Kurdistan: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 89:
Nel corso della [[Guerra Iran-Iraq|guerra Iran-Irak]] scoppiò nel 1983 una quarta insurrezione curda, repressa violentemente da [[Saddam Hussein]] con il massacro di decine di migliaia di civili, la distruzione di migliaia di villaggi e la deportazione di migliaia di curdi verso il sud e il centro dell'Irak. Gli attacchi causarono la distruzione di 2'000 villaggi e la morte di 50'000-100'000 curdi. L'operazione Anfal del 16 aprile 1987, svoltasi con raid di armi chimiche sulla valle di Balisan, uccise 182'000 persone, campagna qualificata come « genocidio » dalla corte internazionale di La Haye nel dicembre 2005, e per la quale il 24 giugno 2007 il tribuinale penale iracheno condannò Ali Hassan al Madjid, detto « Ali il chimico », e altri due dignitari del regime di Saddam Hussein alla pena di morte.
=== L'autonomia del Kurdistan iracheno ===
{{vedi anche|Referendum sull'indipendenza del Kurdistan iracheno del 2017}}▼
Dopo la sconfitta dell'esercito iracheno nella [[Guerra del Golfo|prima guerra del Golfo]], nel marzo 1991, vi furono rivolte contro il regime di [[Saddam Hussein]] in tutto l'Irak, in particolare nelle regioni del sud, a maggioranza [[Sciismo|sciita]], e nelle regioni del nord, abitate dai curdi. Questa sommossa fu chiamata dai curdi ''Raperîn'', e malgrado una repressione brutale da parte del regime, riuscì ad ottenere un'autonomia ''de facto'' nella regione a partire dal maggio 1991, grazie al sostegno della coalizione a guida americana.
Riga 104 ⟶ 103:
=== La guerra allo Stato islamico ===
▲{{vedi anche|Referendum sull'indipendenza del Kurdistan iracheno del 2017}}
La [[guerra civile siriana]] del 2011 interessa anche le regioni curde della Siria del nord, come [[Kobane]] al confine con la Turchia, [[Ifrin]] e [[Hasaka]]. Le milizie curde, nate per difendere le città dai jihadisti, hanno conquistato una fascia di territorio nel nord della Siria, il [[Rojava|« Kurdistan siriano »]]. Dal 12 novembre 2013, questa regione ha una amministrazione autonoma, che gestisce le questioni « politiche, militari, economiche e di sicurezza della regione e in Siria ». Questa regione, chiamata Rojava, è governata dalle Unità di protezione del popolo (YPG), braccio armato del Partito dell'unione democratica, che è il corrispettivo siriano del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK). Dapprima queste milizie sono alleate dell'Esercito di liberazione siriano, oppositori del regime Baath siriano, ma dal luglio 2013 entrano in conflitto con i jihadisti di al-Nusra. Benché ostili al regime di Assad, si scontrarono raramente con le forze lealiste, con cui anzi collaborano in certe città, e con le quali conclusero alleanze opportuniste per combattere i ribelli jihadisti, principalmente dello [[Stato Islamico]] ([[Stato Islamico|Daesh]]). I miliziani curdi delle YPG erano circa 50'000 nel 2015, di cui il 40% donne.
Nel giugno 2014, nel corso della [[Guerra civile in Iraq|guerra civile irachena]], l'offensiva del movimento jihadista [[Stato Islamico]] ([[Stato Islamico|Daesh]]) nella regione di Mosul e la sconfitta dell'esercito governativo iracheno crearono un fronte con i curdi iracheni, e permisero alla [[regione autonoma del Kurdistan]], con il sostegno aereo e logistico di una coalizione internazionale guidata dagli USA, di respingere i ribelli e incorporare anche i territori di [[Kirkuk]] e della [[Sinjar|piana di Sinjar]], dando asilo anche a oltre 200'000 profughi delle minoranze cristiane irachene. Il 2 luglio 2014 il governo della regione autonoma annunciò l'indizione di un referendum sull'indipendenza, ma soltanto il 7 giugno 2017, soprattutto grazie alla volontà di [[Mas'ud Barzani|Masud Barzani]], fu annunciata la data del [[Referendum sull'indipendenza del Kurdistan iracheno del 2017|referendum per l'indipendenza del Kurdistan]].
|