Quilapayún: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Aggiungo argomento all'avviso.
Riga 46:
 
=== Il periodo di Unidad Popular ===
Nel 1969 il gruppo registra l'album ''[[Basta (Quilapayún)|Basta]]'', uno dei suoi dischi più importanti della formazione che contiene la celebre canzone ''La muralla'', composta dagli stessi Quilapayún con [[Nicolás Guillén]], dopodiché il gruppo si separa da Víctor Jara (che intraprenderà un lavoro simile con gli [[Inti-Illimani]]) e intraprende nuove collaborazioni. Nel indicono1970 incidono la celebre ''[[Cantata Santa María de Iquique]]'', composizione di [[Luis Advis]] consideratarealizzata latra massimail espressione della Nueva Canción Chilena1969 e unoil degli1970 albumproprio cileniper piùle importanti.<refvoci name="musicapopular"/>dei LaQuilapayún, ''cantata''considerata vienela compostamassima daespressione Advisdella traNueva ilCanción 1969Chilena e iluno 1970,degli pensandoalbum propriocileni allepiù voci dei Quilapayúnimportanti.<ref name="musicapopular"/>
 
A questo album fanno seguito altri ''concept'', come ''Vivir como él'' del 1971, un tributo a un guerigliero [[vietnam]]ita composto da [[Frank Fernández]], e ''La fragua'' del 1973, storia di lotta di classe scritta da [[Sergio Ortega]].<ref name="musicapopular"/> In questo periodo il gruppo è sempre nella formazione del sestetto, anche dopo la fuoriuscita di Patricio Castillo, rimpiazzato da [[Rubén Escudero]].<ref name="musicapopular"/> Il loro repertorio di forte contenuto politico comprende anche la canzone ''Venceremos'', composta da Sergio Ortega su testo di [[Claudio Iturra]], inno ufficiale della campagna elettorale di Unidad Popular, che porta alla presidenza [[Salvador Allende]] nel 1970.<ref name="musicapopular"/> Questa loro militanza li pone al centro della politicizzazione che la musica stava attraversando in quegli anni, ottenendo però anche anche delle contestazioni, come avviene al [[Festival di Viña del Mar]] del 1973, quando la loro esibizione viene fischiata da parte del pubblico per tutto il tempo, portando a degli scontri sulle scalinate.<ref name="musicapopular"/>
Dopo il successo elttorale di [[Salvador Allende]] nel 1970, i Quilapayún divengono ambasciatori culturali cileni e intensificano le proprie tournée in [[Europa]], oltre a ottenere grande successo in [[Argentina]] e [[Uruguay]]. In quel periodo alternano canzoni e opere di appoggio deciso alla causa di [[Unità Popolare (Cile)|Unidad Popular]] ad altre di attacco ai settori conservatori, con lavori come ''[[Quilapayún 5]]'', dove delineano nuovi percorsi creativi.
 
Dopo il successo elttorale di [[Salvador Allende]] nel 1970, il'attività dei Quilapayún si fa più intensa, mentre divengono ambasciatori culturali cileni e intensificano le proprie tournée in [[Europa]], oltre a ottenere grande successo in [[Argentina]] e [[Uruguay]]. In quel periodo alternano canzoni e opere di appoggio deciso alla causa di [[Unità Popolare (Cile)|Unidad Popular]] ad altre di attacco ai settori conservatori, con lavori come ''[[Quilapayún 5]]'', dove delineano nuovi percorsi creativi. Continuando a incidere contemporaneamente per la EMI e per la DICAP, la popolarità crescente del gruppo fa sì che si venga a creare una sorta di "scuola di ''quilapayunes''", con la nascita di molti gruppi a loro ispirati in tutto il Cile.<ref name="musicapopular"/>
 
Nell'agosto del 1973, dopo essersi trasformati in setteto grazie all'ingresso nella formazione di Hugo Lagos l'anno precedente, intraprendono un tour che non li avrebbe visti più ritornare in patria per molti anni e a cui avrebbe dovuto prendere parte lo stesso presidente Allende in Algeria, all'incontro dei paesi non allineati, che però all'ultimo rinuncia a causa della delicata situazione politica venutasi a creare in Cile in quel momento.<ref name="musicapopular"/> Il [[Colpo di Stato in Cile del 1973|golpe militare dell'11 settembre 1973]] coglie i Quilapayún del tutto impreparati mentre stanno rilasciando un'intervista all'emittente radiofonica ''L'Humanite'', lasciandoli attoniti e increduli.<ref name="musicapopular"/> Questo è l'inizio del loro lungo esilio in Francia, destinato a durare per tutti gli anni settanta e per il decennio successivo.<ref name="musicapopular"/>
 
=== Il golpe e l'esilio ===