Yakovlev Yak-1: differenze tra le versioni
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In tema di risparmio del peso e di recupero delle prestazioni velocistiche ebbe impatto negativo la decisione, presa in ambito governativo (sempre nella primavera del 1942), di realizzare una versione [[cacciabombardiere]] dello Yak-1: a tale scopo furono eliminati gli agganci subalari per i proiettili a razzo RS-82, sostituiti da rastrelliere per bombe (una per semiala) in grado di trasportare bombe per un peso totale massimo di 200 kg (FAB-25, FAB-50 oppure FAB-100<ref group=N>«Фугасные Авиабомбы», traslitterato in «Fugasnye Aviabomby»: «bomba aeronautica ad alto potenziale»</ref>)<ref name=YGDK29/>. La modifica, che incideva sulle prestazioni del caccia già per il solo effetto aerodinamico determinato dalla presenza della rastrelliera (cui si aggiungeva l'incremento del peso dovuto alle bombe), non risultò gradita ai piloti ma venne in ogni caso mantenuta su tutti gli esemplari realizzati, fino al termine della produzione di serie<ref name=YGDK30>{{Cita|Gordon e Khazanov, 2002|p. 30|YGDK}}.</ref>.
Nei mesi successivi l'evoluzione dello Yak-1 proseguì sotto diversi aspetti, facendone il più efficace modello di caccia sovietico (per quanto non ancora all'altezza degli aerei della Luftwaffe<ref>{{Cita|I-26 / YAK-1|in ''www.airvectors.net''|GrGo}}.</ref>). Fu modificato l'armamento, riviste le prese d'aria e i condotti di scarico del motore e modificato il ruotino posteriore del carrello d'atterraggio. Le modifiche più sostanziali riguardarono però la [[cabina di pilotaggio]] (che adottò un [[Cupolino (aeronautica)|cupolino]] suddiviso in tre pezzi, completamente trasparente che garantì maggiore visibilità posteriore anche in virtù del contemporaneo abbassamento della parte superiore della fusoliera) e il motore. In questo caso si passò ad impiegare la variante M-105PF<ref group=N>Dal russo «М-105ПФ» dove «Форсированный», traslitterato in «Forsirovanny» e tradotto letteralmente «Forzato», sta a indicare lo sforzo per migliorarlo.</ref> dopo l'infelice tentativo di utilizzare il [[Klimov VK-106|Klimov M-106]]<ref name=BGYG71>{{Cita|Gunston e Gordon, 1997|p. 71|BGYG}}.</ref>. Queste ultime modifiche portano alcune delle fonti bibliografiche a definire il modello Yak-
== Tecnica ==
=== Cellula ===
Lo Yak-1 era costruito mantenendo la soluzione della struttura "mista", già impiegata in precedenza nella realizzazione degli aerei da competizione progettati da Aleksandr Jakovlev: la [[fusoliera]] era costituita da un traliccio d'[[acciaio]] con la parte anteriore rivestita in [[duralluminio]] mentre la sezione posteriore era rivestita in [[legno]]<ref name=YGDK5/> (altra fonte indica [[compensato]]<ref name=BGYG61>{{Cita|Gunston e Gordon, 1997|p. 61|BGYG}}.</ref>) ricoperto da tela; le [[ala (aeronautica)|ali]] erano interamente in legno e realizzate in un singolo pezzo (con conseguenze poco gradite in termini di trasporto e di manutenzione presso i reparti di volo)<ref name=YGDK5/>. Tutte le superfici di controllo (nelle ali e nell'[[impennaggio]]) furono realizzate in duralluminio con rivestimento in tela <ref name=YGDK5/>.
