Utente:Sorosorokiri/Sandbox: differenze tra le versioni
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All’interno di questa logica, la capacità distruttiva della sabbia nel romanzo, può essere paragonata alla potenzialità distruttiva dell’uomo. Nella distopia di Abe gli esseri umani sono sfruttati dalla natura, diventano vittime della loro stessa capacità di sfruttare la natura. La sabbia viene associata alla fatica e brutalità del lavoro, una forma di schiavitù che disumanizza e aliena.<ref name=":9" />
La meccanizzazione del lavoro, l'[[industrializzazione]] , avvenuti nello stato capitalista, implicano la perdita di umanità nel lavoro.
L’autore sembra criticare l’industrializzazione, che ha un effetto negativo sulle persone, le rende delle macchine, più simili ad animali anziché liberarle.
Spesso nel romanzo Abe si riferisce ai lavoratori del villaggio o L'esistenza del protagonista si esprime nei soli momenti di creatività, come ad esempio nei suoi ingegnosi tentativi di fuga che lo distolgono dalla solitudine.<ref name=":3">{{Cita pubblicazione|autore=Nancy S. Hardin|coautori=Abé Kobo|anno=1974|titolo=An Interview with Abé Kobo|rivista=Contemporary Literature|volume=15|numero=4|url=https://www.jstor.org/stable/1207771?seq=1#page_scan_tab_contents}}</ref> Una solitudine che il protagonista stesso scopre essere un insaziabile desiderio per qualcosa di illusorio,<ref name=":4">{{Cita pubblicazione|autore=Joseph P. Strelka|anno=1984|titolo=Kafkaesque Elements in Kafka's Novels and in Contemporary Narrative Prose|rivista=Comparative Literature Studies|volume=21|numero=4|url=https://www.jstor.org/stable/40246504}}</ref> tanto che alla fine, pur potendo fuggire, decide di rimanere, consapevole che talvolta la libertà tanto desiderata non è altro che una diversa forma di prigionia e illusione.<ref name=":1" />
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Le kaisha rappresentano un microcosmo della società giapponese contemporanea, e il romanzo sembra ritrarre la vera natura di queste aziende, e lo si potrebbe interpretare come la descrizione del matrimonio-prigionia tra un nuovo impiegato, Niki, e la kaisha, rappresentata dalla donna e dalla buca di sabbia nella quale vive, mentre le persone del villaggio rappresentano i lavoratori più anziani, i quali insegnano al nuovo arrivato l'importanza della cooperazione. Quella che all’apparenza sembra essere una storia di un mondo surreale potrebbe essere in realtà la rappresentazione allegorica di una realtà che esiste davvero: quella delle kaisha giapponesi, ossia le aziende giapponesi, elemento che simboleggia la società giapponese.<ref name=":7" />
La realtà assume i contorni angoscianti del contrasto tra un individuo alienato e un sistema sociale capace di demolirne l'identità individuale.<ref name=":0" />
L’[[alienazione]] nella buca di sabbia in cui si trova costretto a vivere Niki, è connessa all’alienazione del singolo all’interno dello Stato; un esempio può essere la futilità degli standard statali legati ai documenti ai quali il singolo è sottomesso. Come si vedrà nel romanzo, questi documenti danno l’illusione di essere tutelati, ma sono in realtà l’espressione della [[burocrazia]], che incarna le proprietà alienanti dello stato moderno. Le cose che Niki pensava lo tutelassero e liberassero erano ciò che
Nemmeno il sesso dona possibilità di fuga, è anzi alieno, i protagonisti sono estraniati dalla loro stessa esperienza, in un modo simile all’alienazione nel lavoro di cui parla Marx.
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Il romanzo diventa la metafora della società giapponese e delle sue contraddizioni,risultato della parziale modernizzazione del Giappone negli anni ‘60. <ref name=":8" />
Il racconto delle vicende di Niki sembra mettere in luce i meccanismi della coercizione: sottomissione, castigo, disciplina, e i crimini dell’uomo moderno in una società che ha fatto suo un [[Michel Foucault | sistema disciplinare]] modernizzato, nuovo, nel quale coercizione e [[empowerment]], [[emancipazione]], si intrecciano tra loro, e dove l’individuo si vede costretto in una rete di organizzazioni lavorative e sociali volte al controllo e coordinate tra loro; un esempio può essere il lavoro nelle fabbriche , le catene di montaggio. Tale struttura lavorativa e coordinazione tra i lavoratori, simile a quella nelle fabbriche, si vede nel lavoro della gente del villaggio. <ref name=":8" />
La donna, compagna di prigionia di Niki, avendo interiorizzato le tecniche necessarie richieste dalla realtà disciplinare in cui vive , istruisce il protagonista e gli mostra come lavorare in modo efficiente. In questa realtà disciplinare Niki è ridotto a mero strumento di lavoro, la gente del villaggio è priva di una propria individualità , è parte di un “tutto”, di un gruppo che sottomette gli individui al volere della collettività.<ref name=":8" />
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Niki è sottomesso ad una coercizione fisica, come si vede quando viene privato dell’acqua e ricattato e costretto a lavorare, ciò mette in luce anche la natura stessa del lavoro, vero e proprio lavoro forzato.<ref name=":8" />
In risposta alla disciplina imposta dall’esterno, l’eroe cerca di disciplinarsi a livello interiore, di emanciparsi, ma è anche spiazzato e indignato dalla mancanza di riconoscimento di ogni suo diritto legale, appellandosi ad una nozione idealistica di legalità e pensando che nessuna autorità, in uno [[Stato di diritto]], avrebbe mai consentito che tutto ciò accadesse.<ref name=":8" />
Il concetto di emancipazione espresso in ''La'' ''Donna di Sabbia'' sembra derivare dal [[Marxismo]]
L’autore mette in relazione l’emancipazione con il lavoro e l’alienazione che ne può derivare. L’emancipazione prevede la conoscenza della schiavitù, dopo averne fatto esperienza diretta.
All’inizio del libro il lettore si deve immedesimare con un uomo scomparso, in un luogo altro, caratterizzato dall’aridità. Abe usa questo luogo liminale, destinazione del protagonista, per sviluppare teorie su varie possibilità di emancipazione.
La strategia dell’autore è inserire il lettore in un ambiente immaginario, ricordandogli che tutto ciò che descrive non è lontano dalla realtà, poiché l’immaginazione non è falsità, ma può invece condurre alla verità. Ecco dunque che, secondo la logica dell’autore, la fuga dalla realtà può mostrare opportunità di fuga nella realtà stessa.<ref name=":9" />
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Si presenta come un’allegoria all’interno della quale l’autore esprime la questione della libertà di scelta e dell’autodeterminazione, articolata all’interno e contro una struttura sociale opprimente, che incastra l’individuo in una rete di obblighi e forme.<ref name=":1" />
Quando Niki trova l’acqua nella sabbia, riesce ad evadere mentalmente dalla prigionia, l’acqua rappresenta il suo empowerment, riprende in mano la propria vita e destino, la gente del villaggio non ha più controllo psicologico su di lui. Niki riesce così a emanciparsi e sviluppare un approccio più pragmatico per risolvere i problemi, e ad avere una visione d’insieme più ampia, ha trovato un nuovo equilibrio e una nuova identità.<ref name=":8" />
Quando nel romanzo Niki riscopre sé stesso lo si può comprendere con riferimenti alla filosofia del [[Buddhismo]], questo nuovo sé è un sé al negativo, che esiste in un rapporto complicato di distanza dal sé positivo, all'interno di una dialettica della distanza.
Il romanzo si conclude con l’annuncio
== Trasposizione cinematografica ==
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