Giovanni Bosco: differenze tra le versioni
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|Nome = Giovanni Melchiorre
|Cognome = Bosco
|PostCognomeVirgola = meglio noto come
|Sesso = M
|LuogoNascita = Castelnuovo d'Asti
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|Attività2 = pedagogo
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , fondatore delle [[congregazione religiosa|congregazioni]] dei [[Società Salesiana di San Giovanni Bosco|Salesiani]] e delle [[Figlie di Maria Ausiliatrice]]. È stato [[canonizzazione|canonizzato]] da [[papa Pio XI]] nel [[1934]]
}}
È considerato uno dei [[Santi Sociali|santi sociali torinesi]].
== Biografia ==
[[File:DonBosco Ferme Castelnuovo.jpg|thumb|La casa natale di don Bosco a [[I Becchi]].]]
Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 in una modesta cascina dove ora sorge il [[Tempio di Don Bosco]], nella frazione collinare [[I Becchi]] di Castelnuovo d'Asti (oggi [[Castelnuovo Don Bosco]]), figlio dei contadini Francesco Bosco (1784-1817) e [[Margherita Occhiena]] (1788-1856).
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L'inverno che seguì per lui fu il più duro: il fratellastro Antonio, che già guardava di cattivo occhio il fatto che Giovannino frequentasse la scuola e per di più passasse il tempo pregando e compiendo giochi di prestigio, si lamentò di lui e a stento il ragazzino riuscì a salvarsi dai suoi pugni. Margherita fu così costretta a mandare via il figlio dai Becchi per farlo vivere come garzone a [[Moncucco Torinese]] presso la cascina dei coniugi Luigi e Dorotea Moglia, dove rimase dal febbraio [[1827]] al novembre [[1829]]. Essi, in un primo momento, non volevano accogliere il giovane fra i propri lavoratori ma osservando la tenacia e l'intelligenza del ragazzo decisero di tenerlo con loro, affidandolo al vaccaro della famiglia, il vecchio Giuseppe, chiamato da tutti "lo zio".
Essendo desideroso di studiare, Giovanni chiese allo zio Michele Occhiena, che aveva scambi con il Seminario di Chieri, di intercedere per lui affinché qualche sacerdote accettasse di istruirlo. Michele non riuscì però
Il 21 marzo [[1831]] il fratellastro Antonio sposò Anna Rosso, di Castelnuovo, e la madre decise di dividere l'asse patrimoniale con lui così che Giovanni poté tornare a casa e riprendere da settembre gli studi a Castelnuovo con la possibilità di una semi-pensione presso Giovanni Roberto, sarto e musicista del paese che gli insegnò il proprio mestiere. A fine anno decise di andare a studiare a [[Chieri]] e l'estate la passò al ''Sussambrino'', una cascina di Castelnuovo che suo fratello Giuseppe ([[1813]]-[[1862]]), insieme
Grazie all'aiuto del maestro,
=== Il sacerdozio ===
==== Il Seminario e l'amicizia con Luigi Comollo ====
A Chieri si stabilì a pensione presso la casa di Lucia Matta. Per mantenersi gli studi lavorò come garzone, cameriere, addetto alla stalla, ecc
Durante gli anni di studio, Giovanni Bosco strinse forte amicizia con Luigi Comollo, nipote del parroco di [[Cinzano]]. Il giovane era spesso maltrattato dai suoi compagni, insultato e picchiato ma accettava spesso con un sorriso o una parola di perdono queste sofferenze. Il giovane Bosco, dal canto suo, non sopportava di vedere il coetaneo così maltrattato e spesso lo difendeva azzuffandosi con i suoi aggressori.
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Le parole di Comollo e le sue incessanti preghiere turbarono profondamente l'animo di Giovanni tanto che egli stesso un giorno ricordò nelle sue Memorie: "Posso dire che da lui ho cominciato a imparare a vivere da cristiano". Grazie al suo atteggiamento così mansueto e innocente, il futuro santo comprese quanto fosse importante per lui raggiungere la salvezza dell'anima e ciò rimase talmente impresso nella sua mente che, quando fondò l'[[Oratorio di Valdocco|Oratorio]] a [[Valdocco]], trascrisse su un cartello nella propria stanza: «Toglimi tutto, ma dammi le anime».
[[File:BoscoChieri.JPG|thumb|left| L'ingresso del seminario di Chieri, nella via Vittorio Emanuele, dove Giovanni Bosco studiò dal 1835 al 1841.]]
