Utente:Sorosorokiri/Sandbox: differenze tra le versioni
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Protagonista assoluta è la sabbia, il cui fluire continuo rappresenta una metafora perfetta della vita umana<ref name=":1" /> e della rincorsa ossessiva a un sé pieno di contraddizioni e sfuggevole.<ref name=":0" />
Essa viene descritta in termini scientifici all’inizio del romanzo:
Essa viene descritta in termini scientifici all’inizio del romanzo, per poi assumere pian piano connotazioni ambigue, fino a configurarsi come surreale metafora dei legami sociali opprimenti che l’autore vuole delineare.<ref name=":6">{{Cita libro|autore=Maria Roberta Novielli|autore2=Paola Scrolavezza|titolo=Lo schermo scritto : letteratura e cinema in Giappone|anno=2012|editore=Libreria Editrice Cafoscarina|città=Venezia|pp=143-148|OCLC=828224960}}</ref>▼
«S’era messo a studiare scritti e opere scientifiche sulla sabbia.Come risultato di queste ricerche, scoprì che la sabbia aveva un carattere piuttosto interessante. Sulla sabbia una voce d’una enciclopedia diceva:”Sabbia. Deposito di minuti detriti delle rocce. A volte contiene ferro magnetico, cassiterite, raramente oro. Diametro 2-1/16 mm”.»<ref>{{Cita libro|autore=Kōbō Abe|titolo=La Donna di Sabbia|collana=Le Fenici|anno=2012|editore=Guanda Editore|p=21}}</ref>
Niki Junpei, definito dalla società una "persona scomparsa" e confinato in una buca di sabbia, riesce a ridefinire se stesso e la propria vita diventando una persona più autentica.▼
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Come si vede nell'incipit del libro Niki Junpei viene definito dalla società come una "persona scomparsa":
«Un giorno di agosto un uomo scomparve.»<ref>{{Cita libro|autore=Kōbō Abe|titolo=La Donna di Sabbia|collana=Le Fenici|anno=2012|editore=Guanda Editore|p=11}}</ref>
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La sabbia, che intrappola e sottomette Niki, è la metafora di una realtà in movimento, nella quale l’eroe deve riscoprire se stesso, le radici della propria esistenza, e proprio i muri di sabbia che lo intrappolano sono la condizione che permette la scoperta di una nuova identità.<ref name=":8" />
«La sabbia…Visto con gli occhi della sabbia, tutto ciò che possedeva una forma era vano. L’unica cosa certa per essa era il suo movimento che negava ogni forma fissa.»<ref>{{Cita libro|autore=Kōbō Abe|titolo=La Donna di Sabbia|collana=Le Fenici|anno=2012|editore=Guanda Editore|p=50}}</ref>
Abe, come [[Karl Marx|Marx]] , sembra sostenere che la caratteristica che definisce l’essere umano sia la sua capacità di creare e lavorare.
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Spesso nel romanzo Abe si riferisce ai lavoratori del villaggio o allla giovane vedova con termini che alludono alla loro natura d’animali o insetti.<ref name=":9" />
« Il dorso nudo della donna, piegata su se stessa, aveva un che di terribilmente osceno, animalesco.»<ref>{{Cita libro|autore=Kōbō Abe|titolo=La Donna di Sabbia|collana=Le Fenici|anno=2012|editore=Guanda Editore}}</ref>
L'esistenza del protagonista si esprime nei soli momenti di creatività, come ad esempio nei suoi ingegnosi tentativi di fuga che lo distolgono dalla solitudine.<ref name=":3">{{Cita pubblicazione|autore=Nancy S. Hardin|coautori=Abé Kobo|anno=1974|titolo=An Interview with Abé Kobo|rivista=Contemporary Literature|volume=15|numero=4|url=https://www.jstor.org/stable/1207771?seq=1#page_scan_tab_contents}}</ref> Una solitudine che il protagonista stesso scopre essere un insaziabile desiderio per qualcosa di illusorio,<ref name=":4">{{Cita pubblicazione|autore=Joseph P. Strelka|anno=1984|titolo=Kafkaesque Elements in Kafka's Novels and in Contemporary Narrative Prose|rivista=Comparative Literature Studies|volume=21|numero=4|url=https://www.jstor.org/stable/40246504}}</ref> tanto che alla fine, pur potendo fuggire, decide di rimanere, consapevole che talvolta la libertà tanto desiderata non è altro che una diversa forma di prigionia e illusione.<ref name=":1" />▼
L'esistenza del protagonista si esprime nei soli momenti di creatività, come ad esempio nei suoi ingegnosi tentativi di fuga che lo distolgono dalla solitudine.<ref name=":3">{{Cita pubblicazione|autore=Nancy S. Hardin|coautori=Abé Kobo|anno=1974|titolo=An Interview with Abé Kobo|rivista=Contemporary Literature|volume=15|numero=4|url=https://www.jstor.org/stable/1207771?seq=1#page_scan_tab_contents}}</ref>
