian'', venendo così denominati, oltre che "poeti oscuri", anche "gruppo poetico di ''Jintian''"<ref>{{Cita|Hong|p. 341}}</ref>. Il tratto comune a tutte queste voci è senza dubbio costituito dalla "ribellione" alle norme poetiche contemporanee e al conformismo ideologico<ref>{{Cita|Hong|p. 336}}</ref>. È importante sottolineare che ilIl termine "menglong" non èfu stataconiato una scelta dida questi nuovi poeti, ma èad statoessi attribuito loro dalla critica letteraria, con un'accezione negativa, a causa dell'astrusità e difficoltà delle loro poesie, che dal punto di vista ideologico e artistico apparivano troppo distanti dal realismo socialista<ref>{{Cita|Li|p. 373}}</ref>:. ciò per cui iI critici accusano maggiormenteaccusarono i poeti ''menglong'' è undi eccessivo anti-realismo, unadi smisurata emulazione del modernismo occidentale e un'esuberantedi espressione dell'individualitàindividualismo, che tanto eraun stataattributo annullatacancellato durante la Rivoluzione Culturale<ref>{{Cita|Hong|p. 340}}</ref>.
 
È quindi corretto affermare che la poesia oscura nasce come una forma di ribellione ai decenni precedenti e al conformismo ideologico. Ciò che questi poeti ricercano e rivendicano sono gli stessi valori che avevano ispirato il [[Movimento del 4 maggio 1919|Movimento del Quattro Maggio]], ossia l'importanza dell'individuo, l'umanesimo, la democrazia e, nell'ambito letterario, il valore della soggettività poetica, cosaelemento che infatti riemerge prepotentemente nelle opere ''menglong''. Parallela alla ribellione ideologica è la ribellione del linguaggio: la lingua viene rovesciata, i simboli che prima erano positivi diventano negativi e viceversa e gli effetti che ne derivano sono difficili da comprendere. La poesia ''menglong'' apporta una vera e propria rivoluzione nell'immaginario e nelle modalità creative.
 
=== Gli anni Settanta e Ottanta ===
Bei Dao è un esempio di questa rivoluzione. PoichéIn quanto principale esponente di questa poesia, le sue opere vennero duramente colpite dalla critica che ne accusavacon l'incomprensibilitàaccusa di essere incomprensibi, a causa del suo stile soggettivo che si contrapponevacontrapposto all'oggettività e al realismo imposto dall'ideologia maoista degli anni precedenti<ref>{{Cita|Cornejo|p. 541}}</ref>;. Esse tuttavia vennero anche premiate da critici più all'avanguardia come Xie Mian, Sun Shaozhen e Xu Jingya che ne colsero il carattere rivoluzionario ed innovativo<ref name=":7" /><ref>{{Cita|Hong|p. 339}}</ref>.
 
Il forte individualismo che emerge nelle sue poesie degli anni Settanta e Ottanta non ne esclude però il valore politico del suo operato<ref>{{Cita|Li|p. 375}}</ref>: nella poesia di Bei Dao scompare l'asservimento ad un modello politico-ideologico mamentre permangono il ricordo della Rivoluzione Culturale e un senso civico ed umanistico di impegno morale attraverso cui il poeta dimostra di riconoscere il proprio debito con la società. Bei Dao percepisce il poeta come un eroe disposto a soffrire per l'intera umanità<ref name=":12">{{Cita|Li|p. 374}}</ref>, come colui che si è "risvegliato" dal conformismo ideologico e cerca la strada per la rinascita individuale e collettiva<ref>{{Cita|Hong|p. 348}}</ref> .
 
Le principali caratteristiche della poetica di Bei Dao tra gli anni Settanta ed Ottanta sono evidenti nella poesia ''Huida'' 回答 (Risposta), considerata come un manifesto della ''menglongshi''<ref name=":8" />:
 
{{Citazione|L’abiezione è il lasciapassare dell’abietto
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Già dalle prime strofe è evidente non solo il linguaggio "oscuro" della poesia, ma anche la critica alla Rivoluzione Culturale. Le strofe centrali, caratterizzate dall'anafora dell' "io" manifestano l'importanza attribuita all'individuo. I simboli cui l'autore ricorre (ghiaccio, carta, corda, ombra) non sono così chiari ed espliciti nella tradizione poetica cinese, sono immagini che vogliono rappresentare sentimenti contrastanti e il conflitto tra l'individuo e la società. La ripetuta dichiarazione "Io non credo" sta a dimostrare la forte volontà di non credere più alle verità apparentemente incontestabili ("Io non credo che il cielo è azzurro") ed è un chiaro segno di protesta contro il positivismo e l'idolatria imposti da [[Mao Zedong]]<ref name=":12" />.
 