Nell'autunno del 1832, Giovanni Bosco
Nel marzo [[1834]] Giovanni Bosco, che si avviava a terminare l'anno di umanità, presentò ai [[Francescani]] la domanda di essere accettato nel loro ordine ma cambiò idea prima di andare in convento, seguendo un sogno misterioso sulla cosa
Il giovane prete [[San Giuseppe Cafasso|don Giuseppe Cafasso]] gli consigliò di completare l'anno di retorica e quindi di presentarsi all'esame per entrare al seminario di Chieri, aperto nel 1829. Giovanni superò l'esame, che si tenne a Torino, il 25 ottobre prese l'abito ecclesiastico e il 30 ottobre [[1835]] si presentò in seminario.
Il 3 novembre [[1837]] Giovanni
In seminario Giovanni Bosco rincontrò l'amico Comollo con il quale poté così ristabilire la salda amicizia di un tempo. Ma il 2 aprile del [[1837]], Luigi Comollo, già debole fisicamente, cadde malato e si spense a soli 22 anni. Nella notte dal 3 al 4 aprile, notte che seguiva il giorno della sua sepoltura, secondo una testimonianza diretta di Giovanni Bosco e dei suoi venti compagni di camera, alunni del corso teologico<ref>''Memorie Biografiche di Don Bosco'', Vol. I, cap. 52</ref>, l'amico defunto apparve loro sotto forma di una luce che, per tre volte consecutive, disse: "Bosco! Bosco! Bosco! Io sono salvo!". A ricordo dell'evento fu posta una lapide in un corridoio nel Seminario di Chieri. Il giovane chierico da quel momento in poi decise di "mettere la salvezza eterna al di sopra di tutto, a considerarla come l'unica cosa veramente importante". Il suo motto, ispirato a Gn 14,21, che richiudeva il suo programma di vita, fu sempre: ''Da mihi animas, coetera tolle'' ("Dammi le anime, prenditi tutto il resto"), scritto a grossi caratteri su un cartello, che teneva nella sua stanza.
[[File:Donbosco furbo.jpg|thumb|Ritratto giovanile di don Bosco durante i primi anni di sacerdozio.]]
Il 29 marzo [[1841]] ricevette l'ordine del diaconato, il 26 maggio
Diventato prete, ricevette alcune proposte lavorative da parte di amici e conoscenti che, per ricompensare lui e la sua famiglia dei sacrifici fatti, lo volevano come istitutore a Genova o come cappellano. Egli però si rifiutò di accettare tali funzioni sia per una propria inclinazione all'umiltà, sia per le accese omelie di Giuseppe Cafasso, che accusava i sacerdoti di ingordigia e avidità, sia per la perentoria affermazione della madre Margherita: «Se per sventura diventerai ricco, non metterò mai più piede a casa tua».
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==== Primi incontri con i giovani disagiati ====
[[File:Don Bosco in mezzo ad alcuni allievi di una scuola corale e strumentale.jpg|thumb|Don Bosco in mezzo ad alcuni allievi di una scuola corale e strumentale.]]
Ispirato dalle notizie riguardanti
In [[piazza San Carlo]],
Insieme
L'8 dicembre [[1841]] incontrò, prima di celebrare Messa, Bartolomeo Garelli nella sacrestia della [[chiesa di San Francesco d'Assisi (Torino)|chiesa di San Francesco d'Assisi]]. Questi fu il primo ragazzo che si unì al suo gruppo. Don Bosco aveva deciso così di radunare intorno a sé tutti i ragazzi degradati della zona, dai piccoli spazzacamini agli ex detenuti. Fondamenti della sua futura attività erano tre: l'amicizia con i giovani (che molto spesso erano orfani senza famiglia), l'istruzione e l'avvicinamento alla Chiesa. La sera di quello stesso giorno, Giovanni fece amicizia anche con i tre fratelli Buzzetti, provenienti da [[Caronno Varesino]], che si erano addormentati durante la sua predica.
