== Descrizione ==
L'adulto è glabro, di colore bruno rossiccio con macchie e strisce gialle, di estensione variabile a seconda della sottospecie. La regina raggiunge normalmente i 35 mm di lunghezza, e in alcuni rari casi anche i 50mm50 mm, mentre i maschi e le operaie misurano da 20 a 25 mm. I calabroni vivono in nidi esternamente a forma di sfera, costruiti con legno impastato con la loro saliva. Le colonie sono costituite da circa 100-300 esemplari. A causa del colore del capo, gli esemplari più grossi di regina possono essere confusi con la ben più aggressiva ''[[Vespa mandarinia|Vespa mandarinia (calabrone gigante giapponese)]]'', che per fortuna per ora non è giunta in Europa, ma la vera confusione si verifica con le versioni chiare di [[Vespa_velutina|Vespa Velutina]], specie presente in Europa da diversi anni ede in Italia dal 2012 (peraltro soprattutto nella variante Nigrithorax più scura)<ref>{{Cita news|lingua=it-IT|url=https://divulgamus.it/2017/06/09/vespa-velutina-sono-sbarcate-pericolose-vespe-aliene/|titolo=Vespa velutina: sono sbarcate pericolose vespe aliene? - Divulgamus|pubblicazione=Divulgamus|data=2017-06-09|accesso=2018-08-15}}</ref> in corso di eradicazione da Liguria e Piemonte mediante strumenti sofisticati.[[File:Hornissen 720x576.ogv|thumb|left|Calabroni intorno al nido.]]
Pur essendo un insetto prevalentemente diurno, il calabrone svolge anche attività parzialmente notturna se attirato dalle luci artificiali che ha imparato essere altrettanto gradite a varie sue prede, e lo si può trovare attivo anche in autunno inoltrato.
Nei confronti dell'uomo di solito è tendenzialmente indifferente (a differenza della vespa comune, per esempio, che spinta da curiosità può ronzare intorno, aumentando le possibilità di reazioni umane scomposte e di puntura) e cerca di sottrarsi con rapida fuga o nascondimento ai tentativi di abbattimento tuttavia, mentre si può sostare con una certa tranquillità vicino ada un albero da frutta in presenza di calabroni, ede anche coglierne quei frutti sui quali i medesimi non si siano posati, questi insetti possono diventare molto aggressivi se messi alle strette o, come si è detto, in vicinanza del nido. Gli individui di genere femminile sono dotati di [[pungiglione]], le cui punture (conseguenti a una reazione difensiva dell'animale) possono essere molto dolorose per gli esseri umani e per giunta liberano ferormoniferomoni che informano dell'attacco in corso gli eventuali altri calabroni in zona, talvolta provocandone l'intervento in gruppo. Come nel caso delle altre vespe e delle api, il veleno inoculato ha effetti solo locali e transitori per la maggior parte delle persone, ma può provocare nei soggetti allergici [[anafilassi|reazioni anafilattiche]] anche mortali.
== Ciclo vitale ==
{{W|artropodi|agosto 2010}}
In primavera, una fondatrice di calabrone si sveglia dall'[[ibernazione]] ede iniziaincomincia a costruire alcune cellette in un luogo riparato e difficile da individuare. IniziaIncomincia così a deporre le [[Uovo (biologia)|uova]] che, finché non si svilupperanno, sarà lei ad accudire. Si parla in tal caso di nido primario.
E'È il momento ottimale in ambito agricolo/apistico (e al di là di considerazioni di natura ecologica) per cercare di catturare la futura regina con apposite esche.
Inizialmente il nido si presenta come una semisfera vuota rivolta verso il basso e di pochi cmcentimetri di diametro, nell'interno della quale risiedono le prime cellette, delle strutture esagonali ede adiacenti rivolte verso il basso, ognuna contenente una forma di sviluppo: uova, che dopo circa 5-8 giorni diventano larve. Le larve impiegano 2 o 3 settimane a crescere, occupando via via il volume della propria cella, nutrite con carne di altri insetti, prevalentemente muscoli alari, cacciati e triturati dalla regina. Le larve mature entrano poi nella fase pupale, creando un tappo sericeo per chiudersi all'interno delle celle prima di trasformarsi, nell'arco di un altro paio di settimane, in vespe adulte. Esse sono operaie, femmine sterili dedite alla cura della colonia. La prima manciata di operaie, cresciute dalla sola regina, rimane di piccole dimensioni. Infatti, prima della loro emersione, è la sola regina che le nutre ed espande il nido. [[File:Frelon Nest.JPG|thumb|Un alveare dei calabroni in costruzione.]]