{{Doppia immagine verticale|sinistra|Yakovlev Yak-1 first series.jpg|Yakovlev Yak-1B.jpg||Confronto tra un esemplare di Yak-1 ed uno di Yak-
La [[cabina di pilotaggio]] era inizialmente annegata nella fusoliera: la linea della "schiena" dello Yak-1 arrivava all'estremità superiore del [[Cupolino (aeronautica)|cupolino]], costituito da tre elementi di cui quello centrale scorrevole all'indietro. Una modifica realizzata direttamente sul campo consistette nella riduzione del diametro della parte posteriore della fusoliera dello Yak-1 consentendo, mediante l'abbassamento della "schiena", di realizzare uno dei primi cupolini "a goccia" che permetteva ai piloti una migliore visibilità posteriore. Questa modifica fu particolarmente apprezzata e ben presto introdotta come standard di serie<ref name=HHST10>{{Cita|Stapfer, 1986|p. 10|HHST}}.</ref>.
Il [[carrello d'atterraggio]] era di tipo classico e retrattile, caratterizzato dalla [[Carreggiata (veicoli)|carreggiata]] piuttosto ampia; le gambe principali incorporavano un sistema con [[Ammortizzatore|ammortizzatori]] oleopneumatici e si ritraevano verso il centro del velivolo trovando alloggiamento nello spessore alare; il portello di chiusura era separato in due elementi<ref name=BGYG61/>. Inizialmente il ruotino di coda era retrattile e mobile, ma in un secondo momento fu reso fisso e non sterzante. La soluzione con ruotino retrattile (ma dotato di sportelli non richiudibili) fu ripresa e resa definitiva negli esemplari identificati come Yak-1M/Yak-
Durante il primo inverno di guerra gli Yak-1 prodotti furono dotati di equipaggiamento specificamente studiato per l'impiego in condizioni di bassa temperatura e da piste [[neve|innevate]]; fu quindi realizzato un apposito carrello retrattile dotato di [[sci]] al posto delle [[ruota|ruote]] che permettevano all'aereo di non rimbalzare e, grazie all'incremento della lunghezza delle gambe, di ridurre considerevolmente il rischio di piantare il muso a terra durante l'atterraggio<ref name=YGDK21>{{Cita|Gordon e Khazanov, 2002|p. 21|YGDK}}.</ref>.
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Nella realtà dei fatti l'OKB 115 dovette fare i conti con i problemi nella fase di collaudo del motore VK-106, che non gli consentirono di superare lo stadio di prototipo, e con la lunga fase di sviluppo che permise al VK-107 di passare alla produzione di serie solamente sul finire della guerra. Lo Yak-1 fu quindi motorizzato, fino alla fine della propria vita operativa, dal Klimov M-105: si trattava di un motore V12 raffreddato a liquido dalla cilindrata di 35,1 [[litro|L]] frutto dello sviluppo, curato da [[Vladimir Yakovlevich Klimov]], del motore M-100 (copia costruita su [[licenza (economia)|licenza]] del motore franco-spagnolo [[Hispano-Suiza 12Y]]).
La prima versione, M-105P, montata sugli aerei di serie era in grado di sviluppare circa {{converti|1050|CV|kW|lk=on|abbr=on}} di [[potenza (fisica)|potenza]], ma ben presto gli Yak-1 ricevettero la variante M-105PA che, invariata nella potenza erogata, risultava modificata nel basamento e nelle bielle con apprezzabile miglioramento in termini di affidabilità. A partire dall'estate del 1942 gli Yak-1M/
=== Sistemi e impianti ===
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Particolarmente contrastato fu l'impiego dell'apparato radio di bordo: i primi 1 000 esemplari ne erano del tutto sprovvisti<ref name=ARDR146>{{Cita|Drabkin, 2007|p. 146|ARDR}}.</ref><ref name=YGDK19>{{Cita|Gordon e Khazanov, 2002|p. 19|YGDK}}.</ref>; la loro installazione divenne frequente a partire dalla primavera 1942 ed obbligatoria dall'agosto 1942<ref name=ARDR146/>; secondo altra fonte, già dalla fine tutti gli aerei erano dotati di apparati riceventi e solamente uno ogni dieci<ref name=BGYG68/><ref name=YGDK19/> di completi apparati ricetrasmittenti RSI-4<ref name=BGYG68/>; il ritardo nell'utilizzo dell'impianto di comunicazione radio viene attribuito alla scarsa affidabilità delle apparecchiature che le rendevano un inutile aggravio di peso<ref name=YGDK19/>.
