Melchiorre Delfico: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Nacque nel castello feudale di [[Leognano]], in [[provincia di Teramo]],<ref name="dbi">{{DBI}}</ref> da Berardo Delfico (1705-1774) e da Margherita Civico. Le origini della sua famiglia risalivano almeno al [[secolo XVI]] quando Pir (o Pyr) Giovanni di Ser Marco, generalmente riconosciuto come il capostipite della famiglia, cambiò il proprio cognome in Delfico e adottò il motto ''eat in posteros Delphica Laurus''; secondo alcuni, e tra questi Luigi Savorini, il cognome originario era “de Civitella”. All'interno della sua famiglia va individuato come Melchiorre III, per distinguerlo da Melchiorre I (m. 1689) e Melchiorre II (1694-1738), che fu vescovo di [[Muro Lucano]], in [[Basilicata]].
 
=== Gli anni della formazione ===
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[[File:John Locke.jpg|thumb|upright=0.6|John Locke, filosofo e fisico britannico]]
Il pensiero dello studioso teramano si forgiò nel fermento culturale del ''[[illuminismo|Secolo dei Lumi]]'' e del [[diritto naturale]], le cui idee [[Giusnaturalismo|giusnaturalistiche]] furono compiutamente esposte da un lato nell'opera di [[John Locke]], dall'altro in quella di [[Jean-Jacques Rousseau]], nelle quali i principi del [[diritto naturale]] erano rappresentati dalle idee di libertà e di eguaglianza di tutti gli uomini.<br />
I fermenti culturali del periodo assunsero una valenza rivoluzionaria e contribuirono all'abbattimento di una struttura sociale logora ed invecchiata, che si reggeva ancora ai capricci [[Bizantinismo|bizantini]] dell'autorità invadente.
 
Proprio tali tesi giusnaturalistiche furono gli strumenti a cui si richiamò l'opera del Delfico, permeata dall'[[anticurialismo]], dalla compressione della [[Feudalesimo|feudalità]], dall'antifiscalismo e soprattutto dall'abbattimento del monopolio forense, ritenuto il baluardo principale del regime.<br />
Ciò che caratterizza la visione politica del Dèlfico è una nuova concezione dello [[Stato]], non più ispirato al predominio politico e svincolato dalle regole della morale corrente.
 
Come politico e come giurista, il Dèlfico fu eminentemente pratico, così da poter essere ricordato come uno dei più illuminati riformatori del suo tempo.<br />
 
== Intitolazioni ==
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È noto che esistono [[Loggia massonica|Logge massoniche]] intestate a Melchiorre Delfico, ma ci si chiede se lui sia stato massone.
 
Questo interrogativo è stato posto da parecchi storici ma non esiste una risposta documentale. Esistono invece molte prove indiziarie relative alla sua appartenenza alla [[Massoneria]] per le quali rimandiamo all'appendice del volume: Franco Eugeni, ''Carlo Forti (1766-1845), allievo di N. Fergola, ingegnere sul campo'', citato in bibliografia. I principali indizi si possono così riassumere:
 
I maestri ed amici napoletani del Delfico come [[Antonio Genovesi]], [[Mario Pagano]], [[Gaetano Filangeri]], furono tutti noti massoni;
 
In un diario del curato Crocetti di Mosciano appaiono notizie di una Loggia massonica esistente a Teramo dal [[1775]];
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== Opere principali ==
* ''Saggio filosofico sul matrimonio'', s.n.tip. ma Teramo, Consorti e Felcini, ([[1774]]), (non firmato), ora in ''Opere complete'', III, pp. 83-146&nbsp;83–146;
* ''Memoria sul Tribunal della Grascia e sulle leggi economiche nelle provincie confinanti del regno'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, ([[1785]]), ora in Opere complete, III, pp.265-326&nbsp;265–326;
* ''Riflessioni su la vendita de' Feudi'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, ([[1790]]), ora in ''Opere complete'', III, pp. 401-434&nbsp;401–434;
* ''Ricerche sul vero carattere della giurisprudenza Romana e de' suoi cultori'', Napoli, presso Giuseppe Maria Porcelli, ([[1791]]), e successive edizioni, Firenze, 1796, Napoli, 1815, ora in ''Opere complete'', III, pp. 91-238&nbsp;91–238;
* ''Pensieri sulla Istoria e su l'incertezza ed inutilità della medesima'', Forlì, dai torchi dipartimentali Roveri, ([[1806]]), e successive edizioni 1808, 1809, 1814, ora in ''Opere complete'', II, pp. 7-180&nbsp;7–180;
* ''Nuove ricerche sul bello'', [[Napoli]], presso Agnello Nobile, 1818, ora in ''Opere complete'', II, pp. 183-296&nbsp;183–296;
* ''Della antica numismatica della città di [[Atri]] nel [[Piceno (territorio)|Piceno]] con un discorso preliminare su le origini italiche'', Teramo, Angeletti, 1824; nuova edizione 1826 e ristampa anastatica Teramo, Edigrafital, 1996;
* ''Opere complete'', nuova edizione curata da [[Giacinto Pannella]] e [[Luigi Savorini]], 4 voll., Teramo, [[Fratelli Fabbri Editori|Giovanni Fabbri editore]], 1901-1904; leggi il [http://www.defilippis-delfico.it/Sommario_Opere_Complete_Melchiorre_Delfico.htm sommario dei quattro volumi];<ref>{{Cita web|url=http://www.defilippis-delfico.it/Sommario_Opere_Complete_Melchiorre_Delfico.htm|titolo=Sommario delle Opere complete di Melchiorre Delfico|sito=www.defilippis-delfico.it|accesso=2018-05-23}}</ref>
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*[[Raffaele Aurini]], ''Delfico Melchiorre'', in: ''Dizionario bibliografico della gente d'Abruzzo'', vol. III, [[Teramo]], Ars et Labor, 1958; ora in Nuova edizione, [[Colledara]] (Teramo), Andromeda editrice, 2002, vol. 2.
*[[Vincenzo Clemente]], ''Rinascenza teramana e riformismo napoletano, 1777-1798, l'attività di Melchiorre Delfico presso il Consiglio delle finanze'', [[Roma]], Edizioni di storia e letteratura, 1981.
*Vincenzo Clemente, ''[http://www.treccani.it/enciclopedia/melchiorre-delfico_%28Dizionario-Biografico%29/ Delfico, Melchiorre]'', in: ''[[Dizionario biografico degli Italiani]]'', Roma, [[Istituto dell'Enciclopedia italiana]], 1988, vol. 36, pp. 527-540&nbsp;527–540.
*Donatella Striglioni ne' Tori, ''L'inventario del Fondo Delfico. [[Archivio di Stato di Teramo]]'', Teramo, Centro abruzzese di ricerche storiche, 1994.
* Gabriele Carletti, ''Melchiorre Delfico. Riforme politiche e riflessione teorica di un moderato meridionale'', Pisa, Edizioni ETS, 1996.
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[[Categoria:Numismatici italiani]]
[[Categoria:Illuministi]]
[[Categoria:Repubblica napoletanaNapoletana]]