L'Acerba: differenze tra le versioni
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Il poema è una raccolta scientifica di più ampia fruibilità. In esso, infatti, Cecco dimostra di avere la mentalità del maestro al quale piace insegnare con passione e con gusto impartire un insegnamento rigorosamente scientifico rispettoso della "verità della scienza" del suo tempo. Egli perciò, spinto da ragioni didattiche, da una parte cerca di vivacizzare una materia incomprensibile ed astratta; dall'altra si scaglia aspramente contro la poesia fatta di favole. Suo bersaglio preferito è la ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante]] vista come la negazione della "scienza vera", riepilogata da lui nell'Acerba, che è stata definita da [[Gianfranco Contini]] l' "Anti Commedia". Infatti alla base delle convinzioni e delle conoscenze fisiche e naturali professate da Cecco, oltre al pensiero filosofico scientifico di [[Aristotele]] e quello di [[Tommaso d'Aquino]] c'è la conoscenza del pensiero dei filosofi arabi all'epoca dominanti. Sulla base delle loro teorie discute delle questioni scientifiche più dibattute nella società in cui viveva: per esempio, dell'ordine dei cieli, della terra, delle eclissi, della natura dei fenomeni atmosferici, delle Virtù o delle scienze occulte.
Il poema rimase incompiuto, perché le sue opinioni scientifiche e [[teologia|teologiche]] giudicate [[eresia|eretiche]], lo fecero condannare ad essere bruciato sul [[morte sul rogo|rogo]] nel [[1327]].
== Struttura dell'opera ==
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