Con la comparsa della variante Yak-1M/
=== Armamento ===
Il progetto dell'I-26 prevedeva che l'armamento fosse costituito da un [[Cannone automatico|cannone]] [[ShVAK]] [[calibro (armi)|calibro]] 20 mm, sparante attraverso il [[Mozzo (meccanica)|mozzo]] dell'[[elica]], e da quattro [[mitragliatrice|mitragliatrici]] [[ShKAS]] calibro 7,62 mm disposte due per lato del muso, una al di sopra ed una al di sotto del motore, sincronizzate per sparare attraverso il disco dell'elica<ref name=BGYG61/><ref name=YGDK7/>, tuttavia il primo prototipo non fu dotato di armi, al fine di velocizzarne l'approntamento e portarlo in volo quanto prima possibile<ref name=YGDK7/>.
[[File:Ракетные снаряды РС-82.jpg|thumb|Due proiettili a razzo del tipo [[RS-82]].]]
Il secondo prototipo fu equipaggiato con il cannone ShVAK, con serbatoio contenente 120 proiettili, e le due mitragliatrici ShKAS superiori, con 380 proiettili ciascuna; le due mitragliatrici inferiori non furono installate<ref name=BGYG62>{{Cita|Gunston e Gordon, 1997|p. 62|BGYG}}.</ref>; gli [[organi di mira]] prevedevano un apparato a riflessione di tipo PBP-1<ref name=BGYG62/>. La dotazione di munizioni fu incrementata rispettivamente a 135 proiettili per il cannone e 750 per ciascuna mitragliatrice nel terzo prototipo, ultimato nel mese di settembre del 1940<ref name=BGYG62/>; quest'ultima fu anche la configurazione utilizzata per la produzione in serie.
Numerosi degli Yak-1 impiegati nei combattimenti attorno a Mosca nell'autunno del 1941 furono equipaggiati con sei proiettili a razzo RS-82 utilizzati sia nel combattimento aria-aria (anche contro le formazioni dei bombardieri nemici<ref name=YGDK23>{{Cita|Gordon e Khazanov, 2002|p. 23|YGDK}}.</ref>), sia per gli attacchi contro bersagli al suolo<ref name=BGYG68/>. Un ordine del 12 maggio del 1942, accolto con rammarico sebbene volto a preservare le prestazioni nel combattimento ravvicinato (in particolare contro i [[Messerschmitt Bf 109|Messerschmitt Bf 109F]]), determinò la dismissione di queste munizioni per gli Yak-1<ref name=BGYG68/>. Negli stessi giorni di maggio del 1942 gli Yak-1 furono destinati ad operare come cacciabombardieri ed equipaggiati con rastrelliere per il trasporto di bombe (una per ogni semiala); le bombe utilizzabili variavano dai 25 ai 100 kg di peso ciascuna<ref name=BGYG69/>.
Negli esemplari identificati come Yak-1M/1B le due mitragliatrici ShKAS furono rimpiazzate da una singola [[Berezin UB|Berezin UBS]] dotata di 200 proiettili; negli esemplari prodotti a partire dal mese di marzo del 1943 i serbatoi per le munizioni furono ampliati, per consentire di alloggiare 140 proiettili per il cannone ShVAK e 240 per la mitragliatrice UBS<ref name=BGYG69/>. Il sistema di puntamento, dimostratosi inaffidabile, fu sostituito da un semplice mirino ad anello del tipo VV-1<ref name=BGYG69/>.
== Impiego operativo ==
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