Dalla fine degli anni Ottanta, la poetica di Bei Dao cambia sensibilmente: pur non abbandonando la sua opposizione ideologica e il tratto velato del suo linguaggio, l'autore si allontana dall'attivismo politico, sviluppando un crescente pessimismo all'interno delle sue poesie<ref>{{Cita|Li|p. 376 - 378}}</ref>. Un esempio di questone è la poesia ''Yiqie'' 一切 (Tutto)<ref>L'autore spesso non data le sue opere, perciò è difficile conoscere l'anno esatto di questa poesia</ref>:
 
{{Citazione|Tutto è destino
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Le influenze di Bei Dao non sono però da ricercare solo nella letteratura occidentale, ma anche nella tradizione letteraria cinese, in particolare la poesia cinese classica<ref name=":5" /> e autori cinesi moderni, quali Shizhi. Questi in particolare diviene un modello per Bei Dao a partire dagli anni Settanta, quando l'autore inizia a sperimentare il verso libero e un linguaggio ermetico e privato<ref name=":0" />.
 
Negli anni Ottanta la poetica di Bei Dao continua la propria evoluzione grazie al lavoro di traduzione di opere moderne europee cui l'autore si dedica: Bei Dao traduce in cinese autori qualicome i russi [[Boris Pasternak]] e [[Gennady Ayki|Gennady Ayki,]] e gli svedesi [[Gunnar Ekelöf]] e [[Tomas Tranströmer]],. Questa attività che gli consente di entrare in contatto con diverse espressioni poetiche<ref>{{Cita|Tan|p. 67}}</ref>.
 
Tra i principali rappresentanti della poesia ''menglong'', Bei Dao si fa portavoce di un nuovo modo di fare poesia, una poesia caratterizzata in primo luogo da un linguaggio e una struttura nuovi ed inusuali: verso libero, sintassi irregolare, linguaggio oscuro ed immagini polivalenti sono tra le caratteristiche che portano alla coniazione, da parte della critica, del termine ''menglongshi'' ("poesia oscura")<ref>{{Cita|Tan|p. 2}}</ref>. Asserendo che il fine ultimo del genere poetico siaè l'espressione dell'individualità, Bei Dao crea una poesia fortemente soggettiva<ref name=":5" /> dando voce a sentimenti individuali di amarezza, afflizione e ribellione<ref name=":7" />, sentimenti che tuttavia sono condivisi da molti. Disillusione, inquietudini e aspirazioni della generazione cresciuta negli anni della Rivoluzione Culturale diventano quindii sentimenti che sonoposti al centro di questa rinnovata forma poetica. e cheEssi trovano forse la loro massima espressione nella poesia ''Huida'' 回答 (''Risposta'').
 
Dalla metà degli anni Novanta il suo stile diviene più maturo e filosofico, perdendo i connotati romantici ed eroici della fase iniziale ed assumendo una tendenza fortemente surrealista, derivata dall'influenza di Lorca e Kafka<ref name=":4" /> e che; è probabilmente una conseguenza della scelta di evitare il tema politico<ref>{{Cita|Tan|p.70}}</ref> e di ripiegare su una riflessione si tipo più esistenzialesoggettiva. L'oscurità rimane comunque un tratto distintivo della sua lingua e la simbologia criptica continua ad essere lo strumento per esprimere la complessità e le contraddizioni interiori dell'individuo.
 
== Il ruolo di ''Jintian'' ==
Quando Bei Dao, assiemenel a1978 fonda con Mang Ke, fondò la rivista nel 1978 a Pechino, il suo scopo eraè quello di dar voce a scrittori esiliati o ad autori cui eraè vietatoposto il divieto di pubblicare le proprie opere in Cina. Fu

''Jintian fu'' la prima rivista letteraria non ufficiale nella Repubblica Popolare Cinese a partire dagli anni Cinquanta<ref>{{Cita web|url=https://www.revolvy.com/page/Jintian-%28journal%29|titolo=Jintian|lingua=en|accesso=7 settembre 2018}}</ref>. Le prime pagine di ''Jintian'' vennero affisse nei luoghi che costituivano i centri vitali della cultura e della politica, come l'[[Università di Pechino]], [[Piazza Tienanmen|Piazza Tian'anmen]] e la [[Renmin University]]. Questo modo di pubblicare le poesie, affiggendole ai muri piuttosto che pubblicarle nelle riviste letterarie ufficiali, suscitasuscitò grande scalpore ede èvenne considerato un gesto rivoluzionario<ref>{{Cita web|url=https://cinaoggi.it/2004/12/30/nascita-morte-e-rinascita-di-una-rivista-underground-jintian/|titolo=Nascita, morte e rinascita di una rivista underground: Jintian|accesso=7 settembre 2018}}</ref>.
 
La riedizione moderna della rivista, pubblicata a Stoccolma a partire dal 1990, si colloca invece in un contesto più ampio e interculturale, e si rende intermediaria di un dialogo tra la Cina e l'Occidente<ref name=":5" /> al punto tale che Bei Dao è ampiamente considerato come la "voce dei poeti esiliati"<ref name=":2" />.