Nate le prime vespe operaie, la futura regina abbandona gradualmente le mansioni iniziali e si si dedica alla sola deposizione delle uova. La regina, nutrita dalle operaie, andando di cella in cella, depone uova e controlla che le larve siano tutte sue figlie, diversamente le uccide.
Le operaie svolgono tutti i lavori: nutrici, toelettatrici, foraggiatrici, guardiane, costruttrici.
Le massime dimensioni della colonia sono raggiunte attorno al mese di settembre, quando anche la popolazione di operaie è al suo massimo. L'attività della colonia è molto frenetica, perché una covata consistente ha bisogno di essere nutrita.
Il materiale da costruzione per il nido è una solida fibra vegetale, viene ottenuto impastando con la saliva le fibre di legno dei rami giovani di vari alberi a corteccia morbida, fino ada ottenere una pasta modellabile, che, una volta indurita, sarà solida e dall'aspetto cartaceo. Infatti i nidi di ''V. crabro'' hanno consistenza cartacea, sebbene siano relativamente impermeabili e molto resistenti.
[[File:European hornet 090621.jpg|right|thumb|Calabrone, particolare della testa, vespa operaia.]]
Dalle prime operaie e dal primo piano di cellette, la colonia cresce sempre di più durante l'estate. La fondatrice, ora pienamente denominabile regina, subisce un aumento del volume addominale a fronte della necessità di deporre un numero di uova sempre maggiore. Le operaie di un nido maturo in agosto possono essere dell'ordine delle centinaia.<br />
In fine estate - inizio autunno, la regina cessa provvisoriamente di deporre le uova per lasciare alla sua prossima covata lo spazio necessario per crescere. L'ultima covata del nido, è però particolare. Non darà vita ad altre operaie, perché composta da larve di vespe [[aploide|aploidi]] maschi, nate da uova non fecondate, e vespe di sesso femminile che svilupperanno in nuove future fondatrici causa il maggior apporto di cibo da parte delle numerose operaie e la diminuzione dei feromoni di dominanza prodotti dalla regina originale.
Appena l'ultima covata è dischiusa, attorno a settembre, comincia il declino del nido. Le nuove regine ede i maschi, ora molto numerosi a dispetto delle operaie, a ridosso dell'inverno avviano il periodo degli accoppiamenti. Ogni femmina fertile copula con un maschio preferibilmente di un'altra colonia, dopodiché iniziaincomincia ad accumulare grasso corporeo tramite liquidi zuccherini per prepararsi ad affrontare la stagione fredda. Se tutto andrà bene, le femmine fecondate saranno le regine dell'anno successivo.
Nel frattempo, la vecchia regina, ormai troppo anziana per deporre altre uova nel nido, si allontana dal suo regno e muore di vecchiaia, attorno a settembre-ottobre. Dopo di essa, progressivamente, anche le operaie muoiono e la colonia si dirige rapidamente all'estinzione a causa del mancato ricambio generazione. I maschi e l'ultima nidiata di vespe immature (larve di maschi o ultime femmine ritardatarie) possono sopravvivere sino all'arrivo dell'inverno, periodo che in ogni caso non riescono a superare. Per la carenza di manodopera operaia, le ultime larve deperiscono per inedia, non più curate. Questa è la principale causa, assieme ai resti di cibo in decomposizione, del forte odore di marcio e ammoniaca caratteristico delle colonie mature, che si può avvertire aprendo un nido sviluppato. Odore che presagisce la fine imminente della colonia.
Le uniche vespe a sopravvivere all'inverno sono le fondatrici, nate poco dopo i maschi e destinate ad andare in una sorta di letargo, dal quale si risvegliano la primavera successiva, per tentare di fondare nuove colonie.
Del nido, in inverno inoltrato, non resta che l'involucro cartaceo e le cellette abbandonate, spesso saccheggiate da formiche o utilizzate come rifugio invernale da altri insetti come [[rincoti]], [[coccinellidae|coccinelle]] o qualunque altro [[insetto]] che in fase di adulto [[diapausa|svernante]] cerchi rifugio. Non di rado, alcune femmine fecondate possono passare l'inverno sul nido, assieme agli altri animali ospiti.
I siti di ibernazione preferiti per le future regine sono di rado intercapedini di manifattura umana, il nido stesso o più di frequente tronchi d'albero marci o rifugi sottoterra.
[[File:Vespa crabro germana with prey Richard Bartz Crop.jpg|thumb|Calabrone ripiegato.]]