«Ora che aveva capito l’intenzione dei paesani che lo avevano imprigionato, bisognava guardare in faccia la realtà e fare un piano pratico di fuga.[...]Per qualche tempo l’uomo si concentrò nel lavoro di scavare la sabbia, che pareva rispondere con docilità; dava una buona speranza per la riuscita finale. […] Prima che l’incertezza crescesse troppo, e anche per riposare un poco, l’uomo decise di accertare la sua teoria fabbricando un piccolo modello della buca.»<ref>{{Cita libro|autore=Kōbō Abe|titolo=La Donna di Sabbia|collana=Le Fenici|anno=2012|editore=Guanda Editore|pp=72-79}}</ref>
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« Perchè questo era l’inferno di solitudine?[…] Solitudine significa semplicemente la sete insaziabile che non sa smettere di cercare le cose inesistenti nella realtà.» <ref>{{Cita libro|autore=Kōbō Abe|titolo=La Donna di Sabbia|collana=Le Fenici|anno=2012|editore=Guanda Editore|pp=223-224}}</ref>
All'interno della logica del libro,in un mondo alla rovescia, l’incubo del carcere di sabbia si rivela la terribile normalità, una parte degli ingranaggi del vivere. All’interno di questa visione [[distopia|distopica]], la prigione di sabbia è un mondo di segni, tutti dal duplice volto, dove non vi sono vittime innocenti, e dove nessuno è del tutto un criminale. La prigione di sabbia riflette e sfrutta i meccanismi del [[capitalismo]]<ref name=":0" />, sintetizzati nella realtà della ''kaisha,'' l'azienda giapponese. <ref name=":7">{{Cita libro|autore=Takuya Ito|titolo=Abe Kobo’s Woman in the Dunes as a Metaphor for Human Relations Within Japanese Companies,|data=23 Aprile 2007|lingua=en}}</ref>
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Nemmeno il sesso dona possibilità di fuga, è anzi alieno, i protagonisti sono estraniati dalla loro stessa esperienza, in un modo simile all’alienazione nel lavoro di cui parla Marx.
«Su quel letto all’occidentale, uomo e donna che si abbandonavano ai sensi, o l’uomo e la donna che si guardavano… l’uomo che guardava se steso che sentiva, e la donna che guardava se stessa che sentiva. La donna che guardava l’uomo che guardava se stesso, e l’uomo che guardava la donna che guardava se stessa…»<ref>{{Cita libro|autore=Kōbō Abe|titolo=La Donna di Sabbia|collana=Le Fenici|anno=2012|editore=Guanda Editore|p=152}}</ref>
L’autore sembra inoltre concordare con Marx nella sua risposta alla domanda del perché gli esseri umani si prestino a questo tipo di lavoro alienante, allo sfruttamento, ossia a causa di confusione ideologica. Secondo Abe quest’ideologia è l’amore per la propria casa, per la propria patria. Quando Niki entra nel villaggio trova la scritta “Amore per il proprio paese”. Abe considera l’amore per la patria una sostituzione fallace di un possibile processo di emancipazione.<ref name=":9" />
L’amore per la patria è un’ideologia funzionale per lo sfruttamento nel lavoro.
«-Un lavoraccio anche per loro dev’essere.
Quando l’uomo pronunciò queste parole asciugandosi il sudore con la manica della camicia, il suo tono era più benevolo verso i giovani lavoratori. [...]
-È vero. Ma si lavora volentieri da noi poiché siamo tutti animati dall’amore per il paese.
-L’amore per che cosa?
-L’amore del proprio paese.
-Questa si che è bella!
Alla risata esterrefatta dell’uomo, anche la donna rise, senza però capire bene lei stessa il perché.»<ref>{{Cita libro|autore=Kōbō Abe|titolo=La Donna di Sabbia|collana=Le Fenici|anno=2012|editore=Guanda Editore|pp=46-47}}</ref>
Abe nel suo romanzo affronta l’opposizione binaria tra [[individualismo]] e [[collettivismo]], e crede che l’alienazione nel lavoro possa essere superata facendo interagire questi due aspetti, e inserendo il lavoratore alienato all’interno di un contesto esistenziale più vasto, per comprenderlo.<ref name=":9" />
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La donna, compagna di prigionia di Niki, avendo interiorizzato le tecniche necessarie richieste dalla realtà disciplinare in cui vive , istruisce il protagonista e gli mostra come lavorare in modo efficiente. In questa realtà disciplinare Niki è ridotto a mero strumento di lavoro, la gente del villaggio è priva di una propria individualità , è parte di un “tutto”, di un gruppo che sottomette gli individui al volere della collettività.<ref name=":8" />
«Accorgendosi della luce della lanterna, la donna si voltò. Stava spalando la sabbia e riempiva la latta di benzina vuota adoperando abilmente la pala.[...]
