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==== Seconda metà del XIV secolo ====
L'organizzazione del lavoro durante questo periodo cambia, in quanto si assiste ad una produzione più massiccia e alla formazione delle prime compagnie di artigiani. Questo perché a Pisa, ma anche altrove, la ceramica smaltata aveva ormai consolidato il suo ruolo nella vita quotidiana. Ne è una prova la grande quantità di scarti d'uso ritrovati sia nel circuito cittadino, sia in diverse località toscane, di altre regioni d'Italia ma anche estere. La prima compagnia conosciuta è del 1389, stipulata tra Nino di Giovanni, della cappella di San Paolo a Ripa d'Arno, e Rainaldo di Stefano, di San Vito<ref>{{cita|Clemente 2017|p. 138}}; {{cita|Berti - Tongiorgi 1977a|p. 148}}.</ref>.
Dalla documentazione d'archivio si nota come le officine ceramiche site nel quartiere di San Vito tendono progressivamente a chiudere e/o spostarsi in altre zone della città, più lontane dal centro ma sempre a ridosso dell'Arno. A partire dalla metà del XIV secolo infatti sono testimoniate diverse case - botteghe nella zona di San Paolo a Ripa d'Arno e a San Giovanni al Gatano, a sud del fiume, grossomodo in linea d'aria al quartiere di San Vito. Qui era sicuramente più agevole cavare l'argilla rispetto alla zona di San Vito in quanto San Paolo e San Giovanni erano fuori le mura e tale migrazione fu stimolata probabilmente da lavori che interessarono gli [[Arsenali della Repubblica|arsenali]]<ref>{{cita|Clemente 2017|p. 137}}; {{cita|Redi 1994a}}</ref>.
Un altro broccaio, Rustico figlio di Enrichetto, nonostante abbia un'attività a San Vito, viene registrato nel 1403 come abitante di San Paolo a Ripa d'Arno dove insieme a Cione di Lenzo prende in affitto la casa di Andrea di Chimento anche loro vasai.
Assume particolare rilievo il fatto che mentre i vasellai conosciuti di San Vito nella prima metà del XIV secolo sono più del doppio di quelli di San Paolo a Ripa d’Arno, nella seconda metà del secolo si registra invece una situazione opposta e poi
Anche in questo periodo i barattolai erano molto presenti in città e si concentravano nella zona compresa tra le cappelle di San Iacopo al Mercato, San Paolo all'Orto e San Pietro in Vincoli, oltre che nel tratto cittadino che corre dall'odierna Piazza delle Vettovaglie fino a Piazza Dante<ref>{{cita|Clemente 2017|p. 138}}</ref>.
Come nel secolo precedente, questi potevano sia vendere sia affittare le ceramiche. Ad esempio, nel 1371 Vanni di Senso detto Rosso, dà in prestito alcune stoviglie da mensa all’Opera del Duomo in occasione della festa dell’Assunta<ref>{{cita|Berti - Tongiorgi 1977a|pp. 147-153}}.</ref>. Come attestano le fonti documentarie, anche le donne praticavano questo mestiere<ref>{{cita|Clemente 2017|p. 136}} e {{cita|Tongiorgi 1964|p. 8}}.</ref>.▼
▲Ad esempio, nel 1371 Vanni di Senso detto Rosso, dà in prestito alcune stoviglie da mensa all’Opera del Duomo in occasione della festa dell’Assunta<ref>{{cita|Berti - Tongiorgi 1977a|pp. 147-153}}.</ref>.
Nella seconda metà del XIV secolo in città sono presenti 74 artigiani, di cui: 7 barattolai (1 indicato barattolaio e vasaio; 2 sono indicati barattolai e broccai), 13 barattolai (2 sono indicati broccai e vasai), 52 vasai, 2 apprendisti (1 è indicato come apprendista vasaio){{#tag:ref|Uno dei broccai, Piero di Bindo, faceva parte della stessa famiglia che operava a San Vito nella prima metà del secolo. Tre vasai e un apprendista erano appartententi alla cappella di San Giovanni al Gatano, che sorgeva nelle immediate vicinanze di San Paolo a Ripa d’Arno, subito fuori dalla cinta muraria.
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