=== Nido ===
==== Ubicazione ====
Gli individui di questa specie vivono in nidi di varia forma e ubicazione che hanno però in comune l'aspetto cartaceo e i materiali:
* Ilil nido apogeo (sospeso) sorge per lo più attorno alle biforcazioni di rami d'alberi o cespugli. consistonoConsistono di un peduncolo all'interno, di un rivestimento esterno e di un solo foro di entrata e di uscita generalmente in posizione inferiore. Può assumere una forma ovale o sferica della circonferenza di un pallone da calcio, ma spesso allungata fino a circa 60 cm di altezza, al cui interno ci sono più piani orizzontali di cellette contenenti la covata, mediamente da 4 a 8 piani con centinaia di celle ciascuno. Spesso vengono rilevati nidi apogei non lungi dalle aree abitate o addirittura al riparo di gronde camini e tettoie e ciò li rende tutt'oggi potenzialmente pericolosi per l'uomo poichèpoiché se è vero che questi insetti, come gli altri, tendono a fuggire di fronte ad animali più grandi, è comprovato che manifestano aggressività soprattutto in difesa del nido . ;
* Ilil nido ipogeo, cioè interno a fenditure nel terreno asciutto e poco esposto alle piogge, magari in prossimità di piante da frutto. Ha ingresso laterale. I soprannomi riferentesi alla letalità del calbronecalabrone per gli equini hanno origine da incidenti da aratura a traino animale, quando il vomere distruggeva questo tipo di insediamenti e, mentre il contadino aveva qualche chance di fuga, non altrettanto le bestie aggiogate, buoi o cavalli che fossero.;
* Ilil nido costruito all'interno di cavità lignee (tronchi) o murarie o sottotetti o rimesse abbandonate può assumere ragguardevoli dimensioni, anche prossime al metro di altezza, ma "spalmato" nello spazio disponibile ede ha ingresso laterale.
[[File:Vespa crabro nest.jpg|thumb|Nido di vespa crabro.]]
==== Costruzione ====
Il nido è formato da una mistura di polpa di carta creata dalle vespe operaie con parti di alberi o materiale vegetale tagliato con le mandibole, masticati mischiati con la saliva, oltre a fango ede altre derivazioni simili. e poi modellati a formare il nido dalle operaie. Questi pezzi non hanno una struttura uniforme, ma sono attaccati tra loro molto saldamente così da costituire uno strato unico.<!-- Since social wasps generally prefer to build nests in the dark, envelopes are commonly found surrounding the nests to make them dark if the colony could not locate a dark crevice to build in. --><ref name="nest">{{cita pubblicazione|autore=Bagriaçik, N.|anno=2011|titolo=Determination of some structural features of the nest paper of ''Vespa orientalis'' Linneaus, 1771 and ''Vespa crabro'' Linneaus, 1758 (Hymenoptera: Vespinae) in Turkey|rivista=Archives of Biological Sciences|volume=63|numero=2|pp=449–455|doi=10.2298/ABS1102449B}}</ref> Questo "cemento" è inoltre reso repellente all'acqua e consente alla colonia di sviluppare una barriera contro gli agenti atmosferici esterni. I materiali e le tecniche di costruzione così come i luoghi possono variare a seconda della nidificazione.<ref name="nest"/>
==== Composizione chimica e fisica ====
Minerali come [[titanio]] (Ti), [[ferro]] (Fe) e [[zirconio]] (Zr) sono comunemente presenti nel suolo e pertanto si ritrovano anche nella composizione del nido del calabrone. Il peso del nido più grande mai trovato era di 80,87 grammi, da vuoto, a dimostrazione che la struttura si presenta estremamente leggera. Le celle interne sono di norma comprese tra i 4 ede i 5 mm di lunghezza e gli 8-9 mm di diametro. Uno studio più approfondito di nidi recuperati in [[Turchia]] settentrionale ha evidenziato che ossigeno, carbonio e azoto sono gli elementi principali del nido, mentre sono state trovate tracce di [[silicio]] (Si), [[calcio (elemento chimico)|calcio]] (Ca), ferro (Fe) e [[potassio]] (K), ma non [[alluminio]] (Al), [[magnesio]] (Mg) o [[sodio]] (Na), dimostrando che i calabroni si basano sui materiali che trovano attorno al nido e quindi utilizzano il suolo locale. La percentuale di materiali vegetali è il 23% mentre il 77% è costituito da saliva di calabrone.<ref name="nest"/>
== Relazioni con l'uomo ==
=== Danni alle coltivazioni ===
Come molti altri tipi di vespe, i calabroni recano ingenti danni alle coltivazioni frutticole, come pere, mele, prugne ede uve. Una colonia di calabroni può compromettere irrimediabilmente l'intera produzione di un melo in poco tempo, spesso escavando solo la parte più matura del frutto per poi passare ad attaccarne un altro.