Quattro giorni dopo, durante la messa domenicale, erano presenti Bartolomeo Garelli insieme
Nella primavera del 1842, al ritorno dal paese, i fratelli Buzzetti conducevano con loro il più piccolo, Giuseppe, che si affezionò molto a
==== L'azione sociale e sindacale ====
Don Bosco seguendo i giovani anche nei cantieri e nei luoghi di lavoro si accorge come i padroni sfruttassero gli apprendisti utilizzandoli anche come servitori e sguatteri. Non esistono contratti scritti e il tempo lavorativo supera di gran lunga le otto ore, non ci sono mansionari per determinare il tipo di lavoro da eseguire, nessun riposo settimanale e nessuna tutela di sicurezza o della salute sono previste per i lavoratori non adulti. Don Bosco si presenta dai datori di lavoro come garante, ma pretende da loro regole precise.<ref>"Giovani e lavoro: quando Don Bosco inventò il contratto di apprendistato" https://dirittointasca.com/2017/05/02/giovani-e-lavoro-quando-don-bosco-invento-il-contratto-di-apprendistato/</ref> Così, nella capitale sabauda preunitaria, i primi contratti scritti per l'apprendistato portano la firma di
==== Le relazioni con altri ambienti cristiani non cattolici ====
Le relazioni tra san Giovanni Bosco e gli ambienti protestanti torinesi furono sempre molto dure. Dapprima egli si limitò a difendere le dottrine cattoliche
Buoni furono i rapporti con [[Davide Lazzaretti]], che fu ospitato a Valdocco per alcune settimane e fu difeso da
Tuttavia questo avvenne alcuni anni prima che il Lazzaretti si autoprocalamasse "Cristo Duca e Giudice" e fondatore della dottrina millenaristica del [[Giurisdavidismo]]<ref>{{cita news|autore=Francesco Motto|url=http://biesseonline.sdb.org/editoriale.aspx?a=2008&m=12&doc=7580|titolo=DON BOSCO e l’eretico profeta del monte Amiata|pubblicazione=Bollettino Salesiano|data=dicembre 2008}}</ref>.<br />Lazzaretti fu dichiarato eretico dalla Chiesa Cattolica e scomunicato nel 1878.
==== A servizio della Marchesa di Barolo ====
Nell'autunno del 1844 don Giuseppe Cafasso comunicò a
Il 12 aprile [[1846]], giorno di Pasqua, finalmente don Bosco trovò un posto per i suoi ragazzi, una tettoia con un pezzo di prato: la [[tettoia Pinardi]] a [[Valdocco]].
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=== Le missioni in Argentina ===
[[File:DonBosco.jpg|thumb|Don Bosco con i suoi ragazzi.]]
===== La prima spedizione =====
Nel [[1875]] partì la prima spedizione missionaria per l'[[Argentina]], terra della grande [[emigrazione]] italiana dell'Ottocento. Don Bosco fondò intanto i [[salesiani cooperatori|Cooperatori]], considerati da
===== La seconda spedizione =====
La seconda spedizione, giusto un anno dopo, il 14 novembre [[1876]], portò a sbarcare un altro gruppo di salesiani. Li guidava don Francesco Bodrato. Con loro venne aperta, sempre a Buenos Aires, una scuola di arte e mestieri, dove si formavano sarti, falegnami, legatori. Altro personale arrivò con la terza spedizione missionaria nel [[1877]]. Questa volta, insieme
Il sogno di don Bosco per l'Argentina mirava tuttavia alla [[Patagonia]]. Dopo anni di attesa, nel [[1879]] si presentò l'occasione. Il Governo argentino affidò al generale [[Julio Argentino Roca]] la spedizione militare il cui obiettivo era la “[[conquista del deserto]]”. Mons. Espinosa, [[Vicario episcopale|vicario]] di Buenos Aires, e i salesiani don Giacomo Castamagna e il [[chierico]] Botta accompagnarono l'esercito come [[Cappellano|cappellani]]. Venne così avviata la missione in Patagonia, [[Carmen de Patagones]], la prima opera salesiana. Più tardi venne aperta [[Chos Malal]], quindi [[Bahía Blanca (città)|Bahía Blanca]], [[Junín de los Andes]] e gradualmente le altre case.
