Piano K5: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
m spazio indivisibile
Riga 1:
[[File:Cambodia-mountainsW5.JPG|miniatura|430x430px|Montagne lungo il confine tra la Cambogia e la Thailandia a nord della strada tra  [[Sisophon]] e [[Aranyaprathet]]. Una delle aree dove i Khmer rossi si nascondevano nel periodo della  [[Repubblica Popolare di Kampuchea|Repubblica Popolare di Kampuchea.]]]]
Il '''Piano K5''', '''Cintura K5''' o '''Progetto K5''', conosciuto anche come '''Cortina di Bambù''',<ref>[http://opus.macmillan.yale.edu/workpaper/pdfs/GS24.pdf Kelvin Rowley, ''Second Life, Second Death: The Khmer Rouge After 1978'', Swinburne University of Technology] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160216054030/http://opus.macmillan.yale.edu/workpaper/pdfs/GS24.pdf|date=16 febbraio 2016|title=}}</ref> è stato un tentativo del governo della  [[Repubblica Popolare di Kampuchea]] di fermare le vie d'infiltrazione in [[Cambogia]] delle guerriglie dei [[Khmer rossi]] tramite file di trincee, recinzioni con filo spinato e [[campi minati]] lungo circa l'intero confine con la [[Thailandia]].<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Margaret Slocomb|titolo=The People's Republic of Kampuchea, 1979-1989: the revolution after Pol Pot|url=https://www.worldcat.org/oclc/54755732|data=2003|editore=Silkworm Books|ISBN=9749575342}}</ref>
 
== Contesto ==
[[File:Cambodia_anti-PRK_border_camps.png|miniatura|240x240px|Campi di confine ostili alla RPK; 1979-1984.]]
Dopo la caduta della  [[Kampuchea Democratica]] nel 1979, i Khmer rossi fuggirono velocemente dalla Cambogia. Protetta dallo stato thailandese, e con potenti connessioni straniere, la milizia di [[Pol Pot]] costituita da circa 30 000-35 000 persone si riorganizzò nelle zone forestali e montuose dietro il confine tra la Cambogia e la Thailandia. Durante i primi anni ottanta le forze dei Khmer rossi mostrarono la propria potenza in [[Thailandia]], all'interno dei campi profughi vicini al confine, e riuscirono a ricevere un abbondante rifornimento costante di equipaggiamenti militari. Le armi provenivano principalmente dalla Cina e dagli Stati Uniti ed erano incanalate attraverso la Thailandia con la cooperazione delle [[Kong Thap Thai|forze armate thailandesi]].<ref>{{Cita web|url=https://gsp.yale.edu/thailands-response-cambodian-genocide|titolo=Thailand’s Response to the Cambodian Genocide
| Genocide Studies Program|autore=Puangthong Rungswasdisab|sito=gsp.yale.edu|editore=Università di Yale|lingua=en}}</ref>
 
Riga 25:
Non previsto dagli ideatori del progetto, il piano K5 da un [[Strategia militare|punto di vista militare]] era anche disastroso per la RPK. Non scoraggiava i combattenti Khmer rossi che cercavano comunque diversi modi per oltrepassarlo, poiché era impossibile sorvegliare con efficienza il lungo confine. Inoltre, la manutenzione era difficile, dato che la giungla spianata aveva lasciato un sottobosco incolto che, con il clima tropicale, sarebbe ricresciuto annualmente raggiungendo l'altezza circa di un essere umano.<ref name=":1">{{Cita libro|autore=Soizick Crochet|titolo=Le Cambodge|url=https://www.worldcat.org/oclc/416775570|data=1997|editore=Éd. Karthala|ISBN=2865377229}}</ref>
 
Il piano K5 era controproducente per l'immagine della RPK, dato che la repubblica si era impegnata a ricostruire ciò che il regime di Pol Pot e il suo  [[Partito Comunista di Kampuchea]] aveva distrutto in Cambogia. Nonostante le dimensioni dello sforzo, l'intero progetto si dimostrò alla fine un insuccesso e diede un vantaggio ai nemici della nuova repubblica pro-[[Hanoi]]. Migliaia di contadini cambogiani, che nonostante l'invasione vietnamita avesse portato alla liberazione dall'interferenza dei Khmer rossi nell'agricoltura tradizionale e all'assenza delle tasse sotto il governo della RPK,<ref name=":0" /> si irritarono. Furono contrariati dal dover abbandonare le loro fattorie per dedicare il proprio tempo a pulire la giungla, un lavoro duro considerato inutile e infruttuoso.<ref name=":1" /> Il loro risentimento crebbe nel tempo man mano che consideravano il lavoro come forzato, sebbene senza uccisioni, e simile a quello svolto durante la tirannia dei Khmer rossi.<ref name="ReferenceB">Margaret Slocomb, ''The K5 Gamble: National Defence and Nation Building under the People's Republic of Kampuchea'' Journal of Southeast Asian Studies (2001), 32 : 195-210 Cambridge University Press</ref> A causa delle precarie condizioni igieniche e la grande presenza di [[Culicidae|zanzare]] nelle aree di difficile accesso, alla malnutrizione e alle pessime condizioni lavorative, gli operai del progetto K5 spesso erano vittime di [[malaria]] e sfinimento.<ref>{{Cita libro|autore=Craig Etcheson|titolo=After the killing fields: lessons from the Cambodian genocide|url=https://www.worldcat.org/oclc/56590684|data=2005|editore=Praeger|ISBN=027598513X}}</ref>
 
Molte delle mine sono rimaste ancora oggi, rendendo la lunga e vasta aerea pericola. La zona K5 divenne parte del grande problema delle mine terrestri in Cambogia dopo la fine della guerra civile. Nel solo 1990, il numero di Cambogiani che avevano una gamba o piede amputato per una ferita causata da una mina terreste raggiunse circa 6 000.<ref>{{Cita news|lingua=en-US|autore=Eric Stover|autore2=Dan Charles|url=https://www.newscientist.com/article/mg13217914.300-the-killing-minefields-of-cambodia.html?full=true|titolo=The killing minefields of Cambodia|pubblicazione=New Scientist|data=19 ottobre 1991}}</ref>