=== Problemi associati ===
I calabroni europei sono onnivori e come tali mangiano diverse altre specie di insetti molti dei quali sono considerati infestanti e quindi in questo senso essi apportano un beneficio a giardini e coltivazioni. AdA ogni modo, essi risultano dannosi nella misura in cui sono soliti nutrirsi anche di [[Apis|api]] domestiche (che cercano di portare vive nel nido per darle in pasto alle larve) compromettendo la riproduzione della specie, danni alle arnie, la produzione di miele e soprattutto l'impollinazione dei fiori.<ref>http://www.ca.uky.edu/entomology/dept/entfacts.asp</ref>
=== Veleno e punture ===
Il calabrone, pur tendendo a non attaccare naturalmente l'uomo, può rappresentare in molti casi una minaccia concreta. L'insetto, in caso di puntura, riesce ada iniettare nel corpo dell'uomo solo una dose minima di veleno che sarebbe fatale per altri insetti, ma nell'uomo non comporta particolari problemi, a meno che a causa di allergia o ipersensibilizzazione pregressa non si verifichi una pericolosa [[reazione anafilattica]]. Una situazione di pericolo si presenta se il numero di punture è superiore a una, a causa del maggiore quantitativo di veleno entrato in circolo.
In tali casi il veleno del calabrone interferisce con il corretto funzionamento delle vie respiratorie, causando affanno o addirittura soffocamento. Nei casi più gravi può rendersi necessaria una [[tracheotomia]]. Le reazioni a seguito di punture di calabroni possono rivelarsi mortali <ref> [https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/lecco_muore_uomo_calabrone-3797696.html Lecco, muore uomo punto da calabrone mentre lavora in un podere] </ref>.
Normalmente, la sensazione di dolore che si avverte subito dopo la puntura è data essenzialmente dall'infiammazione che il veleno iniettato determina nei primi strati della cute, mentre il gonfiore successivo è dato dalla reazione naturale dell'organismo. PoichèPoiché il pungiglione delle vespe non è uncinato come quello delle api è raro che il pungiglione si spezzi e rimanga ancorato nei tessuti, ma se ciò fosse può essere rimosso agevolmente.
=== Disinfestazione, eradicazione ===
Nel caso in cui il bilancio tra i benefici della presenza delle Vespevespe crabro (distruzione di insetti nocivi alle colture e all'uomo) e gli svantaggi della medesima (danni alla frutta, predazione eccessiva di api, pericolo per l'uomo) sia sfavorevole alla permanenza dell'insetto in una data area si può procedere al suo contenimento numerico (riservando lo sterminio alle sole specie aliene quali le varianti di velutina). Numerosi i metodi messi a punto dall'esperienza soprattutto degli apicoltori.
'''Segnalazione alle istituzioni e loro intervento'''
laLa soluzione radicale è individuare i nidi e segnalarli alle autorità (vigili del fuoco, assessorati all’agricoltura, all’ambiente, alla salute). Le istituzioni ede associazioni apistiche ovviamente sono concentrate alla eradicazione delle Velutine ma non abbassano la guardia di fronte alla Crabro.
'''Cattura-eliminazione diretta'''
Vi sono varie categorie di trappole per i calabroni in genere:
* Adesiveadesive (tipo vischio), autocostruite
* Adad annegamento costituite da un contenitore per l’esca e un coperchio di vario tipo che consenta l’ingresso ma non l’uscita dell’insetto nocivo, sia già pronte in commercio, sia completamente auto costruite, sia con uno dei tappi in commercioavvitatocommercio avvitato su contenitore alimentare standard (bottiglia o vaso in vetro)
* Meccanichemeccaniche Passivepassive (specifiche per apicoltori), cassetti aggiuntivi alle arnie, reti, ecc.
* Luminoseluminose a ventola o griglia folgorante (come per le zanzare una lampada a luce fredda-azzurrognola attira gli insetti verso un aspiratore o una rete folgorante)
* Farmacologichefarmacologiche (veleni): solo per interni infestati dagli insetti nocivi o soggetti a loro incursioni, da non usare all’aperto perché sostanze nocive anche per le api
* Biologichebiologiche: piante carnivore specializzate in mosche e calabroni asiatici (in fase sperimentale).
== Tassonomia ==
* ''[[Vespa crabro birulai]]'' <span style="font-variant: small-caps">Bequaert</span>, 1931
In [[Italia]] ed [[Europa centrale]] è diffusa la sola sottospecie ''germana''. Tuttavia è innegabile la coesistenza in Lombardia di varianti con i tergiti di un giallo più chiaro ede altre di un giallo virante al fulvo.po
== Note ==
|