Pierre Ravanas: differenze tra le versioni

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Nonostante ciò, il venir meno del regime di concorrenza attenuata di cui Pierre ha potuto godere nei primi cinque anni della sua attività nel Regno delle Due Sicilie, almeno nel primo periodo, non incise negativamente sugli affari di Ravanas. Se è vero che nel primi anni trenta dell'[[XIX secolo|Ottocento]] si assisté all'ingresso di molti concorrenti nel mercato della compravendita di olio e olive nella Terra di Bari, è anche vero che questo mercato è in forte espansione e vede sempre Pierre Ravanas fra i principali attori. Nel [[1834]]-[[1835|35]] erano state esportate dalla Provincia di Bari 8000 salme di olio; nel giro di qualche anno si arriva ad una media confresa fra le 18000 e le 24000 salme, con un picco di 36000 nel [[1845]]<ref>{{cita libro | cognome= Bursotti (a cura di)| nome=Giovanni | titolo= Sul commercio di olii di olive delle Due Sicilie in Biblioteca di Commercio | editore= |città= | anno=1842 }}</ref>. Infatti, l'azione di Ravanas ha prodotto sia un aumento della domanda di olio prodotto nella Provincia di Bari (conseguente all'incremento della qualità dello stesso), sia un aumento dell'offerta (l'aumento della collocabilità del prodotto su nuovi mercati ha prodotto un aumento del prezzo e questo ha spinto alla creazione di nuovi frantoi e all'allargamento delle coltivazioni ad ulivi)<ref>{{cita | Carrino, Salvemini | p. 101}}</ref>.
 
[[Immagine:Chiesa s.domenico -modugno.jpg|thumb|upright=1.6| Facciata dell'[[Convento dei Domenicani (Modugno)|ex convento dei Domenicani]] a [[Modugno]] dove Pierre Ravanas creò il suo oleificio più grande.]]
Qui si può notare l'altro grande merito dell'azione di Pierre Ravanas: l'allargamento di un mercato fortemente strategico nell'economia barese dell'epoca e lo stravolgimento delle gerarchie commerciali esistenti prime del suo arrivo<ref>{{cita | Salvemini | p. 504}}</ref>. Infatti, se l'olio di bassa qualità era commercializzato esclusivamente sullo stesso territorio di produzione per far fronte al consumo locale, l'olio fino di recente produzione è molto richiesto anche all'estero, dai porti dell'Adriatico alla Francia.
Inoltre, si ebbe un rinnovamento dell'intero tessuto economico barese, sia per quanto riguarda i grandi commercianti che avevano la possibilità di agire in nuovi mercati, sia per i piccoli produttori i quali, se durante il Settecento erano costretti a vendere le olive dei propri alberi all'intermediario agricolo ai prezzi decisi da quest'ultimo, ora avevano la possibilità di macinare gratuitamente presso i frantoi Ravanas ed essere in possesso di olio che potevano vendere al [[prezzo di mercato]]<ref>{{cita libro | cognome= | nome= | titolo=Fondo Industria Agricoltura Commercio | editore= Archivio di Stato di Bari| città= | anno=1836 }}, b 15 fs 22</ref>. Conseguenza di questi cambiamenti è un miglioramento generale del benessere, non solo economico ma anche sociale, nella regione<ref>{{Cita | Ricchioni | pp. 102-106}}</ref>.
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Questo era il momento più alto della sua [[carriera]]: la cittadinanza civile e il tessuto mercantile della provincia di Bari gli riconoscevano i meriti della sua azione commerciale ed apprezzavano quanto fatto dal francese per diffondere una nova tecnologia produttiva e per espandere un mercato cruciale per l'economia barese dell'epoca<ref>{{cita libro | cognome= Bursotti (a cura di)| nome=Giovanni | titolo= Sul commercio di olii di olive delle Due Sicilie in Biblioteca di Commercio | editore= | città= | anno=1842 }}, pagg. 69 e seguenti</ref>. I cittadini di Bitonto, grati per il suo operato, inviarono una petizione al re del Regno delle Due Sicilie, Ferdinando II, il quale rispose con un [[rescritto]] che conferiva a Pierre Ravanas una medaglia d'oro al merito civile.<ref name="emeroteca.provincia.brindisi.it"/>.
 
Nel [[1840]] aprì un nuovo frantoio a [[Modugno]], nei locali dell'[[Convento dei Domenicani (Modugno)|ex convento dei Domenicani]]. Questo fu il più grande fra i frantoi gestiti da Pierre Ravanas: disponeva di 10 pile, 10 torchi di legno e 3 torchi idraulici. Lo stabilimento aveva una produzione di circa 1200 salme di olio nel 1842<ref>{{cita libro | cognome= | nome= | titolo=Fondo Industria Agricoltura Commercio | editore= Archivio di Stato di Bari| città= | anno= }}, f 8 fs 60</ref>. In questo stabilimento era presente anche un'officina che consentì per la prima volta la costruzione in autonomia di botti e torchi senza doverli importare dalla Francia. Qui si registra per la prima volta un'altra innovazione introdotta da Pierre Ravanas: l'uso della [[Cotone idrofilo|bambagia]] per filtrare l'olio che usciva dai torchi. L'introduzione di questa innovazione nacque dall'esigenza di rispondere alla grande quantità di ordinativi ricevuti, che non consentiva di attendere l'eliminazione delle impurità per [[decantazione]]<ref>{{cita | Ravanas, Memoria | pp. 6 e 8}}</ref>.
 
In seguito aprì un grande frantoio a [[Bari]], in contrada San Marco, lungo la via che conduce a [[Mola di Bari]]. Trasferì la propria nel capoluogo della Provincia dal cui [[porto di Bari|porto]] partivano le esportazioni di olio. Sempre a Bari, Pierre possedeva dei magazzini in via Melo<ref>{{Cita | Ricchioni | pp. 91-92}}</ref>.