Roberto Sanseverino: differenze tra le versioni

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Nella guerra tra [[Aragonesi]] e [[Angioini]] per il [[Regno di Napoli]], Roberto Sanseverino partecipò a fianco del re [[Ferrante I]] nella battaglia di [[Sarno]]: nella notte tra il 6 e 7 luglio [[1460]], guidato da villani pratici del luogo, salì verso i monti che sovrastano Sarno e con indicibile ferocia aggredì il nemico piegando quasi i soldati del [[Duca di Calabria]], [[Giovanni d'Angiò]]. Ma, attaccato sui fianchi, fu costretto a ritirarsi. Il conte Roberto, favorito dalla fortuna, benché coperto di ferite e ferito alla bocca, riuscì a riprendere la via del monte, tornò indietro, discese con i fanti verso la porta di Foce Sarno e marciò sollecito sulle tracce del re. La battaglia fu persa ed il re Ferrante fu costretto a fuggire, mentre il conte Roberto scese a patti con gli angioini.<ref>Eppure nelle cronache dell'epoca e nei cronisti successivi Roberto di Sanseverino conte di Marsico risulta fino al 1461 sempre fedele alla causa angioina...</ref><!-- Eppure nelle cronache dell'epoca e nei cronisti successivi Roberto di Sanseverino conte di Marsico risulta fino al 1461 sempre fedele alla causa angioina... -->
Ma dopo il 9 dicembre 1460, Roberto ritornò in fede al re di Napoli<ref>"Le condizioni chieste dal conte di Marsico in cambio della sua defezione furono: che il re gli concedesse Salerno con titolo di principe; che gli passasse un'annua provvigione di 25.000 ducati come soldo di 250 lancie; che gli desse il privilegio di battere moneta, purché l'impronto portasse da una parte l'arme o la testa del re; che gli fosse lecito per ogni parte del Regno far uccidere quelli di casa Capano, ch'erano stati suoi vassalli del Cilento; che tutti li beni dei vassalli suoi in caso che fossero ribelli al re, fossero devoluti non al fisco reale, ma al fisco del principe ecc." ([[Angelo di Costanzo]], f. XIX).</ref> e si recò in [[Calabria]] per contrastare gli angioini che avevano assediato [[Cosenza]]. Roberto con la sua discesa verso la Calabria fu uno dei protagonisti della riscossa di re Ferrante. Dopo la vittoriosa campagna di Calabria, ritornò in [[Campania]] e strinse d'assedio la città di [[Salerno]] che capitolò poco dopo la metà del mese di settembre del [[1462]]: la città di Salerno, ormai senza speranza di ricevere soccorso dagli angioini, si arrese a Roberto Sanseverino che ottenne dal re un indulto generale per la cittadinanza. Il 30 gennaio [[1463]], Roberto Sanseverino [[conte di Marsico]] ottenne l'investitura ufficiale del [[Principato di Salerno]]<ref name="test1">Buchicchio, ''La guerra tra Aragonesi e Angioini nel Regno di Napoli.''</ref>.
[[File:Chiesa del Gesù Nuovo.jpg|sinistra|miniatura|188x188px|Palazzo dei Sanseverino, oggi [[Chiesa del Gesù Nuovo]].]]
[[File:Stemma sanseverino grande.jpg|thumb|Stemma dei [[Sanseverino (famiglia)|Sanseverino]]|alt=|sinistra|218x218px]]Il [[re Ferrante]] concesse poi al Principe Roberto Sanseverino anche il privilegio di battere moneta, con diploma emesso da [[Terlizzi]] il 27 novembre [[1463]]. Fu poi nominato grande Ammiraglio del Regno e, il 7 luglio [[1465]], al comando della flotta aragonese, fu con [[Alessandro Sforza]] uno dei vincitori della [[battaglia di Ischia]] contro [[Giovanni d'Angiò]] che aveva occupato l'isola.
 
Nel 1470 intraprese la costruzione del magnifico [[Chiesa del Gesù Nuovo|palazzo Sanseverino]] in stile [[rinascimentale]] con facciata a [[bugnato]]. Il palazzo fu progettato da [[Novello da San Lucano]]:
{{citazione|Novello da San Lucano, architetto egregio, più per ossequio che per mercede innalzò questo palazzo al Principe di Salerno, suo signore e precipuo benefattore, l'anno 1470.||NOVELLUS DE SANCTO LUCANO ARCHITECTOR EGREGIUS OBSEQUIO MAGISQUAM SALARIO PRINCIPI SALERNITANO SUO ET DOMINO ET BENEFACTORI PRECIPUO HAS AEDES EDITIT ANNO MCDLXX|lingua=la}}
[[File:Chiesa del Gesù Nuovo.jpg|sinistra|miniatura|188x188px|Palazzo dei Sanseverino, oggi [[Chiesa del Gesù Nuovo]].]]
Da Roberto passò al figlio [[Antonello Sanseverino|Antonello]] che, per contrasti con la Corte [[Aragona|Aragonese]], subì la confisca dei beni e fu costretto a fuggire da [[Napoli]].