Gilbert Keith Chesterton: differenze tra le versioni
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Chesterton morì la mattina del 14 giugno [[1936]] di [[insufficienza cardiaca]], dopo quella che lui definì "una vita immeritatamente felice". Ad assisterlo, nei due giorni precedenti la morte, sua moglie Frances Blogg, la segretaria Dorothy Collins (una sorta di figlia per i Chesterton) e alcuni amici: padre [[John O'Connor]], che diceva messa per la sua guarigione; padre [[Vincent McNabb]], che cantò secondo l'antico uso domenicano il ''[[Salve Regina]]'' e che, vedendo sul tavolo la penna con cui Gilbert aveva scritto migliaia di pagine, la prese e la benedisse; monsignor Smith, il suo [[parroco]], che gli impartì l'[[estrema unzione]] e l'[[eucaristia]].<ref name=bio/><ref>Maisie Ward, ''Gilbert Keith Chesterton'', p. 552</ref>
Le ultime parole, il giorno prima della morte, furono per la moglie ("ciao, mia amata") e per la segretaria ("ciao, cara"). La sua bara, troppo grande per essere trasportata per le scale (Gilbert era alto circa un metro e novanta e pesava oltre centotrenta chilogrammi), dovette essere calata dalla finestra. Il funerale si svolse a Beaconsfield e seguì circa un mese dopo una messa celebrata nella [[cattedrale di Westminster]];
Chesterton è sepolto nel cimitero cattolico di [[Beaconsfield]], situato
[[Papa Pio XI]] inviò un [[telegramma]] al capo della gerarchia ecclesiastica in Inghilterra in cui si diceva che il Papa pregava e piangeva la morte di colui che definiva "devoto figlio della Santa Chiesa, difensore ricco di doti della Fede Cattolica" (una parte dell'espressione usata dal papa suonava in latino ''[[defensor fidei]]''). Era la seconda volta che un [[Papa]] dava il titolo di ''Difensore della Fede'' a un inglese (la prima era stata da parte di [[Leone X]] a [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]]). I giornali laici non vollero pubblicare per intero il telegramma del Papa, perché dava ad un suddito un titolo che spetta al [[re d'Inghilterra]].
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