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===== Alcune figure di missionari =====
Dopo gli inizi, comprensibilmente faticosi, con l'entusiasmo crebbe anche la consistenza dei figli di
Una presenza stupenda è stata quella di Artemide Zatti, giovane emigrato italiano che in Argentina diventa salesiano, svolge un lavoro umile e prezioso come infermiere, condisce di profonda spiritualità e di carità la sua giornata, muore considerato da tutti un Santo. Nell'aprile [[2002]] la Chiesa lo proclama “[[Beatificazione|Beato]]”: festa e generoso impegno in tutto il mondo salesiano argentino. Sul versante educativo la Patagonia argentina ha prodotto due figure giovanili che hanno raggiunto vertici di santità: [[Zeffirino Namuncurà|Ceferino Namuncurá]] (figlio del grande Cacico Manuel) e [[Laura Vicuña]] (allieva delle FMA morta tredicenne a Junín de Los Andes). Avviata la causa di beatificazione di entrambi: Laura è stata proclamata “Beata” dal Papa il 3 settembre 1988 al Colle
Altra figura significativa è quella di [[Juan Edmundo Vecchi|D. Juan E. Vecchi]]: grande maestro di pastorale giovanile, è stato l'ottavo successore di
=== La morte e la canonizzazione ===
[[File:3237TorinoSMariaAusiliatriceInside.jpg|thumb|[[Santuario di Maria Ausiliatrice]]: urna con il corpo di don Bosco]]
Don Bosco morì di logoramento a [[Torino]] all'alba del 31 gennaio [[1888]]
Il messaggio educativo si può condensare attorno a tre parole: ragione, religione, amorevolezza. Alla base del suo sistema preventivo ci fu un profondo amore per i giovani, chiave di tutta la sua opera educativa.
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[[Papa Giovanni Paolo II]] nel 1988 lo nomina padre e maestro della gioventù.
Il 16 agosto 2015, nel compimento dei 200 anni dalla nascita, nelle chiese salesiane d'Italia e del mondo sono stati svolti solenni festeggiamenti, compreso il pellegrinaggio a Roma in occasione dell'Angelus di Papa Francesco. Inoltre
== Riconoscimenti ==
La città di Torino gli ha dedicato una [[Stradario di Torino|via]] nel quartiere di [[San Donato (Torino)|San Donato]].<ref>''Dove, Come, Quando - Guida di Torino '98-99'', Torino, Gruppi di Volontariato Vincenziano, 1997, p. 364</ref>
=== I miracoli per la beatificazione ===
[[File:Lanzo lapide don bosco.jpg|thumb|[[Lanzo Torinese]]: lapide dedicata a
Ai fini della [[beatificazione]] la [[Chiesa cattolica]] ritiene necessario un [[miracolo]]: nel caso di don Bosco ha ritenuto miracolose le guarigioni di Teresa Callegari e Provina Negro.
A [[Castel San Giovanni]], in [[provincia di Piacenza]], la ventitreenne Teresa Callegari, nel novembre [[1918]], si ammalò di [[polmonite]] di origine [[influenza]]le. Ricoverata in ospedale guarì dalla polmonite ma, durante la [[convalescenza]], si ammalò di [[poliartrite]] infettiva ribelle a ogni cura. La patologia si cronicizzò e nel [[1921]], anche a causa di complicazioni, la donna non riusciva più ad alimentarsi e i medici disperavano di salvarla<ref>Armando Pavese, ''Guarigioni miracolose in tutte le religioni'', Piemme, 2005, p. 178</ref>.
Su consiglio di un'amica
Il giorno dopo i medici, tra cui il dottor Miotto, constatarono la guarigione, che fu confermata durante il processo apostolico anche dai dottori Ghisolfi e Fermi e, successivamente, dai dottori Chiays, Sympa e Stampa. Il processo di beatificazione durò fino al [[1929]], anno in cui, il [[19 marzo]], la Chiesa dichiarò [[miracolo]]sa la guarigione che, istantanea, completa e definitiva, non appariva scientificamente spiegabile<ref>A. Pavese, op. cit., p. 181</ref>. In tale occasione fu dichiarata miracolosa anche la guarigione di [[Suora|suor]] Provina Negro, appartenente alla [[congregazione]] delle [[Figlie di Maria Ausiliatrice]]: la sua improvvisa guarigione da una gravissima forma di ulcera allo stomaco era stata esaminata parallelamente a quella di Teresa Callegari, ed era stata attribuita all'intercessione di don Bosco<ref>A. Pavese, op. cit., ibidem</ref>.
=== Il sogno delle due colonne ===
[[File:Dreams of Saint John Bosco.jpg|thumb|right|Dipinto raffigurante il sogno profetico di don Bosco sul futuro della Chiesa.]]
In fondo alla [[Santuario di Maria Ausiliatrice|basilica di Maria Ausiliatrice]] di [[Torino]], voluta da don Bosco, si trova il dipinto raffigurante il famoso "Sogno delle due colonne", considerato profetico sul futuro della Chiesa<ref>{{cita web |url=http://www.radiomaria.it/giornalino/dwnl.php?id=49 |titolo=Copia archiviata |accesso=12 marzo 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120308002913/http://www.radiomaria.it/giornalino/dwnl.php?id=49 |dataarchivio=8 marzo 2012 }}</ref>.
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