Sorge sul luogo dove originariamente era situato un palazzo dalle medesime funzioni in stile rinascimentale. Realizzato da [[FRancescoFrancesco Maria Ciaraffoni]] tra il 1784 e il 1791 in [[Mattone|mattoni]] e [[Pietra d'Istria|pietra d’Istria]], è un edificio a due piani dalla disarmante semplicità, indice del volgere dell’epoca [[Architettura barocca|Barocca]] verso le chiare forme del [[Neoclassicismo]]: contraddistinto da sottili e vertiginose [[lesene]], queste inquadrano tredici [[arcate]], ognuna della medesima ampiezza, a cui sono sovrapposte [[finestre]] poggiate su [[piedistalli]]. Come le imposte degli [[archi]], sagomate solamente da massicce ''gole rovesce'' e ''corone'', anche la fascia marcapiano dal disegno d’un architrave a due fasce si propone con energica robustezza quasi minimalista. Gli architravi delle finestre sono perlopiù lisci, mentre sottili ''controarchitravi'' salgono senza interruzione verso le cornici a coronamento prive di frontoni. Elemento di spicco sono delle [[Targa (architettura)|targhe]] modanate e con [[Goccia (architettura)|gocce]], poste sopra gli architravi, che inclinandosi leggermente in avanti sembrano quasi rovesciarsi sulla strada; queste forme sono una personalissima citazione dell’architetto, che riprende così il pregevole motivo [[Luigi Vanvitelli|vanvitelliano]] che adorna l’attico dell’[[Arco Clementino]] ad [[Ancona]]. Il cantonale, composto di un quarto di lesena, e le scattanti lesene avanzate ai lati, rientrano in questa poetica spigolosa. La partitura dell’esterno risulta assai piacevole e ben ritmata e mostra, nonostante le offensive del Neoclassicismo, ormai diffusissimo nel tardo [[Settecento]], ancora potenti [[Chiaroscuro|effetti chiaroscurali]].