Giovanni Gentile: differenze tra le versioni
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Gentile fu il primo e più importante ideologo del fascismo, assieme a Mussolini stesso. La sua è una filosofia politica fortemente [[attivismo politico|attivista]] e attualista (cioè vuole trasporre l'attualismo nel campo civile e sociale), che coniughi «prassi e pensiero», che sia insieme «azione a cui è immanente una dottrina».<ref name=dot>Giovanni Gentile, Benito Mussolini, ''La dottrina del fascismo''.</ref> Essendo insoddisfatto di fronte alla realtà, in Gentile troviamo il primato del futuro, ma, allo stesso tempo, un recupero della concezione [[romanticismo|romantica]] della [[Ragione]] intesa come [[Spirito (filosofia)|Spirito]] universale che tutto pervade, avversa al materialismo e alla ragione meramente strumentale.<ref>[[Nicola Abbagnano]], ''Ricordi di un filosofo'', a cura di Marcello Staglieno, § III, ''Nella Napoli nobilissima'', pag. 37, Milano, Rizzoli, 1990.</ref> Per Gentile, ad esempio, il «modo generale di concepire la vita» proprio del fascismo è di tipo «spiritualistico».<ref name=dot />
Il [[fascismo]] non è la sola qualificazione politica che dà della propria filosofia, Gentile infatti
L'individuo può essere libero ed esplicare la sua moralità esclusivamente nelle forme istituzionali dello stato, come chiarisce nella voce «Fascismo» dell'Enciclopedia italiana.<ref name=enc>Benito Mussolini, Gioacchino Volpe, Giovanni Gentile, ''Fascismo'', Enciclopedia Italiana.</ref> L'individuo può maturare la sua [[libertà]] individuale solo all'interno dello Stato ("libertà nella legge"), con ciò a dire in un contesto istituzionale organizzato. Un esempio di questa concezione lo si può trovare nella [[Destra storica]], la quale governò i primi anni dell'[[Unità d'Italia]]: impostò un governo [[stato autoritario|autoritario]] (concezione ereditata poi dalla [[Sinistra storica]] di [[Francesco Crispi]]) che riuscì a moderare l'individualità dei singoli, quella che Gentile definisce come la spinta alla disgregazione; questo modello di governo forte è giusto per Gentile, in quanto lo Stato deve essere [[Stato etico]], definito [[mazzinianesimo|mazzinianamente]] come "educatore".<ref name=dot/> Se Gentile voglia uno stato [[totalitarismo|totalitario]] vero e proprio è questione invece incerta, di certo nella sua fase prettamente fascista egli fa riferimento allo "Stato totale", l'[[organicismo|organismo]] che accoglie tutto in sé.<ref name=enc/>
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