«-In una parola, cioè, si scava la sabbia dove si vuole, vero?
-Non precisamente dove si vuole…
-Allora, va bene qui?
-Cercate per favore di tagliarla dritto lungo la parete.
-Si spala la sabbia in tutte le case a quest’ora?
-Di notte la sabbia è più umida e perciò si lavora meglio.» <ref>{{Cita libro|autore=Kōbō Abe|titolo=La Donna di Sabbia|collana=Le Fenici|anno=2012|editore=Guanda Editore|pp=41-43}}</ref>
Niki è sottomesso ad una coercizione fisica, come si vede quando viene privato dell’acqua e ricattato e costretto a lavorare, ciò mette in luce anche la natura stessa del lavoro, vero e proprio lavoro forzato.<ref name=":8" />
«-Non c’è nulla da fare? Anche tu soffri, vero? Io ti ho fatto un favore slegandoti; ora tocca a te agire per salvarci!
-Si...ma bisogna domandare a qualcuno del villaggio
-Allora chiediglielo subito!
-Ce la porteranno subito se riprendiamo il lavoro.
-Non dire sciocchezze! Con che diritto pensano di poter negoziare con me in modo tanto barbaro?»<ref>{{Cita libro|autore=Kōbō Abe|titolo=La Donna di Sabbia|collana=Le Fenici|anno=2012|editore=Guanda Editore|pp=137-138}}</ref>
In risposta alla disciplina imposta dall’esterno, l’eroe cerca di disciplinarsi a livello interiore, di emanciparsi, ma è anche spiazzato e indignato dalla mancanza di riconoscimento di ogni suo diritto legale, appellandosi ad una nozione idealistica di legalità e pensando che nessuna autorità, in uno [[Stato di diritto]], avrebbe mai consentito che tutto ciò accadesse.<ref name=":8" />
«E pensate di farla franca con me? Ah, sbagliate di grosso! State commettendo davvero un grave errore. Mi dispiace per voi, ma non sono un vagabondo. Pago le tasse e sono munito della carta d’identità. Tra poco i miei denunceranno la mia scomparsa e sarà un guaio grosso per voialtri. Non capite una cosa tanto semplice? Come spiegherete tutto ciò alle autorità?»<ref>{{Cita libro|autore=Kōbō Abe|titolo=La Donna di Sabbia|collana=Le Fenici|anno=2012|editore=Guanda Editore|pp=70-71}}</ref>
Il concetto di emancipazione espresso in ''La'' ''Donna di Sabbia'' sembra derivare dal [[Marxismo]].
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Quando Niki trova l’acqua nella sabbia, riesce ad evadere mentalmente dalla prigionia, l’acqua rappresenta il suo empowerment, riprende in mano la propria vita e destino, la gente del villaggio non ha più controllo psicologico su di lui. Niki riesce così a emanciparsi e sviluppare un approccio più pragmatico per risolvere i problemi, e ad avere una visione d’insieme più ampia, ha trovato un nuovo equilibrio e una nuova identità.<ref name=":8" />
« Tolse la sabbia e, levando il coperchio, rimase sbalordito: un sottile strato d’acqua copriva il fondo del mastello. […] Una volta scoperta la chiave di questo fenomeno, non avrebbe più dovuto soccombere ai suoi avversari, anche se gli avessero rifiutato la razione d’acqua. […] Era riuscito a trovare l’acqua in mezzo alla sabbia. Finchè possedeva quell’impianto, nemmeno gli abitanti del villaggio avrebbero potuto vantarsi di un potere su di lui.[…] Si trovava nella buca, ma era come trovarsi fuori.[…] La trasformazione della sabbia significava la sua trasformazione. Aveva estratto dalla sabbia, insieme all’acqua, un nuovo se stesso.»<ref>{{Cita libro|autore=Kōbō Abe|titolo=La Donna di Sabbia|collana=Le Fenici|anno=2012|editore=Guanda Editore|pp=243-247}}</ref>
Quando nel romanzo Niki riscopre sé stesso lo si può comprendere con riferimenti alla filosofia del [[Buddhismo]], questo nuovo sé è un sé al negativo, che esiste in un rapporto complicato di distanza dal sé positivo, all'interno di una dialettica della distanza.
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Il romanzo si conclude con l’annuncio della scomparsa di Niki, ora ufficialmente “uomo scomparso”, a voler simboleggiare l’esistenza del protagonista in una nuova realtà.<ref name=":9" />
Si afferma che l'assente Junpei NIKI è scomparso e irreperibile.
== Trasposizione cinematografica ==
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